Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it, hashtag ufficiale #germogliazioni.
Si tratta solo di una piccola rappresentanza delle migliaia di iniziative realizzate in tutta la penisola dalle organizzazioni del Terzo settore, che promuovono inclusione e contrasto delle disuguaglianze. Al loro fianco ogni giorno ci sono le Fondazioni, convinte che creare opportunità per tutti i giovani – indipendentemente dalle condizioni sociali di partenza – significhi dare piena attuazione ai principi costituzionali e offrire al Paese la possibilità di crescere grazie al contributo di tutti.
Tra i 150 progetti che partecipano a Germogliazioni ci sono iniziative molto diverse tra loro, accomunate dall’obiettivo di offrire nuove opportunità ai ragazzi. Alcuni riguardano il contrasto alla povertà educativa fin dai primi anni di vita, ad esempio con servizi e attività negli asili nido. Altri puntano ad attivare i giovani Neet, attraverso percorsi formativi e di orientamento. Non mancano esperienze interamente promosse e gestite da under 30, come radio comunitarie, festival culturali, laboratori creativi e spazi autogestiti dai ragazzi. Le Fondazioni sostengono anche programmi che facilitano l’accesso al lavoro e all’imprenditorialità giovanile, oltre a iniziative che introducono forme di consultazione diretta dei giovani, fino alla creazione di commissioni giovanili o “young advisory board” all’interno delle stesse Fondazioni.
L’Indagine SWG
Dalla ricerca emerge che quasi la metà degli italiani si dichiara insoddisfatta della qualità e quantità del proprio tempo libero. I carichi di studio e lavoro sono il principale ostacolo alla piena disponibilità del tempo per sé, seguite dai doveri familiari. Concerti, mostre e sport sono le attività più desiderate, ma l’offerta territoriale riesce a soddisfare pienamente solo una parte dei cittadini interessati. Il divario nella presenza di servizi adeguati alle aspettative è particolarmente evidente nei comuni medio-piccoli (sotto i 100mila abitanti) e nelle zone del Mezzogiorno, dove prevale una valutazione negativa dei servizi offerti. Gli italiani riconoscono che garantire più opportunità ai giovani significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e sviluppare talenti, con effetti benefici sull’intera comunità.
L’indagine analizza un campione statisticamente rappresentativo di italiani tra i 16 e i 75 anni (1.095 interviste complessive), con un sovra-campionamento della fascia giovanile 16-25 anni (352 interviste), così da consentire un confronto di dettaglio tra il totale della popolazione e i più giovani.
Tempo libero come bisogno comune. Per gli italiani il tempo libero è soprattutto un’occasione per riposarsi e dedicarsi alle proprie passioni; i giovani condividono questa visione ma danno più rilievo al suo valore sociale, vedendolo come spazio per coltivare relazioni significative. Ciò indica che, pur nella vicinanza di vedute, le nuove generazioni attribuiscono maggiore importanza all’aspetto relazionale.
Soddisfazione limitata ma più alta tra i giovani. L’indagine rileva che quasi la metà degli italiani si ritiene insoddisfatta della qualità (49%, il 39% dei 16-25enni) e quantità del loro tempo libero (54%, il 50% dei 16-25enni). Ma, oltre alla disposizione del tempo libero, a preoccupare è l’effettiva corrispondenza tra i desideri e le passioni degli italiani con l’offerta territoriale: il 59% dichiara di non riuscire a fare quello che vorrebbe (51% dei 16-25enni) e il 52% non è soddisfatto della varietà degli stimoli e proposte a cui può accedere. Questo scarto tra desiderio e reali opportunità ha un effetto anche sull’atteggiamento proattivo nei confronti del tempo libero: il 65% degli italiani non riesce a riempire il tempo libero come vorrebbe, cioè dedicandosi alle attività che preferisce, ma si limita ad accedere passivamente a soluzioni proposte (il 63% dei 16-25enni).
Ostacoli e barriere. Le principali cause della mancanza di tempo libero sono i carichi di lavoro e di studio (44% complessivo, 53% tra i giovani), cui si aggiungono i doveri familiari, più pesanti per le fasce adulte. I ragazzi segnalano inoltre difficoltà organizzative e distrazioni digitali: segno che la gestione del tempo e l’uso delle tecnologie incidono in maniera significativa sulla qualità del tempo libero.
Cause dei divari. Gli italiani attribuiscono il divario di opportunità soprattutto a fattori economici (83%) e territoriali (78%), ma anche alla rete relazionale e familiare (77%). Per i giovani contano in particolare il contesto territoriale e la cerchia sociale: se l’ambiente non offre stimoli o spazi, la possibilità di vivere esperienze significative si riduce drasticamente.
Offerta territoriale insufficiente e diseguale. Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani (questa percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione), né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti. La situazione peggiora nei centri piccoli e medi, dove restano solide solo alcune forme di aggregazione tradizionali come sport, feste popolari e volontariato, mentre nelle grandi città la varietà di opportunità è più ricca e diversificata.
Disallineamento tra interessi e offerta. Le attività più interessanti e attrattive per il tempo libero sono: musica dal vivo (63% per il totale della popolazione, 65% per i 16-25enni), mostre (61% e 56%), sport (58% e 64%). Tra le altre si rileva che la propensione al volontariato risulta invariata tra il totale della popolazione e i giovani (rispettivamente 48% e 47%). Tuttavia, le opportunità reali non soddisfano le aspettative: la musica dal vivo è adeguata per appena il 32% degli italiani; le mostre per il 31%; lo sport il 45%.
Cause dell’insoddisfazione. Oltre alla scarsità di proposte e spazi, gli italiani segnalano come cause rilevanti anche i costi elevati (31%), la distanza delle strutture (30%) e la mancanza di informazioni chiare sulle opportunità disponibili (29%). Questi elementi non solo limitano la partecipazione, ma accentuano le differenze territoriali e sociali.
Impatto sulla qualità della vita. Gli italiani riconoscono che una maggiore soddisfazione dei giovani per il loro tempo libero avrebbe effetti positivi non solo individuali ma sociali: ridurre il rischio di marginalità, favorire relazioni costruttive, scoprire passioni e talenti, sviluppare creatività e autostima, migliorare il benessere emotivo e persino il rendimento scolastico. Il divario di opportunità, quindi, non è solo una questione di svago ma un fattore che incide sulla crescita personale e sull’inclusione sociale.
Persone
Pubblicati gli esiti del bando “Dritti al Punto” promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale
22 Settembre 2025
467 i Punti Digitale Facile che vedranno potenziata l’offerta formativa per migliorare le competenze digitali dei cittadini
Sono 18 i progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale con “Dritti al Punto”, il bando promosso in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale che mira a migliorare le competenze digitali dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Le attività prenderanno avvio entro la fine del 2025 e si concluderanno nel 2026.
L’obiettivo è sostenere progetti di formazione all’interno di 467 Punti Digitale Facile, integrando le attività già pianificate e realizzate nell’ambito della misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale” del PNRR, al fine di potenziarne l’offerta formativa. In totale sono stati assegnati circa 5 milioni di euro. Tra i 18 progetti selezionati – distribuiti equamente tra Nord, Centro, Sud e Isole – emergono iniziative che coniugano formazione e impatto sociale: dal rafforzamento delle competenze digitali di base allo sviluppo di percorsi personalizzati e flessibili, fino ad attività itineranti, materiali multilingue e soluzioni innovative per superare le barriere di accesso al digitale. Le proposte mirano a rispondere ai diversi gradi di preparazione dei beneficiari e garantire un apprendimento realmente inclusivo ed efficace.
Il contesto italiano
Lo sviluppo delle competenze digitali è uno degli obiettivi strategici dell’Unione europea, che mira a dotare almeno l’80% dei cittadini tra i 16 e i 74 anni di competenze digitali di base entro il 2030. A guidare questo processo è il quadro europeo DigComp 2.2, che individua cinque aree chiave – dalla sicurezza informatica, alla creazione di contenuti – ritenute essenziali per una piena partecipazione alla vita sociale e professionale. L’Italia, tuttavia, registra un significativo ritardo rispetto alla media UE: il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che solo il 46% degli adulti possiede competenze digitali di base, a fronte del 54% della media UE.
Un divario che si riflette anche nelle differenze generazionali: se il 59% dei giovani tra 16 e 24 anni raggiunge le soglie minime di competenze digitali individuate dal framework DigComp, la quota scende al 19% tra gli over 65, con valori comunque inferiori alla media europea in tutte le fasce d’età.” Per colmare il ritardo, il PNRR ha attivato la misura “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, con l’obiettivo di formare 2 milioni di cittadini entro il 2026 attraverso 3000 Punti Digitale Facile. Sebbene la rete dei punti sia stata attivata, a marzo 2025, sono stati raggiunti circa 760 mila cittadini, pari al 38% dell’obiettivo, con risultati disomogenei tra le diverse regioni.
I progetti sostenuti
Tra i progetti idonei sono state selezionate 18 proposte progettuali, che vedranno il potenziamento di 467Punti Digitale Facile così distribuiti: 10 nell’Area Nord e Centro e 8 nell’Area Sud e Isole, assicurando così un’ampia copertura territoriale, che coinvolge la quasi totalità delle regioni.Molti dei progetti si distinguono per l’approccio innovativo e l’impatto sui territori.
Alcuni prevedono programmi formativi strutturati in moduli tematici, ispirati al quadro europeo DigComp 2.2, articolati su più livelli per adattarsi ai diversi gradi di competenza dei partecipanti e fornire strumenti concreti ed efficaci. Altri puntano a rafforzare la formazione digitale come strumento di inclusione sociale, portando l’innovazione direttamente dove serve di più: grazie a unità mobili attrezzate come aule didattiche itineranti, sarà possibile raggiungere comunità locali, piccoli centri e aree meno servite, offrendo corsi brevi e pratici pensati per i bisogni concreti dei cittadini.
Tra gli elementi distintivi ricorrono anche la forte attenzione all’innovazione didattica, la flessibilità e la personalizzazione dei percorsi formativi, per garantire esperienze accessibili e su misura. Una parte significativa dei progetti è inoltre dedicata al rafforzamento delle competenze digitali di base, con particolare attenzione a persone in condizione di fragilità – anziani, migranti, giovani, e persone con disabilità – e al superamento delle barriere attraverso il coinvolgimento della rete dei nodi territoriali e la partecipazione diretta delle comunità.
Persone
Pubblicato il bando “Onlife+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Onlife+
Il bando mira ad accrescere le competenze digitalidei giovani che non studiano, non si formano e non lavorano al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento e permanenza nel mondo del lavoro. In Italia, oggi, si contano circa 1,4 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Di questi, però, quasi 7 su 10 dichiarano di voler lavorare, 463 mila risultano effettivamente inattivi e disinteressati al mondo del lavoro. Secondo i dati Istat 2025, la distribuzione dei NEET per titolo di studio evidenzia che il 42,8% possiede al massimo la licenza media, il 47,5% un diploma e il 9,7% una laurea. Rispetto invece alla ripartizione geografica, il fenomeno si concentra soprattutto nel Mezzogiorno (59,6%), mentre le altre aree del Paese registrano percentuali più contenute.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Pubblicato il bando “Futura+” del Fondo per la Repubblica Digitale
19 Settembre 2025
Lo scale-up
Il Piano Strategico 2025-2026, delineato dal Comitato di indirizzo strategico del Fondo per la Repubblica Digitale, ha stabilito, infatti, la realizzazione dello scale-up di bandi già realizzati attraverso la pubblicazione di nuove opportunità aperte a tutti gli stakeholder interessati. In questo caso i progetti già sostenuti nell’ambito di Onlife e Futura che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità per i due nuovi bandi. L’obiettivo di Onlife+ e Futura+ è sostenere – rispetto ai primi due pubblicati – un numero limitato di progetti, di maggiori dimensioni in termini di risorse economiche assegnate, di beneficiari raggiunti e di raggruppamenti proponenti e consegnare al decisore pubblico le migliori pratiche in termini di efficacia e impatto generato.
Il contesto italiano
In Italia, il 2030 Digital Decade Report della Commissione europea di luglio 2025 afferma che oltre il 54% della popolazione tra i 16 e i 74 anni non possiede competenze digitali di base, una percentuale nettamente superiore alla media UE (44%). La rapida diffusione di nuove tecnologie, come l’Intelligenza Artificiale, ha accentuato il divario tra le competenze acquisite e quelle richieste dal mercato del lavoro, contribuendo alle difficoltà occupazionali dei giovani e alla crescente vulnerabilità dei NEET, ossia i giovani che non sono né impegnati in un percorso di studi, né lavorano o partecipano ad un percorso di formazione. Secondo i dati Eurostat del 2025, il nostro Paese presenta uno dei più alti tassi di NEET nell’Unione europea, pari al 15,2% contro una media Ue dell’11% e un target fissato dall’Ue al 9% entro il 2030. In totale, in Italia ammontano a circa 1,4 milioni di giovani, di cui per lo più sono donne (circa il 69%) e nel Mezzogiorno (46%). L’Italia, inoltre, presenta importanti squilibri se si analizzano le differenze di genere: il quadro delineato dal World Economic Forum ha collocato l’Italia nel 2024 al 111° posto a livello globale, penultima in Europa. In aggiunta, oltre alla questione occupazionale, secondo i dati Istat sul primo trimestre del 2025, si registra una netta differenza salariale per le donne rispetto agli uomini: le laureate guadagnano il 40% in meno a parità di studi, mentre il gap è del 19% tra chi ha la licenza media e sale al 20,5% tra chi ha un diploma.
Bando Futura+
Il bando dedicato alle donnein età lavorativa (18-67 anni) mira a selezionare progetti di formazione validi e innovativi per accrescere le competenze digitali delle donne, occupate e non, al fine di garantire migliori opportunità e condizioni di inserimento nel mondo del lavoro. Le problematiche legate alla condizione femminile in Italia sono ben note, infatti, nonostante oltre il 60% dei laureati dell’anno 2023 siano donne, i dati sull’occupazione mostrano un costante vantaggio di genere a favore degli uomini. Infatti, poco più di una donna su due lavora (circa il 53%). Sono inoltre 7,8 milioni le donne inattive, pari al 63,5% del totale degli inattivi fra i 15 ed i 64 anni.
Chi può partecipare
Le proposte possono essere presentate da parte di soggetti pubblici, privati senza scopo di lucro e enti del Terzo settore, in partnership anche con soggetti for profit.
Le proposte progettuali, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere compilate e inviate esclusivamente online attraverso la piattaforma Re@dy, entro le ore 11 del18 dicembre 2025.
Borgo Digani: accoglienza residenziale e socio assistenziale, inclusione lavorativa e il primo anniversario del ristorante sociale
11 Settembre 2025
Presentate tutte le novità e l’impatto del complesso multiservizi e accoglienza nel Bilancio Sociale 2024
Si è festeggiato oggi pomeriggio ad Argelato il primo anniversario del ristorante sociale a Borgo Digani, il complesso multiservizi e accoglienza promosso e realizzato dalla Fondazione Carisbo in collaborazione con La Venenta cooperativa sociale (in qualità di ente capofila), Gesser cooperativa sociale e Associazione Opera di Padre Marella onlus. Nell’occasione, con la pubblicazione del Bilancio Sociale 2024 e il racconto di un anno di attività, sono state inoltre presentate le ultime novità del progetto, la convenzione con il Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna per l’accoglienza a bassa intensità dei tre gruppi appartamento e la rinnovata sinergia con FOMAL e Caritas per nuove opportunità di formazione, stage e inclusione lavorative dedicate a persone con fragilità e disabilità.
Sono intervenuti: Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Fabio Lucchi, Direttore Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Bologna; Paolo Crescimbeni, Sindaco Comune di San Giorgio di Piano; Chiara Ricciardelli, Amministratore unico Scarl Insieme nel Borgo Digani. Hanno inoltre presenziato le istituzioni che sostengono l’iniziativa con: Isabella Conti, Assessora al Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola Regione Emilia-Romagna; Daniela Freddi, delegata al Piano per l’Economia Sociale della Città metropolitana di Bologna; Beatrice Draghetti, Presidente FOMAL Fondazione Opera Madonna del Lavoro.
La Comunità Alloggio a media intensità e il ristorante sociale: utenti inseriti e dimensione occupazionale di Borgo Digani
La Comunità Alloggio a media intensità Borgo Digani è una struttura residenzialee socio assistenziale in grado di ospitare 15 persone adulte, in cura presso i CSM territoriali, con esiti di patologia psichiatrica e compromissioni medie. La struttura essendo attiva 365 giorni all’anno garantisce la presenza continuativa dioperatori qualificati, con programmi personalizzati per ciascun ospite e con l’obiettivo di stimolare e arricchire la vita quotidiana con relazioni, legami e contesti integrati. La collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM-DP) di Bologna e i servizi territoriali del Distretto Pianura Est, ha permesse di inserire già 14 utenti avviando esperienze di coabitazione al fine di valorizzare le capacità di ogni persona, aiutandola a mantenere e sviluppare la propria autonomia, per vivere al meglio la quotidianità. Il ristorante sociale Borgo Digani è un laboratorio di comunità, integrazione e opportunità, al suo interno, adulti con disabilità e fragilità sociali trovano uno spazio per apprendere, lavorare e sentirsi parte attiva di una comunità. Il gusto di ogni piatto si intreccia con la dignità del lavoro e racconta una storia di impegno e riscatto, frutto di un’attività ristorativa che dialoga con i progetti agricoli, artigianali e sociali sviluppati nel borgo. Sotto il profilo della dimensione occupazionale, il complesso multiservizi e accoglienza Borgo Digani impiega 21 dipendenti complessivamente, suddivisi tra gli 11 operatori/trici ed educatori/trici socio sanitari/e della Comunità Alloggio e i 10 dipendenti del ristorante sociale.
Con FOMAL e Caritas per il progetto “Formazione, lavoro e solidarietà”
“Formazione, lavoro e solidarietà” è il nuovo progetto presentato ed in fase di valutazione che vede impegnate in sinergia FOMAL e Caritas, unite per dare opportunità di formazione, stage e inclusione lavorativa a persone in situazioni di alta fragilità, con l’obiettivo di attivare a Borgo Digani 12 esperienze per persone ospiti in comunità e gruppi appartamento e/o in carico ai servizi. Il percorso che prevede 38 ore di formazione, 6 mesi di stage nei settori ristorazione, manutenzione del verde e pulizie, consentirà l’avvio di esperienze altamente formative al fine di preparare le persone a percorsi lavorativi, senza i quali l’autonomia socioeconomica rimane un obiettivo lontano.
Pubblicato il Bilancio Sociale 2024 di Borgo Digani
Disponibileonlinesul sitodi Borgo Digani, il Bilancio Sociale 2024 racconta un anno vissuto con passione, dedizione e un profondo senso di responsabilità: verso le persone che ogni giorno vengono accolte e sostenute, verso i clienti che ogni giorno accedono al ristorante sociale, verso le imprese profit che scelgono di sostenere il progetto, per le proprie occasioni di formazione e aggregazione a impatto sociale. Il documento dà evidenza dell’investimento della Fondazione e delle origini dell’iniziativa, promossa a partire dal 2019, e di come Borgo Digani sia oggi colmo di significati per le persone più fragili della comunità territoriale.
L’innovazione sociale, il modello di welfare generativo come orizzonte di riferimento e il principio di sussidiarietà che coinvolge imprese profit, enti del Terzo settore e pubblica amministrazione, sono le tre direttrici del Bilancio Sociale che racchiude storie di speranza e di successo, testimonianze diresilienza e di cambiamento, nell’intento di diffondere un messaggio valoriale che avvicini le persone e le realtà del territorio per incentivare, a Borgo Digani, la creazione di uno spazio contraddistinto sul territorio per i valori di integrazione e solidarietà. La missione stessa del progetto si basa sull’inclusione quale valore imprescindibile e sull’impegno quotidianamente profuso per abbattere le barriere che ancora separano e isolano le persone, generando valore e impatto sociale anche a media e lunga scadenza.
La sussidiarietà circolare di Borgo Digani per un modello di welfare generativo
Ideato dalla Fondazione Carisbo in stretta collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, l’Ausl di Bologna, la Città metropolitana di Bologna, il Comune di Argelato e il Settore Sociale dell’Unione Reno Galliera, Borgo Digani sin dall’inaugurazione accoglie e favorisce nel concreto azioni di sussidiarietà circolare, con il supporto di imprese profit come Pascucci Caffè, Comet, IKEA e molte altre ancora che abitualmente frequentano il ristorante sociale e organizzano eventi in sala polifunzionale, potenziando così le opportunità a favore delle persone svantaggiate.
Il tovagliame preparato dal laboratorio artigianale tessile Trame Lab racconta la storia di donne e madri, ospiti delle comunità residenziali gestite dalla cooperativa La Venenta, che hanno la possibilità di fare formazioni, tirocini ed esperienze lavorative in ambito tessile. Nella giornata “Pranza&cuci” ogni persona può consegnare un capo da riparare e riceverlo risistemato la settimana successiva, grazie alle sarte del laboratorio cheutilizzano tessuti donati e riciclati per realizzare anche i quadri, i pannelli e i complementi che arredano il ristorante sociale. Ogni creazione proveniente dal centro socio occupazionale o dal laboratorio artigianale tessile, solleva significati su cui riflettere, mentre ci si intrattiene con amici e familiari. L’intero centro multiservizi e accoglienza Borgo Digani richiama ad un forte segnale di concretezza e modellizzazione di un sistema di welfare che vede, come rete e in sinergia, il Terzo settore, le istituzioni e il mondo profit, al fine di promuovere benessere nel territorio e per le persone, ponendo l’accento su quei legami autentici che alimentano la speranza di una qualità di vita e di relazione realmente generativa.
Persone
“Appena vinco smetto!”. Esperienze del gioco d’azzardo al femminile, nel territorio bolognese
Da tempo la Fondazione IPSSER ha avviato approfondimenti e ricerche sulle tematiche relative al gioco d’azzardo. La ricerca, confluita nel volume “Se mi togliete il gioco divento matto” di Ivo Colozzi, Carla Landuzzi e Daria Panebianco (FrancoAngeli 2017), aveva già evidenziato, tra l’altro, una propensione al gioco d’azzardo, ancora sotto traccia e sfuggente alle rilevazioni dei dati, da parte delle donne. Tale propensione presenta, nelle donne, caratteristiche non totalmente equiparabili e sovrapponibili ai percorsi degli uomini. Da tale ipotesi si è avviato lo studio e la raccolta di esperienze confluite nel nuovo volume “Appena vinco smetto!” (FrancoAngeli 2025), che vede la collaborazione dell’UOC Dipendenze Patologiche, Azienda USL di Bologna e Giocatori AnonimiItalia.
Il volume
Oltre all’approccio biomedico con cui viene analizzato il fenomeno del gioco d’azzardo, è presa in considerazione la dimensione sociale delle giocatrici, come pure il ruolo decisivo delle reti sociali e la dominanza dei fattori sociali come condizionanti la propensione all’azzardo delle donne. La riduzione della prospettiva sociologica può portare a indebolire l’identificazione dei fattori sociali in grado di favorire il benessere delle donne e proteggerle dai comportamenti di dipendenza. Diversità di genere che non riguarda solo la frequenza al gioco, ma anche la tipicità dell’approccio e, forse, anche, può risentire gli echi delle istanze di emancipazione femminile.
La prima parte del volume presenta una rassegna dei quadri teorici e delle ricerche sociologiche sul gioco d’azzardo al femminile. La secondaparte, basata su interviste semi-strutturate somministrate a giocatrici di Bologna e Provincia, propone un profilo delle stesse e l’analisi delle loro “carriere di gioco”. La terza parte analizza le risposte al problema del gioco d’azzardo al femminile offerte sul territorio bolognese dai servizi pubblici e dalle organizzazioni non profit. Nella parte conclusiva, il volume presenta una analisi dal punto di vista etico delle “compli-cate” relazioni tra Stato e gioco d’azzardo.
“Appena vinco smetto!” è pubblicato con licenza Creative Commons in open access, ossia il file dell’intero lavoro è liberamente scaricabile dalla piattaforma FrancoAngeli Open Access.
Alluvione, concluso a Monghidoro l’intervento sulla SP 60 “San Benedetto Val di Sambro”
23 Luglio 2025
È il primo realizzato, con oltre 300 mila euro, anche grazie al coordinamento operativo della Fondazione Carisbo per l’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna
Si sono conclusi nel territorio del comune di Monghidoro, in località Cà di Pallerino e Cà di Briscandoli, i lavori stradali della strada provinciale SP 60 “S. Benedetto Val di Sambro”, che hanno riguardato il consolidamento e la messa in sicurezza di due tratti danneggiati a seguito degli eventi alluvionali verificatisi nel maggio 2023 (ai km 19+500 in località “Cà di Pallerino” e 22+500 in località “Cà di Briscandoli”). In entrambi i casi sono state costruite gabbionate metalliche per consolidare le scarpate e si è provveduto, alla necessaria regimentazione idraulica dei versanti di monte e di valle, oltre alla costruzione della nuova pavimentazione stradale e segnaletica orizzontale.
Il costo complessivo dell’intervento è stato di 329.000 euro, finanziati per 200.000 euro dal Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione verificatasi in Emilia-Romagna, Toscana e Marche (nell’ordinanza 35 del 24/9/2024), 109.000 euro dall’Associazione tra Fondazioni di origine bancaria dell’Emilia-Romagna, con il coordinamento operativo della Fondazione Carisbo, e per i restanti 20.000euro con fondi del bilancio della Città metropolitanadi Bologna.
L’impiego di queste risorse è seguito alla donazione alla Città metropolitana, nel novembre 2023, di 1,5 milioni di euro da parte della Fondazione e di Intesa Sanpaolo per finanziare una serie di interventi le cui caratteristiche non rientravano nel perimetro dei rimborsi urgenti chiesti alla struttura commissariale, e che come tali necessitavano di fonti di finanziamento alternative, consentendo ulteriori miglioramenti alla SP 60 e ad altre strade provinciali danneggiate, il rifacimento dello storico ponte in località Bellaria a Monzuno, al confine con Marzabotto, sulla SP 325 di Val di Setta e Val di Bisenzio, l’acquisto di mezzi per il controllo e la manutenzione stradale.
Persone
Orfani di femminicidio, torna l’iniziativa “A braccia aperte” promossa da Con i Bambini
22 Luglio 2025
“A braccia aperte”
Sono 10 i milioni di euro del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile messi a disposizione per il sostegno degli orfani di femminicidio grazie al rinnovo del bando “A braccia aperte”. In questo modo Con i Bambini prosegue e amplia l’iniziativa già pubblicata nel corso del 2020 e riconosciuta come modello di intervento di riferimento sul tema anche nel confronto istituzionale, per consolidare ed estendere la rete nazionale di supporto agli orfani di vittime di crimini domestici esistente.
In funzione della qualità dei progetti ricevuti, è messo a disposizione un ammontare complessivo di 10 milioni di euro suddiviso in due linee di intervento complementari: 5 milioni saranno destinati al rifinanziamento dei progetti già avviati e 5 milioni al sostegno di nuove reti. Tutti gli enti di Terzo settore, in linea con le caratteristiche richieste, sono invitati a presentare la propria proposta di progetto on line tramite la piattaforma Chàiros entro le ore 13:00 del2 ottobre 2025.
Il contesto italiano ed europeo
Il fenomeno dei crimini domestici rappresenta un problema grave e diffuso in Italia, con ripercussioni che si estendono ben oltre le vittime dirette. A vivere le conseguenze dei crimini domestici vi è una categoria di persone particolarmente vulnerabile: i cosiddetti ‘orfani speciali’, bambini e ragazzi che perdono un genitore a seguito di un omicidio commesso dall’altro genitore. Questa situazione, purtroppo, è tutt’altro che marginale e richiede un’attenzione crescente. Le statistiche più recenti e le analisi di enti come l’ISTAT, il Ministero dell’Interno e le associazioni antiviolenza confermano una persistente e allarmante incidenza dei femminicidi e, più in generale, degli omicidi in ambito familiare. In Italia, ogni anno, decine di donne vengono uccise da partner o ex partner, e in una percentuale significativa di questi casi, sono presenti figli minori. Le stime più prudenti indicano che, annualmente, centinaia di bambini si trovano a dover affrontare la perdita contemporanea di entrambi i genitori a causa di un omicidio-suicidio o di un omicidio seguito da arresto. Questo dato rende l’Italia uno dei paesi europei con un numero elevato di ‘orfani speciali’.
A livello europeo, la consapevolezza del fenomeno è in crescita, ma la raccolta omogenea dei dati e la codificazione esatta dei ‘figli orfani di femminicidio’ (o più ampiamente, di crimine domestico) sono ancora in fase di affinamento.
Un sostegno adeguato per un fenomeno in crescita
La vita dei figli di vittime di un crimine domestico viene fortemente sconvolta, dal momento che non affrontano un lutto ordinario, ma un trauma complesso e stratificato, che comprende: la perdita violenta e contemporanea di entrambi i genitori: uno ucciso, l’altro in carcere o latitante. Questo impedisce un processo di elaborazione del lutto ‘normale’ e li espone a un senso di abbandono e tradimento profondo. Il trauma dell’esposizione: spesso, bambini e ragazzi sono stati testimoni diretti o indiretti delle violenze che hanno preceduto l’omicidio, se non dell’atto stesso, con la conseguente esposizione a un disturbo da stress post-traumatico (PTSD) complesso. Inoltre, la stigmatizzazione sociale: portano il ‘marchio’ di una tragedia familiare che li isola e li rende oggetto di pietismo o, peggio, di giudizio.
Le conseguenze subite da questi bambini e ragazzi sono multiple e rintracciabili a vari livelli: giuridico, sociale e psicologico. Grazie al bando “A braccia aperte” centinaia di bambini, ragazzi e le famiglie affidatarie hanno potuto ricevere un sostegno adeguato a un fenomeno che è fortemente in crescita.
Con la prima edizione dell’iniziativa “A braccia aperte”, Con i Bambini attraverso un percorso di progettazione partecipata nel 2021 ha selezionato 4 cantieri educativi dedicati agli orfani delle vittime di femminicidio, nel Nord Est, nel Nord Ovest, nel Centro e al Sud, sostenuti complessivamente con 10 milioni di euro.
Bologna Serena per gli anziani: apre Villa Serena, nuovo spazio per le persone anziane e la comunità
07 Ottobre 2025
Sabato 11 ottobre, dalle 11 alle 19, Villa Serena (via della Barca 1) apre le sue porte con una grande festa dedicata a tutta la cittadinanza. La Villa diventa così il punto di riferimento del progetto Bologna Serena per gli anziani, promosso da Comune di Bologna, Fondazione Carisbo, Chiesa di Bologna, in collaborazione con Asp Città di Bologna e Azienda Usl di Bologna.
Per i prossimi tre anni, il progetto svilupperà servizi di supporto, assistenza e inclusione sociale pensati per la popolazione over 65 e per i caregiver. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita delle persone anziane, rafforzare i legami comunitari e favorire una visione intergenerazionale che abbraccia tutta la cittadinanza. Si tratta di un percorso che coniuga salute, prevenzione, cultura e socialità, per creare un tessuto cittadino più coeso e solidale.
Villa Serena sarà un luogo aperto e accogliente, dove famiglie, cittadinanza, organizzazioni e professionisti potranno incontrarsi. A partire dal 13 ottobre ospiterà un nuovo servizio di ascolto e orientamento, verranno attivati servizi di supporto e prevenzione al deterioramento cognitivo e proposto un calendario di eventi, laboratori, corsi e percorsi dedicati al benessere, alla salute, alla cultura e alla socialità.
La festa di inaugurazione
La giornata inaugurale di sabato 11 ottobre sarà ricca di appuntamenti. Si comincerà alle 11 con l’accoglienza del pubblico e una sessione di ginnastica per tutte le età a cura del progetto Vivi in salute. Dalle 12 gli ospiti potranno pranzare nei giardini della Villa, grazie agli stand gastronomici allestiti per l’occasione.
Nel pomeriggio, alle 14, sono previsti i saluti istituzionali e la presentazione delle attività future di Bologna Serena, seguiti dall’inaugurazione della mostra fotografica La Persona è Bologna. Alle 15 sarà la volta del monologo ironico Umarells forever di Danilo Masotti, mentre alle 16.15 il Club Magico Italiano porterà in scena uno spettacolo di magia per grandi e piccoli. Alle 17.15 i bambini potranno gustare una merenda in giardino offerta dalle Case di Quartiere di Borgo Panigale Reno. La giornata si chiuderà alle 17.30 con la musica dal vivo del cantautore bolognese Savo. Durante tutta la festa saranno attivi l’Infopoint Bologna Serena, gli stand delle Case di Quartiere, la libreria itinerante JustRead dell’Associazione Equi-Libristi, oltre al bar e al punto ristoro. Sarà inoltre possibile visitare la mostra La Persona è Bologna e partecipare agli scatti del set Scatti di Serenità. In caso di maltempo, le attività previste nei giardini si terranno all’interno della Villa.
I servizi di Bologna Serena
Al centro del progetto c’è il nuovo Bologna Serena Infopoint, uno spazio pensato per accogliere, informare e orientare cittadini e cittadine. Rivolto in particolare a persone anziane e caregiver, l’Infopoint offrirà informazioni chiare e aggiornate sulla rete dei servizi cittadini, sulle opportunità di welfare e sulle iniziative culturali e sociali disponibili a Bologna. Sarà attivo sia con uno sportello fisico, sia tramite telefono ed e-mail, per garantire un supporto accessibile e diffuso: telefono 051 2196099, e-mail bolognaserena@comune.bologna.it.
Accanto a questo servizio nasceranno attività di prevenzione e supporto al deterioramento cognitivo. In collaborazione con ASP Città di Bologna, Villa Serena ospiterà il Caffè Alzheimer, uno spazio settimanale rivolto a persone con diagnosi di disturbo neurocognitivo maggiore e ai loro familiari, e il Gruppo continuativo della memoria, che attraverso incontri guidati da psicologi esperti offrirà stimolazione cognitiva e occasioni di socializzazione in un contesto accogliente.
All’interno della Villa troverà posto anche la prima Palestra della Memoria di Bologna, un’iniziativa promossa dall’Azienda USL per prevenire il decadimento cognitivo e promuovere la socialità. Le attività saranno gratuite e condotte da volontari formati, con il supporto di professionisti del Centro Disturbi Cognitivi dell’Azienda USL di Bologna. Dopo un percorso formativo dedicato ai nuovi “allenatori della memoria”, gli incontri settimanali destinati agli over 65 prenderanno il via nel 2026. Tutti gli interessati possono diventare volontari. Gli incontri di formazione (quattro in totale e anch’essi gratuiti) si svolgeranno tra novembre e dicembre: il reclutamento dei volontari è già attivo, tutte le informazioni per candidarsi sono disponibili sul sito internet dell’Azienda USL di Bologna.
Il progetto prevede inoltre il consolidamento di Vivi in salute, attività dedicate alla promozione del movimento e dell’allenamento della memoria, con ginnastica dolce, esercizi di stimolazione cognitiva e momenti di socializzazione pensati per persone autosufficienti o con lievi fragilità.
Infine, da ottobre a dicembre 2025, Villa Serena ospiterà un ricco programma di laboratori e corsi gratuiti realizzati in collaborazione con associazioni e professionisti che collaborano con i progetti Cra aperte e Centri servizi aperti di Asp Città di Bologna. Le attività, rivolte sia ad anziani sia alla cittadinanza nel suo insieme, saranno aggiornate e riproposte a partire da gennaio 2026.
Persone
Giornata Europea delle Fondazioni 2025: “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”
23 Settembre 2025
Dal 22 settembre al 1° ottobre, l’iniziativa nazionale di Acri e Assifero per valorizzare i progetti che contrastano le disuguaglianze e creano nuove opportunità per i giovani
Per il 57% degli italiani la città in cui vivono non offre spazi e opportunità adeguati ai giovani, né luoghi che agevolino l’incontro di persone nuove e interessanti (la percentuale sale al 69% per i residenti nelle città di media dimensione). C’è poi un problema di accessibilità: laddove le occasioni ci sono, risultano troppo costose (31%) o difficilmente raggiungibili (30%). Inoltre, per la maggioranza degli italiani, offrire più occasioni di crescita e socialità a bambini e ragazzi significherebbe ridurre il rischio di marginalità sociale, favorire relazioni positive e valorizzare i talenti. Lo rileva l’indagine “Gli italiani e il tempo libero. Giovani e adulti a confronto tra interessi e opportunità”, realizzata da SWG e disponibile in versione integrale a questo link.
Il contrasto delle disuguaglianze di opportunità per le nuove generazioni è al centro di “Germogliazioni. Giovani primavera di comunità”, campagna promossa da Acri e Assifero con le quasi 200 Fondazioni associate, in occasione della tredicesima Giornata Europea delle Fondazioni. Dal 22 settembre al 1° ottobre partecipano 150 progetti in tutta Italia che, ogni giorno, offrono ai giovani esperienze accessibili di cultura, sport, conoscenza, socialità e lavoro. L’elenco completo è sul sito www.germogliazioni.it