Fino al 19 gennaio a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

“MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Carlo Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro.

Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi

A cura di Luciano Pantaleoni

Sede
Casa Saraceni (via Farini, 15 – Bologna)

Inaugurazione
20 dicembre 2024 ore 16

Periodo di apertura
20 dicembre 2024 – 19 gennaio 2025

Orari di apertura
Martedì-venerdì ore 15-18
Sabato, domenica ore 10-18
Festivi (24, 25, 26, 31 dicembre, 1 e 6 gennaio) ore 10-18
Lunedì chiuso

Ingresso libero

Figure in terracotta del presepio bolognese (secoli XVIII-XIX)

In occasione delle festività natalizie viene esposta in una delle vetrine di Casa Saraceni, affacciate sotto il portico di via Farini 15, una raccolta di statuette da presepio dei secoli XVIII-XIX, acquisite nel 2007 sul mercato antiquario dalla Fondazione che ne ha così scongiurato lo smembramento e la dispersione.

Le statuette, parte di un nucleo di settanta figure dei secoli XVIII-XIX, provengono da collezioni storiche bolognesi, in particolare da quelle della famiglia Baiesi e della famiglia Zacchia-Rondinini. In origine davano vita a diversi presepi, come indicano la varietà delle dimensioni, le differenti tecniche esecutive e l’oscillante profilo qualitativo.

Agli inizi del Novecento furono oggetto degli interventi critici pionieristici di Francesco Malaguzzi Valeri. Realizzate in terracotta da artisti bolognesi tra Settecento e Ottocento, sono rivestite da vivace e brillante policromia. Si sa che a questo genere di produzione, apparentemente minore, si applicarono anche importanti scultori e plasticatori, quali Giuseppe Maria Mazza, Angelo Piò e il figlio Domenico, Filippo Scandellari e Giacomo De Maria. A quest’ultimo, allievo di Antonio Canova a Roma, spetta la figura della Madonna posta di profilo che attira a sé il Bambino benedicente avvolgendolo circolarmente con le braccia.

Tra le caratteristiche presenze popolari del presepio conservato nelle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione – tra cui pastori, artigiani, contadini, massaie, angeli e zampognari, ma anche animali da cortile e bestie da soma – sono riconoscibili figure peculiari della tradizione bolognese, come il “dormiglione”.

L’esposizione temporanea delle statuette rimette straordinariamente in circolo un genere artistico nel quale si combinano brillantezze cromatiche, esotismi orientali ed eleganze settecentesche. Vi trovano inoltre rappresentazione i mestieri scomparsi dell’antico mondo contadino e pastorale, portati alla ribalta con inesauribile fantasia.

Presentata la X edizione del Festival della Scienza Medica

Due Premi Nobel per la Medicina e numerosi illustri professori completano il programma della 10° edizione del Festival della Scienza Medica, promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna in collaborazione con l’Università di Bologna, in programma dal 24 al 26 novembre nel Complesso Universitario di Santa Lucia, anticipato da un’anteprima il 15 novembre presso Casa Saraceni, sede della Fondazione Carisbo.

Obiettivo del Festival, quello di divulgare in maniera corretta il sapere della scienza medica, portando in città alcuni dei più celebri studiosi, con lo scopo di approfondire e analizzare i rapporti tra la medicina, i suoi progressi e le sue sfide.

«Il tema “salute e sanità” ha assunto una dimensione importante nei programmi della Fondazione Carisbo, in coerenza con la finalità di favorire il benessere del territorio, come provano il sostegno dato alla ricerca traslazionale e all’implementazione della strumentazione medica della quale il Cyberknife donato alla sanità pubblica rappresenta un punto di eccellenza. Il benessere significa soprattutto qualità della vita per la quale assume un rilievo fondamentale la salute da preservarsi con corretti stili di vita e con il sostegno di medici “alleati” capaci di affiancarci con una puntuale comunicazione e una qualificata assistenza – dichiara Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Carisbo –. Per sviluppare pienamente questo rapporto di fiducia medico/paziente occorre individuare strategie e linguaggi adatti per richiamare l’attenzione dei destinatari, favorirne le scelte più salutari e sostenerli nei percorsi di cura. Queste considerazioni ci hanno guidato nello strutturare il programma del Festival della Scienza Medica che intende suscitare ulteriori corretti dibattiti dimostrando la possibilità di approcci razionali ai problemi, basati su criteri di rigore scientifico, l’importanza dell’apertura alle nuove evidenze rese disponibili da numerose discipline e il valore terapeutico del rapporto dialogico con l’assistito».

«In un mondo sempre più dominato dai mezzi di comunicazione, diffondere la consapevolezza degli effetti positivi sulla salute, individuale e collettiva, prodotti dalle corrette informazioni sugli sviluppi della scienza medica, è l’antidoto più efficace contro la diffidenza e lo scetticismo indotti dall’enfatizzazione di disfunzioni e carenze dei servizi sanitari – commenta il Prof. Fabio Roversi-Monaco, Presidente della Commissione Tecnico-Scientifica –. Le letture magistrali di due scienziati ai quali è stato conferito il Premio Nobel per la Medicina documenteranno in modo esemplare uno dei fattori chiave che il Festival intende sottolineare, ovvero l’interdipendenza dei processi che dalla ricerca di laboratorio portano ad innovare sia le metodiche diagnostiche e terapeutiche sia le strategie di prevenzione primaria e secondaria di specifiche patologie. Inoltre, le relazioni tematiche di numerosi autorevoli scienziati e clinici offriranno gli elementi essenziali per la comprensione degli sviluppi in atto della scienza medica, di base e clinica».

Il Festival della Scienza Medica affronta quindi temi cruciali, dalla diffusione delle corrette informazioni nelle interazioni tra medici e pazienti al ruolo della comunicazione, dal rapporto tra ambiente, clima e salute a quello tra salute e alimentazione, fino agli influssi delle nuove tecnologie, come l’AI.

Il programma include le lectio magistralis dei Premi Nobel per la Medicina: Paul Nurse (domenica 24 novembre, ore 11.15) e Michael Rosbash (domenica 24 novembre, ore 12.00). Inoltre, John Ioannidis della Stanford University interverrà sul tema della Biomedical Data Science e della statistica (martedì 26 novembre, ore 9.00). Tra i relatori italiani di maggior rilievo Gaetano Domenico Gargiulo, dell’Università di Bologna che parlerà di ricerca e innovazione per migliorare le prospettive di vita nei bambini con cardiopatie congenite, Paolo Vineis dell’Imperial College London, che parlerà del concetto di esposoma (lunedì 25 novembre, ore 9.00), e Alberto Mantovani, Direttore Scientifico di Humanitas Milano (lunedì 25 novembre, ore 14.30).

Completano il programma Andrea Grignolio dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, con un intervento sull’etica dell’AI (lunedì 25 novembre, ore 17.50), Franco Locatelli, Presidente del Consiglio Superiore di Sanità che parlerà di sostenibilità e accesso alle terapie innovative, e Giuseppe Remuzzi dell’Istituto Mario Negri, che discuterà di farmacia e costi (martedì 26 novembre, ore 11.40).

Non mancheranno inoltre momenti di attenzione alla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, con la lettura di Francesca Merzagora, Presidente della Fondazione Onda (lunedì 25 ore 12.30), e intervalli musicali come il concerto dei Cori di Festa e di Fede, con il Coro e strumentisti della Cappella di Santa Maria dei Servi (lunedì 25 ore 21.00).

Partecipano al Festival della Scienza Medica, Intesa Sanpaolo – main sponsor – Associazione italiana ospedalità privata provincia di Bologna e Dompé Farmaceutici S.p.A.

Compongono la Commissione tecnico-scientifica del Festival il Prof. Fabio Roversi-Monaco (Presidente), il Prof. Claudio Borghi, il Prof. Carlo Cipolli, il Prof. Roberto Di Bartolomeo, la Dott.ssa Angela Petronelli. È responsabile scientifico del Festival il Prof. Luigi Bolondi ed il responsabile organizzativo è il Dott. Michelangelo Poletti.

Il Festival della Scienza Medica è un evento aperto a tutti e con ingresso libero, fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Dal 5 al 12 ottobre la seconda edizione del festival “è cultura!”

Da sabato 5 ottobre e per una settimana, fino al 12 ottobre, su tutto il territorio nazionale eventi, appuntamenti, presentazioni di libri, concerti, ingressi gratuiti e visite guidate nelle sedi che partecipano all’iniziativa

Dal 5 al 12 ottobre al via la nuova edizione di è cultura! la manifestazione nazionale promossa dall’ABI (Associazione Bancaria Italiana) e dall’Acri (Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio),  in collaborazione con FEdUF (Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio). È prevista la partecipazione della Banca d’Italia. Il festival è inclusivo e intergenerazionale e ha l’obbiettivo di promuovere lo sviluppo socioculturale del Paese.

Tutti gli appuntamenti in costante aggiornamento e l’elenco delle sedi che partecipano all’iniziativa sono sul sito https://eculturadavivere.it/.

Eventi, appuntamenti, presentazioni di libri, concerti, a partire da sabato 5 per una settimana. Non mancano ingressi e visite guidate nelle sedi che partecipano alla manifestazione. Fino a sabato 12 ottobre l’esperienza continuerà con un’ampia gamma di iniziative, dal vivo e da remoto, anche dedicate ai ragazzi. A disposizione di cittadini e turisti appuntamenti in tutta Italia. Inoltre, iniziative di educazione finanziaria con numerosi eventi.

La manifestazione si svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, con il patrocinio del Ministero del Turismo e della Commissione Italiana Nazionale per l’Unesco. L’importanza del festival è testimoniata anche dalla Media Partnership di Rai Cultura e del TGR. L’organizzazione è di ABIServizi. Partecipa FEdUF, la Fondazione per l’educazione finanziaria e al risparmio.

Aperture straordinarie di Palazzo Saraceni con visite guidate sabato 5 ottobre

  • Sabato 5 ottobre e sabato 12 ottobre Palazzo Saraceni, sede della Fondazione (via Farini 15), sarà aperto al pubblico con orario continuato 10-19
  • Sabato 5 ottobre, alle ore 10.30 e alle ore 16, sono in programma visite guidate (senza prenotazione) al Palazzo a cura di Angelo Mazza, Conservatore delle Raccolte d’Arte e di Storia della Fondazione, con introduzione alla mostra “I pittori di Francesco Arcangeli” che nella ricorrenza dei cinquant’anni dalla scomparsa di Francesco Arcangeli (1915-1974) – il maggiore critico d’arte bolognese del Novecento, allievo di Roberto Longhi – espone un’ottantina di dipinti della sua collezione donati alla Fondazione dalla sorella Bianca Rosa, in arte “Rosalba”.

Ritenuto uno degli edifici più interessanti del Rinascimento bolognese tra XV e XVI secolo, Palazzo Saraceni testimonia nel disegno della facciata l’incontro della tradizione bolognese con le novità architettoniche provenienti da Firenze. Risalta la ricca decorazione in terracotta che si alterna all’arenaria dei capitelli del portico. Dimora di Antonio Saraceni agli inizi del ‘500, vide tra i suoi ospiti illustri due ambasciatori veneti al seguito di papa Giulio II. Passato nel 1930 alla Cassa di Risparmio in Bologna, fu internamente restaurato e arredato nell’adeguamento al gusto neorinascimentale. Lo scalone è decorato a “grottesche” da Roberto Franzoni, autore anche dei riquadri allegorici nel salone d’onore al piano nobile. Le sale ospitano dipinti del Sei e del Settecento bolognese appartenenti alle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione. Spicca, entro finissime cornici, la serie delle tempere settecentesche con paesaggi eseguite dal paesista Vincenzo Martinelli e dal figurista Nicola Bertuzzi, un tempo nella villa “La Sampiera” sui colli bolognesi.

Aperture straordinarie della mostra “I pittori di Francesco Arcangeli” per le Giornate Europee del Patrimonio

Anche la Fondazione insieme a numerosi musei, spazi espositivi e luoghi della cultura di Bologna e area metropolitana aderisce sabato 28 e domenica 29 settembre alle Giornate Europee del Patrimonio 2024, dopo la prima positiva sperimentazione avviata nel 2023, con una progettualità e una comunicazione condivise.

L’attività è realizzata con il coordinamento del Settore Musei Civici Bologna e dalla Città metropolitana di Bologna, in un’ottica di rafforzamento del sistema museale metropolitano e di integrazione tra le sue diverse articolazioni.

“Patrimonio in cammino” è il tema italiano scelto per l’edizione 2024 della più estesa e partecipata manifestazione culturale in Europa, che dal 1999 viene organizzata congiuntamente dal Consiglio d’Europa e dalla Commissione europea per celebrare la ricchezza e la diversità del patrimonio culturale europeo, promuovendo al contempo il dialogo, l’inclusione e la cooperazione transfrontaliera.

Nell’occasione sarà aperta al pubblico in via straordinaria la mostra “I pittori di Francesco Arcangeli nelle donazioni di Rosalba alle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo” che nella ricorrenza dei cinquant’anni dalla scomparsa di Francesco Arcangeli (1915-1974) – il maggiore critico d’arte bolognese del Novecento, allievo di Roberto Longhi – espone un’ottantina di dipinti della sua collezione donati alla Fondazione dalla sorella Bianca Rosa, in arte “Rosalba”:

  • sabato 28 settembre ore 10-23 apertura straordinaria (ingresso libero)
  • sabato 28 settembre, ore 18, visita guidata alla mostra (senza prenotazione)
  • domenica 29 settembre ore 10-19 apertura straordinaria (ingresso libero)

Il programma completo con tutte le sedi e istituzioni aderenti alle Giornate Europee del Patrimonio è consultabile sul sito della Città metropolitana di Bologna.

A Casa Saraceni la mostra “I pittori di Francesco Arcangeli”

I pittori di Francesco Arcangeli nelle donazioni di Rosalba alle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna

Nella ricorrenza dei cinquant’anni dalla scomparsa di Francesco Arcangeli (1915-1974) – il maggiore critico d’arte bolognese del Novecento, allievo di Roberto Longhi, docente universitario e direttore della Galleria Comunale d’Arte moderna, attivo tanto nel campo dell’arte antica quanto nel contemporaneo – si espongono un’ottantina di dipinti della sua collezione che furono donati alle Collezioni d’arte della Fondazione dalla sorella Bianca Rosa, in arte “Rosalba”.

Sono opere di artisti apprezzati da Francesco Arcangeli e da lui presentati nelle diverse mostre, molti dei quali formatisi nell’Accademia di Belle Arti di Bologna; in particolare gli esponenti dell’Ultimo naturalismo, edizione bolognese dell’Informale, a dimostrazione della vitalità della cultura figurativa cittadina tradizionalmente identificata nell’esclusiva figura di Giorgio Morandi: artisti quali Vasco Bendini, Aldo Borgonzoni, Maurizio Bottarelli, Giovanni Ciangottini, Carlo Corsi, Pompilio Mandelli, Luciano Minguzzi, Ennio Morlotti, Maria Luisa Petroni, Giovanni Poggeschi e Sergio Vacchi.

L’esposizione delle loro opere è accompagnata dalla selezione di brani critici di Francesco Arcangeli e dal documentario Le Notti di Rosalba, vincitore del Premio Migliore Biografia d’Artista della 26esima edizione dell’AsoloArtFilmFestival nel 2007.

I pittori di Francesco Arcangeli nelle donazioni di Rosalba alle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna

A cura di Angelo Mazza

Sede
Casa Saraceni (via Farini, 15 – Bologna)

Inaugurazione
26 settembre 2024 ore 15

Periodo di apertura
26 settembre – 1 dicembre 2024

Orari di apertura
Martedì-venerdì ore 15-18
Sabato, domenica ore 10-18
Festivi (4 ottobre, 1 novembre) ore 10-18
Lunedì chiuso

Aperture straordinarie e visita guidata in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2024

  • sabato 28 settembre ore 10-23 apertura straordinaria
  • sabato 28 settembre, ore 18, visita guidata alla mostra (senza prenotazione)
  • domenica 29 settembre ore 10-19 apertura straordinaria

Aperture straordinarie e visite guidate in occasione del festival è cultura! 2024

  • sabato 5 e 12 ottobre ore 10-19 aperture straordinarie
  • sabato 5 ottobre, ore 10.30 e 16, visite guidate (senza prenotazione) a Casa Saraceni, ritenuto uno degli edifici più interessanti del Rinascimento bolognese tra XV e XVI secolo, e introduzione alla mostra con il curatore Angelo Mazza, Conservatore delle Raccolte d’Arte della Fondazione

Ingresso libero

A Casa Saraceni la mostra “Per un’idea del colore” in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Bologna per Opentour 2024

Per un’idea del colore

Francesca Bruzzaniti, Changchang Xu, Michele Cotelli, Gloria Franzin, Federico Grilli, Sofia degli Esposti, Francesco Levoni, Naiyuan Liu, Emma Masut, Chiara Niccoli, Sabrina Oliviero, Elettra Paionni, Anita Poidomani, Giovanni Pozzobon, Alice Ricci, Francesca Rinaldi, Dionysis Saraji, Lucia Spadotto, Wu Jilan

La mostra collettiva Per un’idea del colore rappresenta il culmine del percorso didattico intrapreso dagli studenti del biennio specialistico di Arti Visive del docente Luca Caccioni.

Le opere in mostra sono il risultato di un programma fondato su attività seminariali, riflessioni, confronti e sperimentazioni che, nel corso dell’anno, ha attraversato un vasto panorama di tematiche, metodologie e linguaggi legati alla pittura e alle arti contemporanee.

Il colore diventa in questo senso uno strumento ricorrente e costante, dal potere evocativo ed espressivo, comune alle diverse “opere-esercizio” prodotte, installate in aula e discusse collettivamente durante l’anno, promuovendo un dialogo critico e un confronto attivo volto a valorizzare le personali identità artistiche degli studenti.

Per un’idea del colore è la testimonianza visiva di un itinerario in divenire: un amalgama eterogeneo di pratiche, idee e pensieri guidato dal desiderio, dalla necessità e dall’intuizione.

Opentour 2024 – Art is coming out

Dal 18 al 23 giugno, l’Accademia di Belle Arti di Bologna festeggia la decima edizione di Opentour, curata, per il terzo anno consecutivo, da Carmen Lorenzetti e Giuseppe Lufrano.

Martedì 18 giugno dalle ore 10.00 alle 18.30 si aprono le porte della storica istituzione bolognese e della sua nuova sede di via del Guasto, con Openshow, poliedrica fucina della creatività che si articola in un ampio percorso espositivo – quest’anno esteso anche ad alcuni spazi esterni – con opere di oltre 600 studentesse e studenti dei Dipartimenti di Arti Visive e di Progettazione e arti applicate, e visite guidate a cura del Dipartimento di Comunicazione e didattica dell’arte.

Giovedì 20 giugno dalle ore 15.00 alle 23.00, tra le strade e le piazze della città, inaugura il grande evento diffuso Giovani talenti in galleria, organizzato dall’Accademia di Belle Arti con la collaborazione dell’Associazione Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea Confcommercio Ascom Bologna: 28 tra gallerie e spazi privati, ognuno dei quali proporrà una mostra specifica, con protagoniste assolute, le opere di studentesse e studenti dei Bienni e dell’ultimo anno dei Trienni.

>>> mappa online

>>> programma completo

Opentour fa parte di Bologna Estate 2024, il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune di Bologna e dalla Città metropolitana di Bologna – Territorio Turistico Bologna-Modena.

Art Up 2024

Sabato 22 giugno alle ore 18, all’interno della Corte del Terribilia, l’Accademia di Belle Arti di Bologna ospiterà Art Up 2024, il riconoscimento ideato nel 2018 da Fondazione Zucchelli per promuovere i giovani talenti dell’arte, realizzato in collaborazione con l’Accademia e l’Associazione delle Gallerie di Arte Moderna e Contemporanea di Bologna Confcommercio Ascom Bologna.

Alla sua sesta edizione, il premio è realizzato con il sostegno economico di Fondazione Carisbo, di Banca di Bologna e della Collezione Falconi Leidi, e trova spazio nell’ambito di Opentour, la manifestazione organizzata dall’Accademia al termine di ogni anno accademico per far conoscere al pubblico i lavori realizzati da studentesse e studenti.

La giuria presieduta anche quest’anno da Lorenzo Balbi, Direttore Artistico del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, e composta dalla curatrice, storica e critica d’arte Eva Brioschi e dal collezionista e Direttore operativo di Arte Fiera Enea Righi, avrà il compito di vagliare i 125 lavori di arte contemporanea in concorso, presentati in occasione di Opentour all’interno della sezione Giovani talenti in galleria in 24 gallerie e spazi espositivi differenti.

Le due opere vincitrici del ‘Premio dei Collezionisti’ e del ‘Premio per la Grafica/Illustrazione’, finanziati dalla Fondazione Carisbo, entreranno a far parte delle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione.

Per un’idea del colore

Mostra a cura del Prof. Luca Caccioni
con la collaborazione di Olivia Teglia e Luca Campestri

promossa da
Fondazione Carisbo
Accademia di Belle Arti di Bologna

Sede
Casa Saraceni (via Farini, 15 – Bologna)

Inaugurazione
giovedì 20 giugno ore 15-23

Periodo di apertura
Dal 21 giugno al 28 luglio 2024

Orari di apertura
martedì-venerdì ore 15-18
sabato, domenica ore 10-18
lunedì chiuso

Ingresso libero

Apertura straordinaria di Casa Saraceni per la Notte Europea dei Musei

Sabato 18 maggio 2024, dalle ore 10 fino alle 24, le sale espositive di Casa Saraceni aprono al pubblico in via straordinaria, con ingresso gratuito, in occasione della Notte Europea dei Musei 2024. Nella stessa giornata viene inoltre celebrata la Giornata Internazionale dei Musei, quest’anno dedicata al tema “Musei per l’Educazione e la Ricerca”.

Anche la sede della Fondazione è tra i 55 musei e gli spazi culturali di Bologna e della Città metropolitana aderenti alla 20° edizione della Notte Europea dei Musei, iniziativa nata in Francia e dal 2011 estesa a tutta la comunità europea, con il patrocinio di UNESCO, Consiglio d’Europa e ICOM e, in Italia, del Ministero della Cultura.

La Fondazione offre così ai visitatori l’opportunità di visitare la mostra Amintore Fanfani pittore. Uno stile ancora attuale, promossa in collaborazione con il Comitato per le Celebrazioni nel 25° anniversario della morte del Senatore Amintore Fanfani, un’esposizione dedicata alla figura di Fanfani che ha sempre saputo distinguere il se stesso artista dal politico, attraversando la fase dello spazialismo per arrivare alle prove evocative e molto prossime al simbolismo.

Durante questa speciale giornata e fino a tarda notte, i musei di Bologna e della Città metropolitana propongono un ricco programma coordinato di 105 appuntamenti, tra aperture straordinarie in fascia serale, speciali visite guidate, concerti, spettacoli teatrali e degustazioni, per esplorare le mostre dei vari musei cittadini e partecipare a iniziative speciali scoprendo il fascino dell’arte e della cultura.

>>> Programma completo

A Casa Saraceni la mostra “Amintore Fanfani pittore. Uno stile ancora attuale”

A Casa Saraceni la mostra promossa in collaborazione con il Comitato per le Celebrazioni nel 25° anniversario della morte del Senatore Amintore Fanfani

Inaugura venerdì 10 maggio alle ore 17, nelle sale espositive di Casa Saraceni, sede della Fondazione, la mostra promossa in collaborazione con il Comitato per le Celebrazioni nel 25° anniversario della morte del Senatore Amintore Fanfani.

Intervengono:

Patrizia Pasini
Presidente Fondazione Carisbo

Pier Ferdinando Casini
Senatore della Repubblica


Saranno inoltre presenti:

Massimo Bugani
Assessore all’Innovazione Digitale Comune di Bologna

Fiorenzo Silvestri
Studioso d’arte e collezionista

Franco Ciavattini
Presidente associazione Kairos

Liletta Fornasari 
Curatrice della mostra

Amintore Fanfani (Pieve Santo Stefano, 1908 – Roma, 1999)

Nel 1987 Carlo Ludovico Ragghianti, a proposito di Amintore Fanfani pittore, scrisse che costui dimostrava una vocazione sincera e che lavorava con convinzione e con coerenza. Ragghianti aveva conosciuto Fanfani quando ancora era molto giovane e, tracciandone in modo mirabile il profilo dell’artista, sottolineò come la “sua bene nota perspicacia” non gli consentisse “di prendere per oro colato apprezzamenti ed elogi”. Non essere oggi condizionati da eventuali forme di ossequio dettato dai ruoli istituzionali che Fanfani ha ricoperto, ma al contrario essere liberi di fare una lettura distaccata nella consapevolezza del valore della sua personalità, permette di esaminare il suo operato artistico alla luce della sua reale capacità.

È inevitabile verificare come il comune denominatore delle numerose fasi, che la sua arte ha attraversato, sia sempre stato il desiderio di sperimentare, creando uno stile eclettico e mutevole fondato sulla continua evoluzione delle sue ricerche. Partendo dall’uomo di cultura, che ha sempre dimostrato di essere, Fanfani non è stato un artista dilettante e non dipingeva per hobby, ma per l’esigenza di “fare qualcosa di necessario”. La caratteristica fondamentale dei suoi dipinti è quella di essere in ogni caso espressione di un’indagine interiore, che porta alla contemplazione del reale in immagini “aderenti” all’oggettività.

Affrontata con serio rigore, la pittura per Fanfani, che ha sempre distinto in se stesso l’artista dal politico, è il risultato di una ricerca iniziata da ragazzo in ambiente familiare. Dal figurativo iniziale all’astrazione degli ultimi anni, attraversando la fase dello spazialismo per arrivare alle prove definibili evocative e molto prossime al simbolismo. In quest’ultime, a partire dagli anni Settanta egli si avvale di simboli surreali attinti da un inconscio remoto e “bloccati nel loro attimo sorgivo”.

Grazie alla disponibilità di Fiorenzo Silvestri, cultore d’arte e appassionato collezionista di opere fanfaniane, e della famiglia Fanfani, è stato possibile creare un percorso dagli esordi fino agli anni Novanta, evidenziando tappe fondamentali, come il soggiorno a New York nel 1965.

A questa esperienza seguirono nuove sperimentazioni che hanno avuto seguito anche negli anni successivi. New York provocò nel pensiero e nella formulazione artistica di Fanfani la percezione di una “forma pura”, che poi non ha più abbandonato.

Fanfani è stato protagonista di mostre importanti tra il 1970 e il 1975 (Firenze, presso la Galleria Gradiva e Galleria Michaud, Roma presso Editalia, Beirut, Livorno e Firenze di nuovo presso la Galleria Pananti). Dopo il 1977 molte altre furono le mostre personali, dal Petit Palais di Ginevra, alla Galerie GZ di Berlino, alla Stadtgalerie di Vienna, a Lubiana, dove partecipa alla XII Biennale d’Arte Grafica, alla Galleria Il Traghetto di Venezia, a Caracas presso il Museo di Arte Moderna e a Los Angeles nel 1981 presso la Gregg Juarez Gallery.

In occasione del 750° anniversario della morte di San Francesco prese parte alla celebre collettiva organizzata ad Assisi. Numerose furono anche le mostre collettive che lo videro coinvolto, anche all’estero. A partire dal 1975 per Fanfani ebbe inizio una fase diversa, dovuta ad un nuovo soggiorno in Estremo Oriente, tra Cina e Giappone, che ha lasciato segni importanti nei suoi dipinti.

Liletta Fornasari
Curatrice della mostra

Informazioni sulla mostra

Amintore Fanfani pittore. Uno stile ancora attuale

A cura di Liletta Fornasari

Sede
Casa Saraceni (via Farini, 15 – Bologna)

Inaugurazione
10 maggio 2024 ore 17

Periodo di apertura
11 maggio – 16 giugno 2024

Orari di apertura
Martedì-venerdì ore 15-18
Sabato, domenica e festivi ore 10-18
Lunedì chiuso

Aperture straordinarie
Sabato 18 maggio in occasione della Notte Europea dei Musei, ore 10-24

Ingresso libero

Prorogata a Casa Saraceni la mostra “Francesco Giuliari. Immagini all’acquaforte”

In occasione delle festività pasquali mostra aperta con orario continuato 10-18

Prorogata fino al 1° maggio, nelle sale espositive di Casa Saraceni, sede della Fondazione Carisbo, la mostra che trae origine dalla generosa donazione di 24 dipinti e 45 incisioni di Francesco Giuliari da parte della moglie Laura Coppi Giuliari.

A distanza di oltre un anno dalla mostra Francesco Giuliari “Le cose non stanno che a ricordare” promossa dalla Fondazione nel 2022, questa che segue – Francesco Giuliari. Immagini all’acquaforte –, completa il progetto espositivo su una donazione motivata dai forti legami dell’artista con la città di Bologna, dove questi ha abitato a lungo e dove ha frequentato il Dams laureandosi nell’anno accademico 1975-76. Al catalogo a stampa sul complesso della donazione si aggiunge ora un secondo catalogo che documenta l’intera produzione incisoria dell’artista.

La mostra Francesco Giuliari. Immagini all’acquaforte

Francesco Giuliari si dedicò alla pittura e all’incisione. Artista colto e riflessivo, dialoga con il passato e attualizza modelli della tradizione. La grande tela dal titolo Natura morta con rivisitazione, da tempo esposta in una vetrina del portico di Casa Saraceni, colpisce per la moderna interpretazione della celebre Visitazione di Jacopo Pontormo, testo emblematico del Manierismo cinquecentesco. Il forte impatto iconico, la brillantezza dei colori, la nitida spazialità geometrica e la gestualità sospesa esercitano sul passante un’attrazione suggestiva, trattenendone lo sguardo.

Il corpus delle sue acqueforti si compone di poco più di centocinquanta opere eseguite nell’arco di tre decenni, dal 1975 al 2004. A queste si aggiunge una produzione ‘minore’ composta da ex libris, biglietti augurali e altri lavori d’occasione.

Le prime acqueforti presentano vedute di paese poeticamente silenziose e disabitate, regolate da un occhio prospettico che, nelle privilegiate visioni dei corsi di fiumi e delle superfici d’acqua, insiste sugli esiti del rispecchiamento e delle immagini doppie. In altre invece il sentimento della natura si sofferma sugli effetti luminosi dei tetti innevati, geometricamente ordinati. Il segno si infittisce in densi chiaroscuri, a volte con rinvii morandiani che modulano magistralmente la luce, dal bagliore alle ombre fonde.

Alla visione lirica e semplificata della natura succedono, a partire dal 1978-80, invenzioni più complesse in cui prendono il sopravvento vedute di interni con descrizioni analitiche di oggetti ordinati entro scaffali. In quelle griglie si incasellano, quasi ossessivamente, orologi, libri, chiavi, specchi, carte, animali in miniatura, scatole, giochi d’infanzia e altri oggetti di valenza simbolica dal suggestivo potere evocativo, alla cui decifrazione concorrono le iscrizioni; segno di una cultura letteraria e storico-artistica alquanto vasta.

Nello stesso tempo, così come nella pittura, la figura diviene protagonista. Il segno impeccabile dà luogo a serie memorabili, come quelle dedicate alle vedute di Verona o ai luoghi caratteristici di Bologna dietro un proscenio di oggetti allineati, oppure quella delle Professioni dove il protagonista è immerso tra allegorie e simboli di enigmatica interpretazione.

Francesco Giuliari (Verona, 1929 – Forlì, 2010)

Francesco Giuliari nasce a Verona nel 1929. Frequenta il collegio dei Salesiani e, ottenuta la maturità classica, parte come volontario nell’esercito per la Somalia. La guerra è da poco finita e presso il Protettorato italiano, insieme ad una banda di dubat, pattuglia gli ancora fragili confini somali. Rimane in Africa una decina d’anni, dove ha disegnato moltissimo; ma nulla è rimasto.

Al ritorno a Verona si iscrive al Liceo Artistico e frequenta lo studio del pittore Dino Lanaro. Apprende contemporaneamente la tecnica dell’incisione all’acquaforte. Ottiene la cattedra al Liceo Artistico e poi all’Accademia di Belle Arti ‘Cignaroli’ dove insegna per oltre vent’anni Storia dell’arte e tecniche pittoriche.

Nel 1971 torna studente: si iscrive al Dams appena fondato e si trasferisce a Bologna. Si laurea nel 1976 con una tesi sulla pittura caravaggesca a Verona condotta sotto la guida del professor Pier Giovanni Castagnoli. È un periodo felice, durante il quale mette a punto il linguaggio che caratterizza il suo stile pittorico. Estraneo al circuito ufficiale del mercato, dipinge ritratti e nature morte, disseminati di enigmi da decodificare, ricordi personali, citazioni e allusioni.

È socio fondatore dell’AIER, Associazione Incisori Emiliano Romagnoli (oggi ALI). Le sue opere nascono da una lunga gestazione, un periodo di riflessioni, letture e approfondimenti. L’esecuzione invece è rapida, realizzata di getto, senza un disegno preparatorio.

Nel 2001 si trasferisce a Forlì. Qui continua a dipingere e incidere fino al 2008 quando una malattia agli occhi lo conduce progressivamente alla cecità. “Post caecitatem” sono infatti sottoscritti i suoi ultimi lavori. Impossibilitato a dipingere si dedica alla poesia. Non amava le biografie, ricorda la moglie. A chi gliele chiedeva era solito rispondere con la poesia di un’amica, Daria Menicanti, che invita il lettore a non indugiare sui fatti privati, ma ad osservare le opere. Muore nel 2010.

Informazioni sulla mostra

Francesco Giuliari. Immagini all’acquaforte

A cura di Angelo Mazza
con la collaborazione di Benedetta Basevi e Mirko Nottoli

Sede
Casa Saraceni (via Farini, 15 – Bologna)

Periodo di apertura
20 dicembre 2023 – 1 maggio 2024 (termine prorogato)

Orari di apertura
Martedì-venerdì ore 15-18
Sabato, domenica ore 10-18
Festivi (Pasqua 31 marzo, Pasquetta 1 aprile, 25 aprile e 1 maggio 2024) ore 10-18
Lunedì chiuso

Ingresso libero