Il 30 novembre riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Dal 5 al 12 ottobre la seconda edizione del festival “è cultura!”

Da sabato 5 ottobre e per una settimana, fino al 12 ottobre, su tutto il territorio nazionale eventi, appuntamenti, presentazioni di libri, concerti, ingressi gratuiti e visite guidate nelle sedi che partecipano all’iniziativa

Dal 5 al 12 ottobre al via la nuova edizione di è cultura! la manifestazione nazionale promossa dall’ABI (Associazione Bancaria Italiana) e dall’Acri (Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio),  in collaborazione con FEdUF (Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio). È prevista la partecipazione della Banca d’Italia. Il festival è inclusivo e intergenerazionale e ha l’obbiettivo di promuovere lo sviluppo socioculturale del Paese.

Tutti gli appuntamenti in costante aggiornamento e l’elenco delle sedi che partecipano all’iniziativa sono sul sito https://eculturadavivere.it/.

Eventi, appuntamenti, presentazioni di libri, concerti, a partire da sabato 5 per una settimana. Non mancano ingressi e visite guidate nelle sedi che partecipano alla manifestazione. Fino a sabato 12 ottobre l’esperienza continuerà con un’ampia gamma di iniziative, dal vivo e da remoto, anche dedicate ai ragazzi. A disposizione di cittadini e turisti appuntamenti in tutta Italia. Inoltre, iniziative di educazione finanziaria con numerosi eventi.

La manifestazione si svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, con il patrocinio del Ministero del Turismo e della Commissione Italiana Nazionale per l’Unesco. L’importanza del festival è testimoniata anche dalla Media Partnership di Rai Cultura e del TGR. L’organizzazione è di ABIServizi. Partecipa FEdUF, la Fondazione per l’educazione finanziaria e al risparmio.

Aperture straordinarie di Palazzo Saraceni con visite guidate sabato 5 ottobre

  • Sabato 5 ottobre e sabato 12 ottobre Palazzo Saraceni, sede della Fondazione (via Farini 15), sarà aperto al pubblico con orario continuato 10-19
  • Sabato 5 ottobre, alle ore 10.30 e alle ore 16, sono in programma visite guidate (senza prenotazione) al Palazzo a cura di Angelo Mazza, Conservatore delle Raccolte d’Arte e di Storia della Fondazione, con introduzione alla mostra “I pittori di Francesco Arcangeli” che nella ricorrenza dei cinquant’anni dalla scomparsa di Francesco Arcangeli (1915-1974) – il maggiore critico d’arte bolognese del Novecento, allievo di Roberto Longhi – espone un’ottantina di dipinti della sua collezione donati alla Fondazione dalla sorella Bianca Rosa, in arte “Rosalba”.

Ritenuto uno degli edifici più interessanti del Rinascimento bolognese tra XV e XVI secolo, Palazzo Saraceni testimonia nel disegno della facciata l’incontro della tradizione bolognese con le novità architettoniche provenienti da Firenze. Risalta la ricca decorazione in terracotta che si alterna all’arenaria dei capitelli del portico. Dimora di Antonio Saraceni agli inizi del ‘500, vide tra i suoi ospiti illustri due ambasciatori veneti al seguito di papa Giulio II. Passato nel 1930 alla Cassa di Risparmio in Bologna, fu internamente restaurato e arredato nell’adeguamento al gusto neorinascimentale. Lo scalone è decorato a “grottesche” da Roberto Franzoni, autore anche dei riquadri allegorici nel salone d’onore al piano nobile. Le sale ospitano dipinti del Sei e del Settecento bolognese appartenenti alle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione. Spicca, entro finissime cornici, la serie delle tempere settecentesche con paesaggi eseguite dal paesista Vincenzo Martinelli e dal figurista Nicola Bertuzzi, un tempo nella villa “La Sampiera” sui colli bolognesi.

Aperture straordinarie della mostra “I pittori di Francesco Arcangeli” per le Giornate Europee del Patrimonio

Anche la Fondazione insieme a numerosi musei, spazi espositivi e luoghi della cultura di Bologna e area metropolitana aderisce sabato 28 e domenica 29 settembre alle Giornate Europee del Patrimonio 2024, dopo la prima positiva sperimentazione avviata nel 2023, con una progettualità e una comunicazione condivise.

L’attività è realizzata con il coordinamento del Settore Musei Civici Bologna e dalla Città metropolitana di Bologna, in un’ottica di rafforzamento del sistema museale metropolitano e di integrazione tra le sue diverse articolazioni.

“Patrimonio in cammino” è il tema italiano scelto per l’edizione 2024 della più estesa e partecipata manifestazione culturale in Europa, che dal 1999 viene organizzata congiuntamente dal Consiglio d’Europa e dalla Commissione europea per celebrare la ricchezza e la diversità del patrimonio culturale europeo, promuovendo al contempo il dialogo, l’inclusione e la cooperazione transfrontaliera.

Nell’occasione sarà aperta al pubblico in via straordinaria la mostra “I pittori di Francesco Arcangeli nelle donazioni di Rosalba alle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo” che nella ricorrenza dei cinquant’anni dalla scomparsa di Francesco Arcangeli (1915-1974) – il maggiore critico d’arte bolognese del Novecento, allievo di Roberto Longhi – espone un’ottantina di dipinti della sua collezione donati alla Fondazione dalla sorella Bianca Rosa, in arte “Rosalba”:

  • sabato 28 settembre ore 10-23 apertura straordinaria (ingresso libero)
  • sabato 28 settembre, ore 18, visita guidata alla mostra (senza prenotazione)
  • domenica 29 settembre ore 10-19 apertura straordinaria (ingresso libero)

Il programma completo con tutte le sedi e istituzioni aderenti alle Giornate Europee del Patrimonio è consultabile sul sito della Città metropolitana di Bologna.

A Casa Saraceni la mostra “I pittori di Francesco Arcangeli”

I pittori di Francesco Arcangeli nelle donazioni di Rosalba alle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna

Nella ricorrenza dei cinquant’anni dalla scomparsa di Francesco Arcangeli (1915-1974) – il maggiore critico d’arte bolognese del Novecento, allievo di Roberto Longhi, docente universitario e direttore della Galleria Comunale d’Arte moderna, attivo tanto nel campo dell’arte antica quanto nel contemporaneo – si espongono un’ottantina di dipinti della sua collezione che furono donati alle Collezioni d’arte della Fondazione dalla sorella Bianca Rosa, in arte “Rosalba”.

Sono opere di artisti apprezzati da Francesco Arcangeli e da lui presentati nelle diverse mostre, molti dei quali formatisi nell’Accademia di Belle Arti di Bologna; in particolare gli esponenti dell’Ultimo naturalismo, edizione bolognese dell’Informale, a dimostrazione della vitalità della cultura figurativa cittadina tradizionalmente identificata nell’esclusiva figura di Giorgio Morandi: artisti quali Vasco Bendini, Aldo Borgonzoni, Maurizio Bottarelli, Giovanni Ciangottini, Carlo Corsi, Pompilio Mandelli, Luciano Minguzzi, Ennio Morlotti, Maria Luisa Petroni, Giovanni Poggeschi e Sergio Vacchi.

L’esposizione delle loro opere è accompagnata dalla selezione di brani critici di Francesco Arcangeli e dal documentario Le Notti di Rosalba, vincitore del Premio Migliore Biografia d’Artista della 26esima edizione dell’AsoloArtFilmFestival nel 2007.

I pittori di Francesco Arcangeli nelle donazioni di Rosalba alle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna

A cura di Angelo Mazza

Sede
Casa Saraceni (via Farini, 15 – Bologna)

Inaugurazione
26 settembre 2024 ore 15

Periodo di apertura
26 settembre – 1 dicembre 2024

Orari di apertura
Martedì-venerdì ore 15-18
Sabato, domenica ore 10-18
Festivi (4 ottobre, 1 novembre) ore 10-18
Lunedì chiuso

Aperture straordinarie e visita guidata in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2024

  • sabato 28 settembre ore 10-23 apertura straordinaria
  • sabato 28 settembre, ore 18, visita guidata alla mostra (senza prenotazione)
  • domenica 29 settembre ore 10-19 apertura straordinaria

Aperture straordinarie e visite guidate in occasione del festival è cultura! 2024

  • sabato 5 e 12 ottobre ore 10-19 aperture straordinarie
  • sabato 5 ottobre, ore 10.30 e 16, visite guidate (senza prenotazione) a Casa Saraceni, ritenuto uno degli edifici più interessanti del Rinascimento bolognese tra XV e XVI secolo, e introduzione alla mostra con il curatore Angelo Mazza, Conservatore delle Raccolte d’Arte della Fondazione

Ingresso libero

Rocchetta Mattei, tutte le aperture straordinarie nel mese di agosto

Nel periodo estivo, oltre alle consuete aperture del weekend, sarà possibile visitare la Rocchetta Mattei anche grazie a un programma di aperture straordinarie nelle seguenti giornate:

  • Venerdì 2 agosto ore 9-13
  • Venerdì 9 agosto ore 9-13
  • Giovedì 15 agosto ore 9.30-13 e 14-17.30
  • Venerdì 16 agosto ore 9-13
  • Venerdì 23 agosto ore 9-13
  • Venerdì 30 agosto ore 9-13

La Rocchetta Mattei, dimora storica edificata dal Conte Cesare Mattei (1809-1896), è uno straordinario castello di proprietà della Fondazione gestito dal Comune di Grizzana Morandi, in sinergia con la Città metropolitana di Bologna e l’Unione dei Comuni dell’Appennino bolognese.

La visita alla Rocchetta è solo su prenotazione, da effettuare online collegandosi al sito ufficiale www.rocchetta-mattei.it.

Apertura straordinaria di Casa Saraceni per la Notte Europea dei Musei

Sabato 18 maggio 2024, dalle ore 10 fino alle 24, le sale espositive di Casa Saraceni aprono al pubblico in via straordinaria, con ingresso gratuito, in occasione della Notte Europea dei Musei 2024. Nella stessa giornata viene inoltre celebrata la Giornata Internazionale dei Musei, quest’anno dedicata al tema “Musei per l’Educazione e la Ricerca”.

Anche la sede della Fondazione è tra i 55 musei e gli spazi culturali di Bologna e della Città metropolitana aderenti alla 20° edizione della Notte Europea dei Musei, iniziativa nata in Francia e dal 2011 estesa a tutta la comunità europea, con il patrocinio di UNESCO, Consiglio d’Europa e ICOM e, in Italia, del Ministero della Cultura.

La Fondazione offre così ai visitatori l’opportunità di visitare la mostra Amintore Fanfani pittore. Uno stile ancora attuale, promossa in collaborazione con il Comitato per le Celebrazioni nel 25° anniversario della morte del Senatore Amintore Fanfani, un’esposizione dedicata alla figura di Fanfani che ha sempre saputo distinguere il se stesso artista dal politico, attraversando la fase dello spazialismo per arrivare alle prove evocative e molto prossime al simbolismo.

Durante questa speciale giornata e fino a tarda notte, i musei di Bologna e della Città metropolitana propongono un ricco programma coordinato di 105 appuntamenti, tra aperture straordinarie in fascia serale, speciali visite guidate, concerti, spettacoli teatrali e degustazioni, per esplorare le mostre dei vari musei cittadini e partecipare a iniziative speciali scoprendo il fascino dell’arte e della cultura.

>>> Programma completo

A Casa Saraceni la mostra “Amintore Fanfani pittore. Uno stile ancora attuale”

A Casa Saraceni la mostra promossa in collaborazione con il Comitato per le Celebrazioni nel 25° anniversario della morte del Senatore Amintore Fanfani

Inaugura venerdì 10 maggio alle ore 17, nelle sale espositive di Casa Saraceni, sede della Fondazione, la mostra promossa in collaborazione con il Comitato per le Celebrazioni nel 25° anniversario della morte del Senatore Amintore Fanfani.

Intervengono:

Patrizia Pasini
Presidente Fondazione Carisbo

Pier Ferdinando Casini
Senatore della Repubblica


Saranno inoltre presenti:

Massimo Bugani
Assessore all’Innovazione Digitale Comune di Bologna

Fiorenzo Silvestri
Studioso d’arte e collezionista

Franco Ciavattini
Presidente associazione Kairos

Liletta Fornasari 
Curatrice della mostra

Amintore Fanfani (Pieve Santo Stefano, 1908 – Roma, 1999)

Nel 1987 Carlo Ludovico Ragghianti, a proposito di Amintore Fanfani pittore, scrisse che costui dimostrava una vocazione sincera e che lavorava con convinzione e con coerenza. Ragghianti aveva conosciuto Fanfani quando ancora era molto giovane e, tracciandone in modo mirabile il profilo dell’artista, sottolineò come la “sua bene nota perspicacia” non gli consentisse “di prendere per oro colato apprezzamenti ed elogi”. Non essere oggi condizionati da eventuali forme di ossequio dettato dai ruoli istituzionali che Fanfani ha ricoperto, ma al contrario essere liberi di fare una lettura distaccata nella consapevolezza del valore della sua personalità, permette di esaminare il suo operato artistico alla luce della sua reale capacità.

È inevitabile verificare come il comune denominatore delle numerose fasi, che la sua arte ha attraversato, sia sempre stato il desiderio di sperimentare, creando uno stile eclettico e mutevole fondato sulla continua evoluzione delle sue ricerche. Partendo dall’uomo di cultura, che ha sempre dimostrato di essere, Fanfani non è stato un artista dilettante e non dipingeva per hobby, ma per l’esigenza di “fare qualcosa di necessario”. La caratteristica fondamentale dei suoi dipinti è quella di essere in ogni caso espressione di un’indagine interiore, che porta alla contemplazione del reale in immagini “aderenti” all’oggettività.

Affrontata con serio rigore, la pittura per Fanfani, che ha sempre distinto in se stesso l’artista dal politico, è il risultato di una ricerca iniziata da ragazzo in ambiente familiare. Dal figurativo iniziale all’astrazione degli ultimi anni, attraversando la fase dello spazialismo per arrivare alle prove definibili evocative e molto prossime al simbolismo. In quest’ultime, a partire dagli anni Settanta egli si avvale di simboli surreali attinti da un inconscio remoto e “bloccati nel loro attimo sorgivo”.

Grazie alla disponibilità di Fiorenzo Silvestri, cultore d’arte e appassionato collezionista di opere fanfaniane, e della famiglia Fanfani, è stato possibile creare un percorso dagli esordi fino agli anni Novanta, evidenziando tappe fondamentali, come il soggiorno a New York nel 1965.

A questa esperienza seguirono nuove sperimentazioni che hanno avuto seguito anche negli anni successivi. New York provocò nel pensiero e nella formulazione artistica di Fanfani la percezione di una “forma pura”, che poi non ha più abbandonato.

Fanfani è stato protagonista di mostre importanti tra il 1970 e il 1975 (Firenze, presso la Galleria Gradiva e Galleria Michaud, Roma presso Editalia, Beirut, Livorno e Firenze di nuovo presso la Galleria Pananti). Dopo il 1977 molte altre furono le mostre personali, dal Petit Palais di Ginevra, alla Galerie GZ di Berlino, alla Stadtgalerie di Vienna, a Lubiana, dove partecipa alla XII Biennale d’Arte Grafica, alla Galleria Il Traghetto di Venezia, a Caracas presso il Museo di Arte Moderna e a Los Angeles nel 1981 presso la Gregg Juarez Gallery.

In occasione del 750° anniversario della morte di San Francesco prese parte alla celebre collettiva organizzata ad Assisi. Numerose furono anche le mostre collettive che lo videro coinvolto, anche all’estero. A partire dal 1975 per Fanfani ebbe inizio una fase diversa, dovuta ad un nuovo soggiorno in Estremo Oriente, tra Cina e Giappone, che ha lasciato segni importanti nei suoi dipinti.

Liletta Fornasari
Curatrice della mostra

Informazioni sulla mostra

Amintore Fanfani pittore. Uno stile ancora attuale

A cura di Liletta Fornasari

Sede
Casa Saraceni (via Farini, 15 – Bologna)

Inaugurazione
10 maggio 2024 ore 17

Periodo di apertura
11 maggio – 16 giugno 2024

Orari di apertura
Martedì-venerdì ore 15-18
Sabato, domenica e festivi ore 10-18
Lunedì chiuso

Aperture straordinarie
Sabato 18 maggio in occasione della Notte Europea dei Musei, ore 10-24

Ingresso libero

Prorogata a Casa Saraceni la mostra “Francesco Giuliari. Immagini all’acquaforte”

In occasione delle festività pasquali mostra aperta con orario continuato 10-18

Prorogata fino al 1° maggio, nelle sale espositive di Casa Saraceni, sede della Fondazione Carisbo, la mostra che trae origine dalla generosa donazione di 24 dipinti e 45 incisioni di Francesco Giuliari da parte della moglie Laura Coppi Giuliari.

A distanza di oltre un anno dalla mostra Francesco Giuliari “Le cose non stanno che a ricordare” promossa dalla Fondazione nel 2022, questa che segue – Francesco Giuliari. Immagini all’acquaforte –, completa il progetto espositivo su una donazione motivata dai forti legami dell’artista con la città di Bologna, dove questi ha abitato a lungo e dove ha frequentato il Dams laureandosi nell’anno accademico 1975-76. Al catalogo a stampa sul complesso della donazione si aggiunge ora un secondo catalogo che documenta l’intera produzione incisoria dell’artista.

La mostra Francesco Giuliari. Immagini all’acquaforte

Francesco Giuliari si dedicò alla pittura e all’incisione. Artista colto e riflessivo, dialoga con il passato e attualizza modelli della tradizione. La grande tela dal titolo Natura morta con rivisitazione, da tempo esposta in una vetrina del portico di Casa Saraceni, colpisce per la moderna interpretazione della celebre Visitazione di Jacopo Pontormo, testo emblematico del Manierismo cinquecentesco. Il forte impatto iconico, la brillantezza dei colori, la nitida spazialità geometrica e la gestualità sospesa esercitano sul passante un’attrazione suggestiva, trattenendone lo sguardo.

Il corpus delle sue acqueforti si compone di poco più di centocinquanta opere eseguite nell’arco di tre decenni, dal 1975 al 2004. A queste si aggiunge una produzione ‘minore’ composta da ex libris, biglietti augurali e altri lavori d’occasione.

Le prime acqueforti presentano vedute di paese poeticamente silenziose e disabitate, regolate da un occhio prospettico che, nelle privilegiate visioni dei corsi di fiumi e delle superfici d’acqua, insiste sugli esiti del rispecchiamento e delle immagini doppie. In altre invece il sentimento della natura si sofferma sugli effetti luminosi dei tetti innevati, geometricamente ordinati. Il segno si infittisce in densi chiaroscuri, a volte con rinvii morandiani che modulano magistralmente la luce, dal bagliore alle ombre fonde.

Alla visione lirica e semplificata della natura succedono, a partire dal 1978-80, invenzioni più complesse in cui prendono il sopravvento vedute di interni con descrizioni analitiche di oggetti ordinati entro scaffali. In quelle griglie si incasellano, quasi ossessivamente, orologi, libri, chiavi, specchi, carte, animali in miniatura, scatole, giochi d’infanzia e altri oggetti di valenza simbolica dal suggestivo potere evocativo, alla cui decifrazione concorrono le iscrizioni; segno di una cultura letteraria e storico-artistica alquanto vasta.

Nello stesso tempo, così come nella pittura, la figura diviene protagonista. Il segno impeccabile dà luogo a serie memorabili, come quelle dedicate alle vedute di Verona o ai luoghi caratteristici di Bologna dietro un proscenio di oggetti allineati, oppure quella delle Professioni dove il protagonista è immerso tra allegorie e simboli di enigmatica interpretazione.

Francesco Giuliari (Verona, 1929 – Forlì, 2010)

Francesco Giuliari nasce a Verona nel 1929. Frequenta il collegio dei Salesiani e, ottenuta la maturità classica, parte come volontario nell’esercito per la Somalia. La guerra è da poco finita e presso il Protettorato italiano, insieme ad una banda di dubat, pattuglia gli ancora fragili confini somali. Rimane in Africa una decina d’anni, dove ha disegnato moltissimo; ma nulla è rimasto.

Al ritorno a Verona si iscrive al Liceo Artistico e frequenta lo studio del pittore Dino Lanaro. Apprende contemporaneamente la tecnica dell’incisione all’acquaforte. Ottiene la cattedra al Liceo Artistico e poi all’Accademia di Belle Arti ‘Cignaroli’ dove insegna per oltre vent’anni Storia dell’arte e tecniche pittoriche.

Nel 1971 torna studente: si iscrive al Dams appena fondato e si trasferisce a Bologna. Si laurea nel 1976 con una tesi sulla pittura caravaggesca a Verona condotta sotto la guida del professor Pier Giovanni Castagnoli. È un periodo felice, durante il quale mette a punto il linguaggio che caratterizza il suo stile pittorico. Estraneo al circuito ufficiale del mercato, dipinge ritratti e nature morte, disseminati di enigmi da decodificare, ricordi personali, citazioni e allusioni.

È socio fondatore dell’AIER, Associazione Incisori Emiliano Romagnoli (oggi ALI). Le sue opere nascono da una lunga gestazione, un periodo di riflessioni, letture e approfondimenti. L’esecuzione invece è rapida, realizzata di getto, senza un disegno preparatorio.

Nel 2001 si trasferisce a Forlì. Qui continua a dipingere e incidere fino al 2008 quando una malattia agli occhi lo conduce progressivamente alla cecità. “Post caecitatem” sono infatti sottoscritti i suoi ultimi lavori. Impossibilitato a dipingere si dedica alla poesia. Non amava le biografie, ricorda la moglie. A chi gliele chiedeva era solito rispondere con la poesia di un’amica, Daria Menicanti, che invita il lettore a non indugiare sui fatti privati, ma ad osservare le opere. Muore nel 2010.

Informazioni sulla mostra

Francesco Giuliari. Immagini all’acquaforte

A cura di Angelo Mazza
con la collaborazione di Benedetta Basevi e Mirko Nottoli

Sede
Casa Saraceni (via Farini, 15 – Bologna)

Periodo di apertura
20 dicembre 2023 – 1 maggio 2024 (termine prorogato)

Orari di apertura
Martedì-venerdì ore 15-18
Sabato, domenica ore 10-18
Festivi (Pasqua 31 marzo, Pasquetta 1 aprile, 25 aprile e 1 maggio 2024) ore 10-18
Lunedì chiuso

Ingresso libero

A Casa Saraceni la mostra “Francesco Giuliari. Immagini all’acquaforte”

A Casa Saraceni la nuova mostra nata dalla donazione alla Fondazione Carisbo di 24 dipinti e 45 incisioni da parte di Laura Coppi Giuliari

Aperta al pubblico dal 20 dicembre, nelle sale espositive di Casa Saraceni, sede della Fondazione Carisbo (via Farini 15, Bologna), la nuova mostra che trae origine dalla generosa donazione alla Fondazione di 24 dipinti e 45 incisioni di Francesco Giuliari da parte della moglie Laura Coppi Giuliari.

A distanza di oltre un anno dalla mostra Francesco Giuliari “Le cose non stanno che a ricordare” promossa dalla Fondazione nel 2022, questa che inaugura – Francesco Giuliari. Immagini all’acquaforte –, completa il progetto espositivo su una donazione motivata dai forti legami dell’artista con la città di Bologna, dove questi ha abitato a lungo e dove ha frequentato il Dams laureandosi nell’anno accademico 1975-76. Al catalogo a stampa sul complesso della donazione si aggiunge ora un secondo catalogo che documenta l’intera produzione incisoria dell’artista.

La mostra Francesco Giuliari. Immagini all’acquaforte

Francesco Giuliari si dedicò alla pittura e all’incisione. Artista colto e riflessivo, dialoga con il passato e attualizza modelli della tradizione. La grande tela dal titolo Natura morta con rivisitazione, da tempo esposta in una vetrina del portico di Casa Saraceni, colpisce per la moderna interpretazione della celebre Visitazione di Jacopo Pontormo, testo emblematico del Manierismo cinquecentesco. Il forte impatto iconico, la brillantezza dei colori, la nitida spazialità geometrica e la gestualità sospesa esercitano sul passante un’attrazione suggestiva, trattenendone lo sguardo.

Il corpus delle sue acqueforti si compone di poco più di centocinquanta opere eseguite nell’arco di tre decenni, dal 1975 al 2004. A queste si aggiunge una produzione ‘minore’ composta da ex libris, biglietti augurali e altri lavori d’occasione.

Le prime acqueforti presentano vedute di paese poeticamente silenziose e disabitate, regolate da un occhio prospettico che, nelle privilegiate visioni dei corsi di fiumi e delle superfici d’acqua, insiste sugli esiti del rispecchiamento e delle immagini doppie. In altre invece il sentimento della natura si sofferma sugli effetti luminosi dei tetti innevati, geometricamente ordinati. Il segno si infittisce in densi chiaroscuri, a volte con rinvii morandiani che modulano magistralmente la luce, dal bagliore alle ombre fonde.

Alla visione lirica e semplificata della natura succedono, a partire dal 1978-80, invenzioni più complesse in cui prendono il sopravvento vedute di interni con descrizioni analitiche di oggetti ordinati entro scaffali. In quelle griglie si incasellano, quasi ossessivamente, orologi, libri, chiavi, specchi, carte, animali in miniatura, scatole, giochi d’infanzia e altri oggetti di valenza simbolica dal suggestivo potere evocativo, alla cui decifrazione concorrono le iscrizioni; segno di una cultura letteraria e storico-artistica alquanto vasta.

Nello stesso tempo, così come nella pittura, la figura diviene protagonista. Il segno impeccabile dà luogo a serie memorabili, come quelle dedicate alle vedute di Verona o ai luoghi caratteristici di Bologna dietro un proscenio di oggetti allineati, oppure quella delle Professioni dove il protagonista è immerso tra allegorie e simboli di enigmatica interpretazione.

Francesco Giuliari (Verona, 1929 – Forlì, 2010)

Francesco Giuliari nasce a Verona nel 1929. Frequenta il collegio dei Salesiani e, ottenuta la maturità classica, parte come volontario nell’esercito per la Somalia. La guerra è da poco finita e presso il Protettorato italiano, insieme ad una banda di dubat, pattuglia gli ancora fragili confini somali. Rimane in Africa una decina d’anni, dove ha disegnato moltissimo; ma nulla è rimasto.

Al ritorno a Verona si iscrive al Liceo Artistico e frequenta lo studio del pittore Dino Lanaro. Apprende contemporaneamente la tecnica dell’incisione all’acquaforte. Ottiene la cattedra al Liceo Artistico e poi all’Accademia di Belle Arti ‘Cignaroli’ dove insegna per oltre vent’anni Storia dell’arte e tecniche pittoriche.

Nel 1971 torna studente: si iscrive al Dams appena fondato e si trasferisce a Bologna. Si laurea nel 1976 con una tesi sulla pittura caravaggesca a Verona condotta sotto la guida del professor Pier Giovanni Castagnoli. È un periodo felice, durante il quale mette a punto il linguaggio che caratterizza il suo stile pittorico. Estraneo al circuito ufficiale del mercato, dipinge ritratti e nature morte, disseminati di enigmi da decodificare, ricordi personali, citazioni e allusioni.

È socio fondatore dell’AIER, Associazione Incisori Emiliano Romagnoli (oggi ALI). Le sue opere nascono da una lunga gestazione, un periodo di riflessioni, letture e approfondimenti. L’esecuzione invece è rapida, realizzata di getto, senza un disegno preparatorio.

Nel 2001 si trasferisce a Forlì. Qui continua a dipingere e incidere fino al 2008 quando una malattia agli occhi lo conduce progressivamente alla cecità. “Post caecitatem” sono infatti sottoscritti i suoi ultimi lavori. Impossibilitato a dipingere si dedica alla poesia. Non amava le biografie, ricorda la moglie. A chi gliele chiedeva era solito rispondere con la poesia di un’amica, Daria Menicanti, che invita il lettore a non indugiare sui fatti privati, ma ad osservare le opere. Muore nel 2010.

Informazioni sulla mostra

Francesco Giuliari. Immagini all’acquaforte

A cura di Angelo Mazza
con la collaborazione di Benedetta Basevi e Mirko Nottoli

Sede
Casa Saraceni (via Farini, 15 – Bologna)

Inaugurazione
20 dicembre 2023 ore 15

Periodo di apertura
20 dicembre 2023 – 1 aprile 2024

Orari di apertura
Martedì-venerdì ore 15-18
Sabato, domenica ore 10-18
Festivi (25, 26 dicembre 2023; 1, 6 gennaio, 31 marzo, 1 aprile 2024) ore 10-18
Lunedì chiuso

Aperture straordinarie nell’ambito di ART CITY Bologna 2024 in occasione di ARTEFIERA
1, 2 e 4 febbraio ore 10-19
3 febbraio ART CITY White Night ore 10-23

Ingresso libero

Dal 7 al 14 ottobre “è cultura!” La nuova manifestazione diffusa in tutta Italia promossa da ABI e Acri

Per dialogare con territori, società civile e persone di ogni età mettendo al centro la cultura, è cultura! fonde due esperienze di successo: Invito a Palazzo e Festival della Cultura creativa.

Dal 7 al 14 ottobre è cultura! è la nuova manifestazione diffusa in tutta Italia e aperta a tutti, promossa da ABI (Associazione Bancaria Italiana) e ACRI (Associazione delle Fondazioni e di Casse di Risparmio) con la collaborazione di FEDuF (Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio).

All’iniziativa, con il patrocinio della Commissione nazionale italiana per l’UNESCO, partecipano la Banca d’Italia e l’IVASS. Sono partner 17 banche e 25 fondazioni di origine bancaria, tra cui la nostra. 

E dunque, da sabato 7 a sabato 14 ottobre 2023, nel mese dell’educazione finanziaria, oltre all’apertura di tante sedi storiche e moderne, sono in calendario appuntamenti speciali e conferenze, inclusi laboratori per le scuole, per un percorso di scoperte che collega tutta Italia, da nord a sud, offrendo molteplici occasioni di incontro e conoscenza.

Le banche e le fondazioni sono da sempre operatori culturali, grazie alla vicinanza ai territori, al legame con le imprese e le famiglie, all’opportunità di cogliere le migliori energie.

è cultura! è una occasione per far scoprire anche la bellezza più inaspettata, aprendo al pubblico in via straordinaria le sedi di banche, fondazioni e organizzando anche incontri su eccellenze e talenti ancora da scoprire, insieme alle tante tradizioni che rendono unico il nostro Paese.

Scopri tutte le date in programma visitando il sito https://eculturadavivere.it/

Apertura straordinaria di Palazzo Saraceni con visite guidate il 7 e 14 ottobre

Sabato 7 e sabato 14 ottobre, alle ore 10.30 e alle ore 15, la nostra sede di Palazzo Saraceni aprirà al pubblico con visite guidate (senza prenotazione) a cura del Dott. Angelo Mazza, Conservatore delle Raccolte d’Arte e di Storia della Fondazione.

Ritenuto uno degli edifici più interessanti del Rinascimento tra XV e XVI secolo, Palazzo Saraceni testimonia nel disegno della facciata l’incontro della tradizione bolognese con le novità architettoniche provenienti da Firenze. Risalta la ricca decorazione in terracotta che si alterna all’arenaria dei capitelli del portico. Dimora di Antonio Saraceni agli inizi del ‘500, vide tra i suoi ospiti illustri due ambasciatori veneti al seguito di papa Giulio II. Passato nel 1930 alla Cassa di Risparmio in Bologna, fu internamente restaurato e arredato nell’adeguamento al gusto neorinascimentale. Lo scalone è decorato a “grottesche” da Roberto Franzoni, autore anche dei riquadri allegorici nel salone d’onore al piano nobile. Le sale ospitano dipinti del Sei e del Settecento bolognese appartenenti alle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione. Spicca, entro finissime cornici, la serie delle tempere settecentesche con paesaggi eseguite dal paesista Vincenzo Martinelli e dal figurista Nicola Bertuzzi, un tempo nella villa “La Sampiera” sui colli bolognesi.