Notte Europea dei Musei e Giornata Internazionale dei Musei

Un weekend speciale di arte e cultura nei musei e luoghi della cultura di Bologna e della città metropolitana

Anche la Fondazione insieme a numerosi musei e luoghi della cultura di Bologna e area metropolitana partecipa allo speciale weekend dedicato all’arte e alla cultura, con una progettualità e una comunicazione condivise, con il coordinamento del Settore Musei Civici Bologna e della Città metropolitana di Bologna, per valorizzare la ricchezza e l’ampiezza dell’offerta culturale in un’ottica di rafforzamento del sistema museale coordinato e integrato nelle sue diverse articolazioni.

Sabato 17 maggio 2025 torna la Notte Europea dei Musei, con iniziative speciali e aperture straordinarie serali a ingresso gratuito o al costo simbolico di 1 euro

Iniziativa ideata nel 2005 dal Ministero della Cultura e della Comunicazione francese e dal 2011 estesa a tutta la comunità europea – con il patrocinio di UNESCO, Consiglio d’Europa e ICOM – International Council of Museums –, la Notte Europea dei Musei promuove la conoscenza del patrimonio e dell’identità culturale nazionale ed europea invitando i musei ad aprire le loro porte oltre gli orari di apertura ordinari, con ingresso gratuito o al costo simbolico di 1 euro.

Sono 38 i musei e gli spazi culturali aderenti, la maggior parte dei quali sono aperti con ingresso gratuito o al costo di simbolico di 1 euro (fatte salve le gratuità per legge), a partire dalla fascia di apertura straordinaria serale, tra i 12 Comuni di Anzola dell’Emilia, Bologna, Budrio, Castenaso, Crevalcore, Imola, Pianoro, San Giovanni in Persiceto, San Lazzaro di Savena, San Pietro in Casale, Valsamoggia e Vergato.
E 71 sono gli appuntamenti proposti al pubblico di adulti e bambine e bambini, tra aperture straordinarie, speciali visite guidate, conferenze, letture e degustazioni.

Domenica 18 maggio 2025 si celebra la Giornata Internazionale dei Musei, quest’anno dedicata al tema “Il futuro dei musei nelle comunità in rapida trasformazione”

Nella giornata successiva, domenica 18 maggio 2025, si celebra la Giornata Internazionale dei Musei (International Museum Day – IMD) istituita nel 1977 da ICOM – International Council of Museums, il principale network internazionale di musei e professionisti museali. La programmazione coordinata delle attività proseguirà anche in occasione di questa importante ricorrenza, che intende evidenziare l’importanza del ruolo dei musei come istituzioni al servizio della società e del suo sviluppo.

L’edizione 2025 esplora il tema “Il futuro dei musei nelle comunità in rapida trasformazione”, concentrandosi su come i musei possano orientarsi e contribuire a un mondo che sta attraversando profondi cambiamenti sociali, tecnologici e ambientali. I musei, dunque, si propongono come catalizzatori del cambiamento e, con questa finalità, attivano professionalità, modelli di gestione, programmi innovativi in coerenza con il Codice Etico e con la propria specifica missione. I musei sono più di semplici spazi di conservazione: partecipano attivamente alla formazione di comunità sostenibili e inclusive.

Nei 12 Comuni aderenti – Alto Reno Terme, Bologna, Castenaso, Crevalcore, Ozzano dell’Emilia, Pianoro, Pieve di Cento, San Giovanni in Persiceto, San Lazzaro di Savena, San Pietro in Casale, Valsamoggia e Vergato – sono 31 i luoghi e 37 gli eventi tra cui poter scegliere.

Il programma completo degli appuntamenti è disponibile sul sito della Città metropolitana di Bologna.

Aperture straordinarie e ingresso libero alla mostra “Io che ero una rondine”. L’Informale di Maria Petroni (1921-1977)

In occasione della Notte Europea dei Musei e della Giornata Internazionale dei Musei, sabato 17 maggio con orario continuato 10-23 e domenica 18 maggio con orario continuato 10-19, sarà aperta al pubblico in via straordinaria e ad ingresso libero la mostra “Io che ero una rondine”. L’Informale di Maria Petroni (1921-1977), nata dalla donazione di venti dipinti di Maria Petroni, pittrice che occupò un posto di rilievo entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

A Palazzo Fava la mostra “Louise Nevelson”

La mostra

L’Associazione GenesiFondazione Carisbo e Opera Laboratori, nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae, presentano a Palazzo Fava una mostra dedicata a Louise Nevelson (Kiev, 1899 – New York, 1988), tra le figure più originali del Novecento. Nota per i suoi assemblaggi monumentali realizzati con scarti e materiali di recupero e opponendosi alle convenzioni tradizionalmente imposte alla donna del suo tempo, l’artista ha anticipato temi oggi cruciali come la memoria e la condizione femminile.

Curata da Ilaria Bernardi, l’esposizione ripercorre l’evoluzione dell’opera di Nevelson attraverso una selezione di lavori storici, offrendo uno sguardo attuale sulla sua ricerca radicale, visionaria e rivoluzionaria.

Main Sponsor: Eni e Intesa Sanpaolo.

La mostra è realizzata in collaborazione con la Fondazione Marconi di Milano e con il contributo di Heritage e Fondazione Pirelli.

Sede

Palazzo Fava
via Manzoni, 2 – Bologna

Periodo di apertura

30 maggio – 20 luglio 2025

Orari di apertura

martedì-domenica, ore 10-19 (ultimo ingresso ore 18)

Giornata internazionale della donna, apertura straordinaria della mostra “Io che ero una rondine”

Anche la Fondazione insieme ai musei e luoghi della cultura di Bologna e area metropolitana celebra sabato 8 marzo la Giornata internazionale della donna, con una progettualità e una comunicazione per la prima volta condivise, con il coordinamento del Settore Musei Civici Bologna e della Città metropolitana di Bologna.

Numerose le trame narrative sul complesso vissuto delle donne e su alcune straordinarie figure femminili che hanno generato un cambiamento, proposte tra le 50 iniziative – tra mostre, incontri, presentazioni di libri, visite guidate, aperture straordinarie, workshop e laboratori per ragazze e ragazzi, a cui si aggiungono gli ingressi gratuiti o ridotti per il pubblico femminile – diffuse in 13 Comuni del territorio metropolitano: Anzola dell’Emilia, Bologna, Budrio, Casalecchio di Reno, Dozza, Imola, Marzabotto, Minerbio, Monghidoro, Porretta Terme, San Giovanni in Persiceto, San Lazzaro di Savena, Valsamoggia e Vergato.

Un programma ricco e variegato che mette in luce il talento femminile da differenti angolature e racconta i mutamenti del ruolo delle donne nella famiglia, nel mondo del lavoro e nella società in diverse epoche storiche, per sensibilizzare e riflettere sull’importanza culturale della Giornata dell’8 marzo.

L’immagine coordinata delle iniziative per la Giornata internazionale della donna a Bologna e area metropolitana è stata finanziata dall’Unione europea nell’ambito del Programma Nazionale Metro Plus e Città Medie Sud 2021-2027 – Priorità 7 – Progetto BO7.5.1.1.b I musei come leva di sviluppo turistico e promozione dei talenti.

Sabato 8 marzo apertura straordinaria della mostra “Io che ero una rondine”. L’Informale di Maria Petroni (1921-1977)

In occasione della Giornata internazionale della donna, sabato 8 marzo 2025 con orario continuato 10-23, sarà aperta al pubblico in via straordinaria la mostra “Io che ero una rondine”. L’Informale di Maria Petroni (1921-1977) nata dalla donazione di venti dipinti di Maria Petroni, pittrice che occupò un posto di rilievo entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Il programma completo degli appuntamenti è disponibile sul sito della Città metropolitana di Bologna.

A Casa Saraceni la mostra “Io che ero una rondine”. L’Informale di Maria Petroni (1921-1977)

La mostra

La donazione da parte di Giovanni Barducci di venti dipinti di Maria Petroni è l’occasione per restituire alla pittrice, ora dimenticata, il posto di rilievo che, pur nella solitudine, occupò entro l’eterogeneo gruppo di artisti raccolti da Francesco Arcangeli, nei primi anni Cinquanta, sotto la denominazione di “ultimi naturalisti”.

Dopo aver frequentato, a Bologna, l’Accademia Regazzi sotto la guida di Pompilio Mandelli, Maria Petroni, spirito libero (“io che ero una rondine” avrebbe detto di sé accennando alla propria formazione), si iscrisse all’Accademia di Belle Arti dove frequentò, tra gli altri, i corsi di Virgilio Guidi e Giovanni Ciangottini entrando in contatto con critici d’arte e partecipando nel contempo ad alcune rassegne, a partire soprattutto dai primi anni Cinquanta.

Il passaggio dall’iniziale fase figurativa all’Informale fu precoce. Roberto Tassi nel 1961 individuò nelle opere dell’artista, “donna sensibile e vera”, un cammino stretto, omogeneo, sicuro. L’anno successivo Francesco Arcangeli proseguì definendola “una vera pittrice”, apprezzandone la tavolozza “limpida, densa e vibrante” e i segni “tesi e puri nella loro flessione”. Sono gli anni dell’avvicinamento a Vasco Bendini, dei superbi quadri informali in rosso e delle sgocciolature di colore (“nei miei dipinti esplodono e traboccano i rossi”, affermò), ma anche dell’intrico delle linee verticali e orizzontali in uno sperimentalismo che, negando le forme, non astrae dalla materia e dagli effetti sensuosi del virtuosismo pittorico.

Dal 1966 al 1972 sembra aver deposto i pennelli. Lasciò il suo testamento artistico in un lungo rotolo di tela del 1973 che, svolgendosi, trascolora lentamente come un arcobaleno.

Scomparve a Bologna nel 1977 all’età di 56 anni, a causa di una grave malattia. Nel 1980 il Comune di Bologna le dedica una mostra antologica.

“Io che ero una rondine”. L’Informale di Maria Petroni (1921-1977)

A cura di Angelo Mazza

Sede
Casa Saraceni (via Farini, 15 – Bologna)

Inaugurazione
5 febbraio 2025 ore 15

Periodo di apertura
5 febbraio – 8 giugno 2025

Orari di apertura
Martedì-venerdì ore 15-18
Sabato, domenica ore 10-18
Festivi (Pasqua, Lunedì dell’Angelo, 25 aprile, 1° maggio e 2 giugno) ore 10-18
Lunedì chiuso

Ingresso libero

Aperture straordinarie in occasione di ART CITY Bologna2025

giovedì 6 febbraio ore 15-18

venerdì 7 febbraio ore 15-18

sabato 8 febbraio ore 10-23 ART CITY White Night

domenica 9 febbraio ore 10-19

Apertura straordinaria in occasione della Giornata internazionale della donna, in coordinamento con il Settore Musei Civici Bologna e la Città metropolitana di Bologna

sabato 8 marzo ore 10-23

Aperture straordinarie in occasione della Notte Europea dei Musei e della Giornata Internazionale dei Musei, in coordinamento con il Settore Musei Civici Bologna e la Città metropolitana di Bologna

sabato 17 maggio ore 10-23

domenica 18 maggio ore 10-19

Catalogo
Edito da Sillabe a cura di Angelo Mazza, con testi di Angelo Mazza, Mirko Nottoli e Benedetta Basevi

Fino al 19 gennaio a Casa Saraceni la mostra “MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

“MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi”

Artista sempre attento a trasferire le dinamiche sociali nelle sue opere, Carlo Soricelli intreccia il tema del lavoro alle altre fragilità ed emarginazioni che attraversano la comunità, per una denuncia sociale che origina dall’attività a cui oggi dedica gran parte delle energie, l’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro, con uno sguardo attento e quotidiano, incardinato a Bologna ma di portata nazionale, sulla tragedia delle morti bianche.

Metalmeccanico di professione, artista per passione ma dotato di una grande carica ideale e di un’anima gentile, testimone infaticabile di impegno civile. Dopo una vita trascorsa lavorando in fabbrica, Soricelli ha deciso di dedicare gli anni della sua pensione al monitoraggio delle persone che in Italia perdono la vita sul posto di lavoro.

Una ricerca vissuta come una missione, un impegno sociale al quale le sue opere di denuncia non si sottraggono, frutto di un intenso lavoro di ricerca e sperimentazione, in un racconto crudo, duro, di forte impatto emotivo ma mai spietato, volgare, banale. Storie urbane di marginalità, seppur tristi e angosciose, obbligano a fermarsi e a riflettere, ma elaborate attraverso la grande capacità artistica di Soricelli sono in grado di trasformare il dolore e la sofferenza in poesia.

La mostra

La vita è una cosa meravigliosa. Il dono più grande che ci è stato dato. E in ogni modo deve essere difesa e preservata. Quando una persona muore lascia un vuoto immenso. Se la scomparsa avviene all’improvviso e per cause impreviste chi resta rimane sgomento.

Stiamo vivendo momenti difficili nei quali le comunità, la politica, l’economia stanno attraversando crisi profonde. In questo contesto attraversato da crisi profonde assistiamo affranti ad un numero impressionante di morti sul lavoro. Vengono chiamate “morti bianche” perché l’aggettivo bianco allude all’assenza di una mano direttamente responsabile dell’accaduto, invece un responsabile c’è sempre, a volte più di uno. È un fenomeno inaccettabile.

Papa Francesco ricevendo in udienza una associazione di imprenditori ha ricordato: «La vera ricchezza sono le persone, senza di esse non c’è comunità di lavoro, non c’è impresa, non c’è economia. La sicurezza dei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane che hanno valore inestimabile agli occhi di Dio e anche agli occhi del vero imprenditore.»

Il problema è complesso e per essere affrontato necessita di un approccio integrato, ognuno deve fare la sua parte. Chi legifera. Nuove leggi. Chi offre lavoro. Lavoro sicuro. Chi rappresenta i lavoratori. Tutela. Chi fa cultura. Generare consapevolezza e coscienza. Chi fa arte. Emozionare, denunciare, diffondere conoscenza. È l’obiettivo di questa mostra. Carlo Soricelli con il suo lavoro ci mostra l’ingiustizia, la drammaticità delle morti sul lavoro e ci invita a diventare responsabili, a capire, ad indignarci. Le sue sono opere di denuncia sociale. I quadri, le sculture suscitano emozioni struggenti, tristezza infinita e allo stesso tempo partecipazione umana, condivisione, ammirazione. Carlo Soricelli con le sue opere trasforma il dolore e la sofferenza in un racconto carico di umanità, in poesia.

Carlo Soricelli

Carlo Soricelli nasce a San Giorgio del Sannio in provincia di Benevento, settimo di nove fratelli, e all’età di quattro anni si trasferisce a Bologna con la sua famiglia. 

Nella tarda adolescenza inizia a realizzare i primi quadri in cui si nota già un forte interesse per le problematiche legate all’ecologia e per le tematiche ambientali: lo si vede negli animali che spesso ripropone e negli alberi morenti che assumono sembianze umane. 

Nei primi anni Settanta i soggetti delle opere diventano soprattutto figure umane legate al mondo dell’emarginazione, accattoni, raccoglitori di cartone, handicappati, anziani, ma anche lavoratori e operai che incontra ogni giorno sul posto di lavoro. 

Nelle sue tele ci scontriamo con visi stanchi e abbruttiti, solcati dalla sofferenza e dalla solitudine, con corpi pesanti che non hanno niente del bello classico, cromatismi scuri di nero, marrone, blu, mai decorativi. Non c’è speranza, né si allude a qualche possibilità di riscatto, ma troviamo una costante messa in visione di tutto ciò che normalmente siamo portati ad evitare perché disturbante. La sua pittura, che giunge immediata ed essenziale, è spesso associata al filone dell’arte Naïve. Soricelli espone infatti per alcuni anni alla Rassegna di Arti Naïves presso il Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara a Reggio Emilia, dove riceve vari riconoscimenti, tra cui il titolo di Maestro d’arte. All’inizio degli anni Ottanta realizza le prime opere di scultura, ulteriore ed efficace veicolo espressivo del suo messaggio. 

Soricelli propone il tema degli angeli e lo elabora a suo modo: l’angelo è l’escluso, prima schiacciato e deformato, poi alleggerito da ali che garantiscono una dignitosa speranza. Negli anni Novanta Soricelli propone un nuovo filone di arte chiamato Arte Pranica che consiste nella visualizzazione dell’energia comune a tutti gli esseri viventi, allo scopo di produrre effetti benefici per mente e corpo. Ha aperto una Casa Museo con le sue opere, visitabile su appuntamento, a Casa Trogoni di Granaglione, in provincia di Bologna.  Ha pubblicato diversi libri. Il primo è “Maruchein” del 1997 con prefazione di Pupi Avati, “Il Pitto” con prefazione di Maria Falcone, “Pensieri liberi e sfusi”,” Terramare”, “Porta Collina, l’ultima battaglia dei Sanniti”, l’ultimo Canti Aionici è una raccolta di sue poesie. In continuità con questo suo sentire, nel 2008 ha aperto l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro sito http://cadutisullavoro.blogspot.it/ in ricordo dei sette operai morti nella strage della ThyssenKrupp. In questi anni l’Osservatorio è diventato uno strumento potente di controinformazione al quale in molti fanno riferimento. Soricelli ha all’attivo circa una settantina di mostre, tra cui quelle al Palazzo Re Enzo di Bologna nel 1986, alla Festa Nazionale dell’Unità di Reggio Emilia con una personale insieme a Cesare Zavattini nel 1995 e presso Palazzo d’Accursio a Bologna nel 1996 e recentemente nel 2024. Ha esposto in Francia, Germania, Unione Sovietica, Grecia e Jugoslavia. Undici sue opere sono nel Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna.

MORTI SUL LAVORO. Bianche lenzuola celano vuoti immensi

A cura di Luciano Pantaleoni

Sede
Casa Saraceni (via Farini, 15 – Bologna)

Inaugurazione
20 dicembre 2024 ore 16

Periodo di apertura
20 dicembre 2024 – 19 gennaio 2025

Orari di apertura
Martedì-venerdì ore 15-18
Sabato, domenica ore 10-18
Festivi (24, 25, 26, 31 dicembre, 1 e 6 gennaio) ore 10-18
Lunedì chiuso

Ingresso libero

Figure in terracotta del presepio bolognese (secoli XVIII-XIX)

In occasione delle festività natalizie viene esposta in una delle vetrine di Casa Saraceni, affacciate sotto il portico di via Farini 15, una raccolta di statuette da presepio dei secoli XVIII-XIX, acquisite nel 2007 sul mercato antiquario dalla Fondazione che ne ha così scongiurato lo smembramento e la dispersione.

Le statuette, parte di un nucleo di settanta figure dei secoli XVIII-XIX, provengono da collezioni storiche bolognesi, in particolare da quelle della famiglia Baiesi e della famiglia Zacchia-Rondinini. In origine davano vita a diversi presepi, come indicano la varietà delle dimensioni, le differenti tecniche esecutive e l’oscillante profilo qualitativo.

Agli inizi del Novecento furono oggetto degli interventi critici pionieristici di Francesco Malaguzzi Valeri. Realizzate in terracotta da artisti bolognesi tra Settecento e Ottocento, sono rivestite da vivace e brillante policromia. Si sa che a questo genere di produzione, apparentemente minore, si applicarono anche importanti scultori e plasticatori, quali Giuseppe Maria Mazza, Angelo Piò e il figlio Domenico, Filippo Scandellari e Giacomo De Maria. A quest’ultimo, allievo di Antonio Canova a Roma, spetta la figura della Madonna posta di profilo che attira a sé il Bambino benedicente avvolgendolo circolarmente con le braccia.

Tra le caratteristiche presenze popolari del presepio conservato nelle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione – tra cui pastori, artigiani, contadini, massaie, angeli e zampognari, ma anche animali da cortile e bestie da soma – sono riconoscibili figure peculiari della tradizione bolognese, come il “dormiglione”.

L’esposizione temporanea delle statuette rimette straordinariamente in circolo un genere artistico nel quale si combinano brillantezze cromatiche, esotismi orientali ed eleganze settecentesche. Vi trovano inoltre rappresentazione i mestieri scomparsi dell’antico mondo contadino e pastorale, portati alla ribalta con inesauribile fantasia.

Aperture straordinarie della mostra “I pittori di Francesco Arcangeli” per le Giornate Europee del Patrimonio

Anche la Fondazione insieme a numerosi musei, spazi espositivi e luoghi della cultura di Bologna e area metropolitana aderisce sabato 28 e domenica 29 settembre alle Giornate Europee del Patrimonio 2024, dopo la prima positiva sperimentazione avviata nel 2023, con una progettualità e una comunicazione condivise.

L’attività è realizzata con il coordinamento del Settore Musei Civici Bologna e dalla Città metropolitana di Bologna, in un’ottica di rafforzamento del sistema museale metropolitano e di integrazione tra le sue diverse articolazioni.

“Patrimonio in cammino” è il tema italiano scelto per l’edizione 2024 della più estesa e partecipata manifestazione culturale in Europa, che dal 1999 viene organizzata congiuntamente dal Consiglio d’Europa e dalla Commissione europea per celebrare la ricchezza e la diversità del patrimonio culturale europeo, promuovendo al contempo il dialogo, l’inclusione e la cooperazione transfrontaliera.

Nell’occasione sarà aperta al pubblico in via straordinaria la mostra “I pittori di Francesco Arcangeli nelle donazioni di Rosalba alle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo” che nella ricorrenza dei cinquant’anni dalla scomparsa di Francesco Arcangeli (1915-1974) – il maggiore critico d’arte bolognese del Novecento, allievo di Roberto Longhi – espone un’ottantina di dipinti della sua collezione donati alla Fondazione dalla sorella Bianca Rosa, in arte “Rosalba”:

  • sabato 28 settembre ore 10-23 apertura straordinaria (ingresso libero)
  • sabato 28 settembre, ore 18, visita guidata alla mostra (senza prenotazione)
  • domenica 29 settembre ore 10-19 apertura straordinaria (ingresso libero)

Il programma completo con tutte le sedi e istituzioni aderenti alle Giornate Europee del Patrimonio è consultabile sul sito della Città metropolitana di Bologna.

A Casa Saraceni la mostra “I pittori di Francesco Arcangeli”

I pittori di Francesco Arcangeli nelle donazioni di Rosalba alle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna

Nella ricorrenza dei cinquant’anni dalla scomparsa di Francesco Arcangeli (1915-1974) – il maggiore critico d’arte bolognese del Novecento, allievo di Roberto Longhi, docente universitario e direttore della Galleria Comunale d’Arte moderna, attivo tanto nel campo dell’arte antica quanto nel contemporaneo – si espongono un’ottantina di dipinti della sua collezione che furono donati alle Collezioni d’arte della Fondazione dalla sorella Bianca Rosa, in arte “Rosalba”.

Sono opere di artisti apprezzati da Francesco Arcangeli e da lui presentati nelle diverse mostre, molti dei quali formatisi nell’Accademia di Belle Arti di Bologna; in particolare gli esponenti dell’Ultimo naturalismo, edizione bolognese dell’Informale, a dimostrazione della vitalità della cultura figurativa cittadina tradizionalmente identificata nell’esclusiva figura di Giorgio Morandi: artisti quali Vasco Bendini, Aldo Borgonzoni, Maurizio Bottarelli, Giovanni Ciangottini, Carlo Corsi, Pompilio Mandelli, Luciano Minguzzi, Ennio Morlotti, Maria Luisa Petroni, Giovanni Poggeschi e Sergio Vacchi.

L’esposizione delle loro opere è accompagnata dalla selezione di brani critici di Francesco Arcangeli e dal documentario Le Notti di Rosalba, vincitore del Premio Migliore Biografia d’Artista della 26esima edizione dell’AsoloArtFilmFestival nel 2007.

I pittori di Francesco Arcangeli nelle donazioni di Rosalba alle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna

A cura di Angelo Mazza

Sede
Casa Saraceni (via Farini, 15 – Bologna)

Inaugurazione
26 settembre 2024 ore 15

Periodo di apertura
26 settembre – 1 dicembre 2024

Orari di apertura
Martedì-venerdì ore 15-18
Sabato, domenica ore 10-18
Festivi (4 ottobre, 1 novembre) ore 10-18
Lunedì chiuso

Aperture straordinarie e visita guidata in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2024

  • sabato 28 settembre ore 10-23 apertura straordinaria
  • sabato 28 settembre, ore 18, visita guidata alla mostra (senza prenotazione)
  • domenica 29 settembre ore 10-19 apertura straordinaria

Aperture straordinarie e visite guidate in occasione del festival è cultura! 2024

  • sabato 5 e 12 ottobre ore 10-19 aperture straordinarie
  • sabato 5 ottobre, ore 10.30 e 16, visite guidate (senza prenotazione) a Casa Saraceni, ritenuto uno degli edifici più interessanti del Rinascimento bolognese tra XV e XVI secolo, e introduzione alla mostra con il curatore Angelo Mazza, Conservatore delle Raccolte d’Arte della Fondazione

Ingresso libero

A Palazzo Fava la mostra “Ai Weiwei. Who am I?”

La mostra

Ai Weiwei, artista cinese da sempre impegnato nella difesa dei diritti umani, si presenta a Bologna con la sua prima personale: Ai Weiwei. Who am I?.

Promossa da Fondazione Carisbo nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae e prodotta da Opera Laboratori in collaborazione con Galleria Continua, l’esposizione è curata da Arturo Galansino. Come indica il titolo, ispirato da una conversazione dell’artista con l’intelligenza artificiale, la mostra a Palazzo Fava presenta l’artista e il suo universo creativo, in una tensione continua tra tradizione e sperimentazione, conservazione e distruzione. L’impegno e la costante ricerca della verità da parte di Ai Weiwei, che l’ha portato ad essere un perseguitato politico, combinati alla sua capacità di utilizzare una vasta gamma di media per esprimere idee complesse e provocatorie, rende questa mostra un evento fondamentale nel panorama artistico contemporaneo.

Sede

Palazzo Fava
via Manzoni, 2 – Bologna

Periodo di apertura

21 settembre 2024 – 4 maggio 2025

Orari di apertura

martedì-domenica, ore 10-19 (ultimo ingresso ore 18)

Info e prenotazioni

+39 055 2989818 | prenotazioni@operalaboratori.com

Biglietti

  • Intero € 14
  • Ridotto € 10
    75 anni compiuti (con documento); appartenenti alle forze dell’ordine; giornalisti con regolare tessera dell’Ordine Nazionale (professionisti, praticanti, pubblicisti); abbonati annuali Tper; un accompagnatore per disabile; Card Cultura; Bologna Welcome Card; gruppi – prenotazione obbligatoria min 10 max 25 px; biglietto altra sede Genus Bononiae; bambini dai 6 agli 11 anni e ragazzi dai 12 ai 18 anni; scuole – prenotazione obbligatoria min 10 max 25 pax
  • Ridotto speciale € 7
    studenti universitari fino a 26 anni muniti di tesserino solo il martedì
  • Omaggio
    Bambini fino a 5 anni; accompagnatori gruppi (1 ogni gruppo); disabili; possessori Membership Card Genus Bononiae; guide con tesserino; giornalisti con regolare tessera dell’Ordine Nazionale (professionisti, praticanti, pubblicisti) in servizio previa richiesta di accredito da parte della Redazione all’indirizzo esposizioni@genusbononiae.it; Soci ICOM
  • Diritti di prenotazione e prevendita: tariffe gruppi e singoli € 1 per persona

A Palazzo Fava prorogata la mostra “Da Felice Giani a Luigi Serra. L’Ottocento nelle Collezioni della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna

La Fondazione annuncia la proroga fino a domenica 28 luglio della mostra Da Felice Giani a Luigi Serra – L’Ottocento nelle collezioni della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, a cura di Angelo Mazza.

L’iniziativa, organizzata nell’ambito della rassegna La pittura a Bologna nel lungo Ottocento | 1796 – 1915 promossa dal Settore Musei Civici Bologna | Museo Civico del Risorgimento, presenta per la prima volta al pubblico un’accurata selezione delle principali opere dell’Ottocento bolognese appartenenti alle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione.

In occasione del posticipo di chiusura e in ragione dell’interesse riscosso dalla mostra in questi mesi, saranno organizzate tre visite guidate speciali. Le visite sono rivolte a un pubblico di visitatori adulti, dureranno un’ora e mezzo circa e sono prenotabili sul sito www.genusbononiae.it:

  • sabato 29 giugno, ore 17, visita guidata standard per adulti a cura del Dipartimento Educazione di Palazzo Fava;
  • giovedì 11 luglio, ore 18, visita guidata con Roberto Martorelli, curatore dell’iniziativa La pittura a Bologna nel lungo Ottocento | 1796 – 1915;
  • giovedì 25 luglio, ore 18, visita guidata con Angelo Mazza, curatore della mostra.

La mostra Da Felice Giani a Luigi Serra costituisce un affascinante viaggio alla scoperta delle opere più importanti delle collezioni della Cassa di Risparmio in Bologna realizzate tra gli ultimi anni del Settecento e i primissimi del Novecento. Trenta artisti e oltre cento opere, suddivise in sei sezioni tematiche, tra dipinti, sculture, disegni, acquerelli, incisioni e le preziose maioliche della manifattura Minghetti appartenute al duca di Montpensier.

La mostra

Il percorso espositivo inizia al Piano Nobile di Palazzo Fava, nella Sala di Giasone, dove sono esposti i dipinti di figura realizzati da diversi artisti attivi a Bologna a cavallo tra Settecento e Ottocento, al tempo del crollo dell’Ancien Régime e formatisi presso l’Accademia Clementina, per arrivare alle opere dei decenni della Restaurazione e dell’Italia unita con i maestri legati all’Accademia di Belle Arti e al Collegio Venturoli.

Nella Sala Albani viene presentata la produzione della manifattura Minghetti, che inizia a partire dal 1860 circa ad opera di Angelo Minghetti e dei figli Gennaro e Arturo. Tra i pezzi esposti spicca il celebre servizio da tavola commissionato da Antonio Maria Luigi Filippo di Borbone-Orléans, duca di Montpensier e infante di Spagna per Palazzo Caprara.

La Sala di Enea è dedicata alle opere di Antonio Basoli e di Giuseppe Badiali. Il primo fu un celebre ornatista, scenografo e vedutista, esponente della vita artistica bolognese nei decenni tra la fine dell’Ancien Régime, l’età napoleonica e la Restaurazione; il secondo fu in contatto con i maggiori autori del melodramma ottocentesco; in mostra è rappresentato da un gruppo di bozzetti per scene teatrali recentemente acquisiti dalla Fondazione. L’esposizione presenta anche un nucleo di modelli in terracotta di Giacomo De Maria, artista che può essere considerato il punto di contatto tra la scultura bolognese d’epoca neoclassica e quella ottocentesca.

Nella Sala Rubbianesca sono presenti alcuni abbozzi in terracotta concepiti per le grandi statue disposte nell’atrio e nello scalone di Palazzo Hercolani in Strada Maggiore, mentre la pittura di paesaggio, da sempre considerata un genere minore rispetto a quella di storia e a quella di figura, trova collocazione nella Sala Cesi. Una panoramica delle opere di questa sezione è dedicata all’immagine della città di Bologna e mette in luce come nell’arco di poco tempo si passi da una pittura di paesaggio ancora legata ai valori della classicità a una più moderna rappresentazione del reale.

Nella Sala Allievi dei Carracci sono documentate molte opere di artisti acquistate dalla Fondazione che restituiscono un’immagine precisa della Bologna ai tempi di Giosuè Carducci, quando la città stava iniziando a modernizzarsi in seguito all’introduzione del nuovo piano regolatore. Chiudono il percorso alcune opere che parlano oramai un linguaggio nuovo, come una rarissima veduta bolognese di Giovanni Boldini, fino a quelle che commemorano il sommo poeta morto nel 1907.

Sede
Palazzo Fava
via Manzoni, 2 – Bologna

Periodo di apertura
21 marzo – 28 luglio 2024

Orari di apertura
martedì-domenica, ore 10.00-19 (ultimo ingresso ore 18.00)

Ulteriori informazioni e biglietti sul sito di Genus Bononiae