Il progetto si svolge all’interno della Capanna di Betlemme, presidio socio-assistenziale semi-residenziale per persone in stato di estrema povertà e senza dimora. Ha carattere familiare grazie alla presenza continuativa di volontari di APG23 che scelgono ogni giorno di condividere la propria vita con gli “ultimi”. L’associazione, coerentemente con la propria mission, realizza interventi di promozione umana, facendosi carico di quanti si trovano in condizioni di emarginazione, di povertà e miseria, di oppressione, di sfruttamento ed abbandono attraverso la scelta della condivisione diretta della vita delle persone accolte e prese in carico, operando per dare una famiglia a chi non l’ha: accoglienza, assistenza, tutela e reinserimento sociale di persone svantaggiate.
Il modello Capanna di Betlemme di Apg23 solitamente si pone come un primo rifugio, un primo sollievo, spesso solo temporaneo ma sempre efficace e proficuo, a quanti sono senza una casa, vivono per strada di elemosina e sono privi dei mezzi primari di sussistenza. Generalmente il servizio di pronta accoglienza viene garantito a ciascuno per un tempo definito concordato a priori e noto alle persone accolte.
Il progetto in questione nasce invece con l’intento di potenziare l’ordinaria accoglienza, rendendola residenziale (da inizio marzo 2020 e oltre la conclusione del progetto), al fine di realizzare progetti personalizzati di reinserimento sociale per tutti coloro che si trovano “senza una casa” in un periodo di crisi sanitaria e sociale senza precedenti.
Il progetto #iorestoacasa con te si pone quindi come prima risposta al periodo di emergenza causato dal Covid-19 che ha imposto il lock-down a tutti, colpendo maggiormente tutti coloro che si trovavano già “ai margini della società” ovvero in situazioni di emarginazione e gravi difficoltà economiche.
Per rispondere a questa urgenza da marzo 2020 la struttura Capanna di Betlemme ha dunque accolto in maniera residenziale 27 persone in situazioni di estrema necessità. Tale scelta è stata resa possibile grazie alla disponibilità dei volontari e operatori di Apg23 di vivere 24h al giorno insieme agli utenti e, non meno importante, grazie al contributo ricevuto da Fondazione Carisbo che ha riconosciuto il valore di questa iniziativa per tutta la comunità territoriale, rendendola di fatto possibile.