Il riutilizzo come valore fondante. L’associazione Re-Use With Love si basa su questo semplice principio. Nata a Bologna nel 2010, oggi svolge numerose attività: la boutique solidale, il laboratorio sartoriale con materiali di recupero, i corsi di formazione e i mercatini solidali ne sono le principali. Conta sull’operato ed il sostegno di oltre cento volontari, in prevalenza donne, che si occupano di tutte le fasi delle diverse attività, dall’ideazione al loro svolgimento.
La cultura del riuso diventa, attraverso l’operato di Re-Use With Love uno stile di vita e, al tempo stesso, uno strumento attraverso il quale raccogliere fondi per sostenere, di volta in volta, la realizzazione di progetti di cui bambini e persone in difficoltà sono i principali beneficiari.
Operare nella massima trasparenza e mantenere vivo il dialogo con le istituzioni, sin dagli inizi, ha consentito a Reuse di raggiungere, anno dopo anno, obiettivi sempre più importanti raccogliendo nel complesso, ad oggi, oltre 680.000 euro, devoluti a progetti benefici per la città e donato abiti ad oltre 6000 famiglie in difficoltà.
Nel 2014 il Comune di Bologna ha assegnato a Reuse, tramite bando, uno spazio che è stato trasformato in una boutique unica nel suo genere, dove la cura delle persone e la tutela della dignità individuale in situazioni di fragilità sono il valore fondante. Qui si svolge l’attività di raccolta di abiti, accessori e oggetti destinati sia alla distribuzione gratuita alle persone indicate dal sistema assistenzialistico cittadino, sia ai mercatini solidali. Nei nostri locali sono anche ospitati, periodicamente, incontri ed appuntamenti aperti al pubblico.
È del 2019, invece, l’assegnazione della ex-centrale elettrica dei Giardini Margherita, la nuova sfida che Reuse ha raccolto per ridare energia e vita ad un immobile inutilizzato e restituirlo alla fruibilità dei cittadini con la forza del valore della solidarietà. Su questo progetto, Reuse ha già iniziato a lavorare, volendo documentare l’evoluzione di questo progetto di recupero e riqualificazione edilizia. Per dare nuove radici a questo “luogo sospeso”.
Veronica Veronesi e Leopolda Sassoli dè Bianchi
Presidente e Vice Presidente di Reuse With Love
Il tema del riuso degli edifici esistenti è parte della nostra storia, molti degli abitanti dei centri storici vivono in edifici che hanno oltre 500 anni; la cultura del riuso è sempre stata un’operazione necessaria e utile. Nella società in cui viviamo l’idea di riusare le risorse è andata perduta in nome di una dirompente modernità che vedeva nel costruito un’opportunità per demolire e ricostruire. Oggi quel pensiero è necessariamente finito e abbiamo assimilato che è utile e necessario rimettere in vita molti edifici oggi abbandonati anche per una ragione ecologica e ambientale.
Riusare è spesso un’opportunità di rimettere nel circolo della vita urbana un edificio e regalargli ancora una volta un ruolo nella nostra quotidianità. Il tema è quindi di grande attualità e pone la questione ambientale al primo posto. Oltretutto molti edifici industriali si prestano molto bene ai nuovi bisogni dell’abitare e ai nuovi modi di lavorare di una nuova industria digitale e leggera. Molti edifici industriali sono diventati parte del nostro paesaggio quotidiano e quindi della nostra vita; per questo è necessario recuperarli e far si che con nuove funzioni ritornino ad diventare una destinazione dei cittadini.
Questo lavoro di memoria e di sostenibilità sarà una delle grandi sfide delle città italiane ed europee, dove storicamente convivono edifici storici, moderni ed industriali; e questo mix è una delle formule magiche della bellezza delle nostre comunità. Il lavoro sulla ex-cabina Enel riutilizzata da Re-Use With Love ne è un esempio. Non è importante la dimensione ma l’attitudine, la passione e il desiderio di far rinascere edifici ormai spenti. Molto spesso non ci rendiamo conto che un edificio non utilizzato crea intorno a sé un altro vuoto, diventando un generatore di degrado. L’operazione di riuso invece è rigenerativa, crea nuove opportunità, nuovi legami personali, nuovi luoghi d’incontro e nuove storie. Questo è importante perché gli edifici non si spostano ma viaggiano nella memoria delle persone.
Ci ricordiamo spesso di emozioni, di incontri proprio generati da un luogo o da un edificio. La speranza in questo progetto è proprio questa: generare nei tanti cittadini che frequentano i Giardini Margherita una nuova memoria, un luogo dove i bambini si ricorderanno di aver incontrato un amico e di aver giocato con lui o con lei. Questo è il valore ultimo e profondo del recuperare. Alle ragazze impegnate in questo nobile compito, non resta che cominciare questa meravigliosa avventura.
Mario Cucinella
Architetto