Aperture straordinarie della mostra “I pittori di Francesco Arcangeli” per le Giornate Europee del Patrimonio

Anche la Fondazione insieme a numerosi musei, spazi espositivi e luoghi della cultura di Bologna e area metropolitana aderisce sabato 28 e domenica 29 settembre alle Giornate Europee del Patrimonio 2024, dopo la prima positiva sperimentazione avviata nel 2023, con una progettualità e una comunicazione condivise.

L’attività è realizzata con il coordinamento del Settore Musei Civici Bologna e dalla Città metropolitana di Bologna, in un’ottica di rafforzamento del sistema museale metropolitano e di integrazione tra le sue diverse articolazioni.

“Patrimonio in cammino” è il tema italiano scelto per l’edizione 2024 della più estesa e partecipata manifestazione culturale in Europa, che dal 1999 viene organizzata congiuntamente dal Consiglio d’Europa e dalla Commissione europea per celebrare la ricchezza e la diversità del patrimonio culturale europeo, promuovendo al contempo il dialogo, l’inclusione e la cooperazione transfrontaliera.

Nell’occasione sarà aperta al pubblico in via straordinaria la mostra “I pittori di Francesco Arcangeli nelle donazioni di Rosalba alle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo” che nella ricorrenza dei cinquant’anni dalla scomparsa di Francesco Arcangeli (1915-1974) – il maggiore critico d’arte bolognese del Novecento, allievo di Roberto Longhi – espone un’ottantina di dipinti della sua collezione donati alla Fondazione dalla sorella Bianca Rosa, in arte “Rosalba”:

  • sabato 28 settembre ore 10-23 apertura straordinaria (ingresso libero)
  • sabato 28 settembre, ore 18, visita guidata alla mostra (senza prenotazione)
  • domenica 29 settembre ore 10-19 apertura straordinaria (ingresso libero)

Il programma completo con tutte le sedi e istituzioni aderenti alle Giornate Europee del Patrimonio è consultabile sul sito della Città metropolitana di Bologna.

A Casa Saraceni la mostra “I pittori di Francesco Arcangeli”

I pittori di Francesco Arcangeli nelle donazioni di Rosalba alle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna

Nella ricorrenza dei cinquant’anni dalla scomparsa di Francesco Arcangeli (1915-1974) – il maggiore critico d’arte bolognese del Novecento, allievo di Roberto Longhi, docente universitario e direttore della Galleria Comunale d’Arte moderna, attivo tanto nel campo dell’arte antica quanto nel contemporaneo – si espongono un’ottantina di dipinti della sua collezione che furono donati alle Collezioni d’arte della Fondazione dalla sorella Bianca Rosa, in arte “Rosalba”.

Sono opere di artisti apprezzati da Francesco Arcangeli e da lui presentati nelle diverse mostre, molti dei quali formatisi nell’Accademia di Belle Arti di Bologna; in particolare gli esponenti dell’Ultimo naturalismo, edizione bolognese dell’Informale, a dimostrazione della vitalità della cultura figurativa cittadina tradizionalmente identificata nell’esclusiva figura di Giorgio Morandi: artisti quali Vasco Bendini, Aldo Borgonzoni, Maurizio Bottarelli, Giovanni Ciangottini, Carlo Corsi, Pompilio Mandelli, Luciano Minguzzi, Ennio Morlotti, Maria Luisa Petroni, Giovanni Poggeschi e Sergio Vacchi.

L’esposizione delle loro opere è accompagnata dalla selezione di brani critici di Francesco Arcangeli e dal documentario Le Notti di Rosalba, vincitore del Premio Migliore Biografia d’Artista della 26esima edizione dell’AsoloArtFilmFestival nel 2007.

I pittori di Francesco Arcangeli nelle donazioni di Rosalba alle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna

A cura di Angelo Mazza

Sede
Casa Saraceni (via Farini, 15 – Bologna)

Inaugurazione
26 settembre 2024 ore 15

Periodo di apertura
26 settembre – 1 dicembre 2024

Orari di apertura
Martedì-venerdì ore 15-18
Sabato, domenica ore 10-18
Festivi (4 ottobre, 1 novembre) ore 10-18
Lunedì chiuso

Aperture straordinarie e visita guidata in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2024

  • sabato 28 settembre ore 10-23 apertura straordinaria
  • sabato 28 settembre, ore 18, visita guidata alla mostra (senza prenotazione)
  • domenica 29 settembre ore 10-19 apertura straordinaria

Aperture straordinarie e visite guidate in occasione del festival è cultura! 2024

  • sabato 5 e 12 ottobre ore 10-19 aperture straordinarie
  • sabato 5 ottobre, ore 10.30 e 16, visite guidate (senza prenotazione) a Casa Saraceni, ritenuto uno degli edifici più interessanti del Rinascimento bolognese tra XV e XVI secolo, e introduzione alla mostra con il curatore Angelo Mazza, Conservatore delle Raccolte d’Arte della Fondazione

Ingresso libero

A Palazzo Fava la mostra “Ai Weiwei. Who am I?”

La mostra

Ai Weiwei, artista cinese da sempre impegnato nella difesa dei diritti umani, si presenta a Bologna con la sua prima personale: Ai Weiwei. Who am I?.

Promossa da Fondazione Carisbo nell’ambito del progetto culturale Genus Bononiae e prodotta da Opera Laboratori in collaborazione con Galleria Continua, l’esposizione è curata da Arturo Galansino. Come indica il titolo, ispirato da una conversazione dell’artista con l’intelligenza artificiale, la mostra a Palazzo Fava presenta l’artista e il suo universo creativo, in una tensione continua tra tradizione e sperimentazione, conservazione e distruzione. L’impegno e la costante ricerca della verità da parte di Ai Weiwei, che l’ha portato ad essere un perseguitato politico, combinati alla sua capacità di utilizzare una vasta gamma di media per esprimere idee complesse e provocatorie, rende questa mostra un evento fondamentale nel panorama artistico contemporaneo.

Sede

Palazzo Fava
via Manzoni, 2 – Bologna

Periodo di apertura

21 settembre 2024 – 4 maggio 2025

Orari di apertura

martedì-domenica, ore 10-19 (ultimo ingresso ore 18)

Info e prenotazioni

+39 055 2989818 | prenotazioni@operalaboratori.com

Biglietti

  • Intero € 14
  • Ridotto € 10
    75 anni compiuti (con documento); appartenenti alle forze dell’ordine; giornalisti con regolare tessera dell’Ordine Nazionale (professionisti, praticanti, pubblicisti); abbonati annuali Tper; un accompagnatore per disabile; Card Cultura; Bologna Welcome Card; gruppi – prenotazione obbligatoria min 10 max 25 px; biglietto altra sede Genus Bononiae; bambini dai 6 agli 11 anni e ragazzi dai 12 ai 18 anni; scuole – prenotazione obbligatoria min 10 max 25 pax
  • Ridotto speciale € 7
    studenti universitari fino a 26 anni muniti di tesserino solo il martedì
  • Omaggio
    Bambini fino a 5 anni; accompagnatori gruppi (1 ogni gruppo); disabili; possessori Membership Card Genus Bononiae; guide con tesserino; giornalisti con regolare tessera dell’Ordine Nazionale (professionisti, praticanti, pubblicisti) in servizio previa richiesta di accredito da parte della Redazione all’indirizzo esposizioni@genusbononiae.it; Soci ICOM
  • Diritti di prenotazione e prevendita: tariffe gruppi e singoli € 1 per persona

A Palazzo Fava prorogata la mostra “Da Felice Giani a Luigi Serra. L’Ottocento nelle Collezioni della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna

La Fondazione annuncia la proroga fino a domenica 28 luglio della mostra Da Felice Giani a Luigi Serra – L’Ottocento nelle collezioni della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, a cura di Angelo Mazza.

L’iniziativa, organizzata nell’ambito della rassegna La pittura a Bologna nel lungo Ottocento | 1796 – 1915 promossa dal Settore Musei Civici Bologna | Museo Civico del Risorgimento, presenta per la prima volta al pubblico un’accurata selezione delle principali opere dell’Ottocento bolognese appartenenti alle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione.

In occasione del posticipo di chiusura e in ragione dell’interesse riscosso dalla mostra in questi mesi, saranno organizzate tre visite guidate speciali. Le visite sono rivolte a un pubblico di visitatori adulti, dureranno un’ora e mezzo circa e sono prenotabili sul sito www.genusbononiae.it:

  • sabato 29 giugno, ore 17, visita guidata standard per adulti a cura del Dipartimento Educazione di Palazzo Fava;
  • giovedì 11 luglio, ore 18, visita guidata con Roberto Martorelli, curatore dell’iniziativa La pittura a Bologna nel lungo Ottocento | 1796 – 1915;
  • giovedì 25 luglio, ore 18, visita guidata con Angelo Mazza, curatore della mostra.

La mostra Da Felice Giani a Luigi Serra costituisce un affascinante viaggio alla scoperta delle opere più importanti delle collezioni della Cassa di Risparmio in Bologna realizzate tra gli ultimi anni del Settecento e i primissimi del Novecento. Trenta artisti e oltre cento opere, suddivise in sei sezioni tematiche, tra dipinti, sculture, disegni, acquerelli, incisioni e le preziose maioliche della manifattura Minghetti appartenute al duca di Montpensier.

La mostra

Il percorso espositivo inizia al Piano Nobile di Palazzo Fava, nella Sala di Giasone, dove sono esposti i dipinti di figura realizzati da diversi artisti attivi a Bologna a cavallo tra Settecento e Ottocento, al tempo del crollo dell’Ancien Régime e formatisi presso l’Accademia Clementina, per arrivare alle opere dei decenni della Restaurazione e dell’Italia unita con i maestri legati all’Accademia di Belle Arti e al Collegio Venturoli.

Nella Sala Albani viene presentata la produzione della manifattura Minghetti, che inizia a partire dal 1860 circa ad opera di Angelo Minghetti e dei figli Gennaro e Arturo. Tra i pezzi esposti spicca il celebre servizio da tavola commissionato da Antonio Maria Luigi Filippo di Borbone-Orléans, duca di Montpensier e infante di Spagna per Palazzo Caprara.

La Sala di Enea è dedicata alle opere di Antonio Basoli e di Giuseppe Badiali. Il primo fu un celebre ornatista, scenografo e vedutista, esponente della vita artistica bolognese nei decenni tra la fine dell’Ancien Régime, l’età napoleonica e la Restaurazione; il secondo fu in contatto con i maggiori autori del melodramma ottocentesco; in mostra è rappresentato da un gruppo di bozzetti per scene teatrali recentemente acquisiti dalla Fondazione. L’esposizione presenta anche un nucleo di modelli in terracotta di Giacomo De Maria, artista che può essere considerato il punto di contatto tra la scultura bolognese d’epoca neoclassica e quella ottocentesca.

Nella Sala Rubbianesca sono presenti alcuni abbozzi in terracotta concepiti per le grandi statue disposte nell’atrio e nello scalone di Palazzo Hercolani in Strada Maggiore, mentre la pittura di paesaggio, da sempre considerata un genere minore rispetto a quella di storia e a quella di figura, trova collocazione nella Sala Cesi. Una panoramica delle opere di questa sezione è dedicata all’immagine della città di Bologna e mette in luce come nell’arco di poco tempo si passi da una pittura di paesaggio ancora legata ai valori della classicità a una più moderna rappresentazione del reale.

Nella Sala Allievi dei Carracci sono documentate molte opere di artisti acquistate dalla Fondazione che restituiscono un’immagine precisa della Bologna ai tempi di Giosuè Carducci, quando la città stava iniziando a modernizzarsi in seguito all’introduzione del nuovo piano regolatore. Chiudono il percorso alcune opere che parlano oramai un linguaggio nuovo, come una rarissima veduta bolognese di Giovanni Boldini, fino a quelle che commemorano il sommo poeta morto nel 1907.

Sede
Palazzo Fava
via Manzoni, 2 – Bologna

Periodo di apertura
21 marzo – 28 luglio 2024

Orari di apertura
martedì-domenica, ore 10.00-19 (ultimo ingresso ore 18.00)

Ulteriori informazioni e biglietti sul sito di Genus Bononiae

A Casa Saraceni la mostra “Per un’idea del colore” in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Bologna per Opentour 2024

Per un’idea del colore

Francesca Bruzzaniti, Changchang Xu, Michele Cotelli, Gloria Franzin, Federico Grilli, Sofia degli Esposti, Francesco Levoni, Naiyuan Liu, Emma Masut, Chiara Niccoli, Sabrina Oliviero, Elettra Paionni, Anita Poidomani, Giovanni Pozzobon, Alice Ricci, Francesca Rinaldi, Dionysis Saraji, Lucia Spadotto, Wu Jilan

La mostra collettiva Per un’idea del colore rappresenta il culmine del percorso didattico intrapreso dagli studenti del biennio specialistico di Arti Visive del docente Luca Caccioni.

Le opere in mostra sono il risultato di un programma fondato su attività seminariali, riflessioni, confronti e sperimentazioni che, nel corso dell’anno, ha attraversato un vasto panorama di tematiche, metodologie e linguaggi legati alla pittura e alle arti contemporanee.

Il colore diventa in questo senso uno strumento ricorrente e costante, dal potere evocativo ed espressivo, comune alle diverse “opere-esercizio” prodotte, installate in aula e discusse collettivamente durante l’anno, promuovendo un dialogo critico e un confronto attivo volto a valorizzare le personali identità artistiche degli studenti.

Per un’idea del colore è la testimonianza visiva di un itinerario in divenire: un amalgama eterogeneo di pratiche, idee e pensieri guidato dal desiderio, dalla necessità e dall’intuizione.

Opentour 2024 – Art is coming out

Dal 18 al 23 giugno, l’Accademia di Belle Arti di Bologna festeggia la decima edizione di Opentour, curata, per il terzo anno consecutivo, da Carmen Lorenzetti e Giuseppe Lufrano.

Martedì 18 giugno dalle ore 10.00 alle 18.30 si aprono le porte della storica istituzione bolognese e della sua nuova sede di via del Guasto, con Openshow, poliedrica fucina della creatività che si articola in un ampio percorso espositivo – quest’anno esteso anche ad alcuni spazi esterni – con opere di oltre 600 studentesse e studenti dei Dipartimenti di Arti Visive e di Progettazione e arti applicate, e visite guidate a cura del Dipartimento di Comunicazione e didattica dell’arte.

Giovedì 20 giugno dalle ore 15.00 alle 23.00, tra le strade e le piazze della città, inaugura il grande evento diffuso Giovani talenti in galleria, organizzato dall’Accademia di Belle Arti con la collaborazione dell’Associazione Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea Confcommercio Ascom Bologna: 28 tra gallerie e spazi privati, ognuno dei quali proporrà una mostra specifica, con protagoniste assolute, le opere di studentesse e studenti dei Bienni e dell’ultimo anno dei Trienni.

>>> mappa online

>>> programma completo

Opentour fa parte di Bologna Estate 2024, il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune di Bologna e dalla Città metropolitana di Bologna – Territorio Turistico Bologna-Modena.

Art Up 2024

Sabato 22 giugno alle ore 18, all’interno della Corte del Terribilia, l’Accademia di Belle Arti di Bologna ospiterà Art Up 2024, il riconoscimento ideato nel 2018 da Fondazione Zucchelli per promuovere i giovani talenti dell’arte, realizzato in collaborazione con l’Accademia e l’Associazione delle Gallerie di Arte Moderna e Contemporanea di Bologna Confcommercio Ascom Bologna.

Alla sua sesta edizione, il premio è realizzato con il sostegno economico di Fondazione Carisbo, di Banca di Bologna e della Collezione Falconi Leidi, e trova spazio nell’ambito di Opentour, la manifestazione organizzata dall’Accademia al termine di ogni anno accademico per far conoscere al pubblico i lavori realizzati da studentesse e studenti.

La giuria presieduta anche quest’anno da Lorenzo Balbi, Direttore Artistico del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, e composta dalla curatrice, storica e critica d’arte Eva Brioschi e dal collezionista e Direttore operativo di Arte Fiera Enea Righi, avrà il compito di vagliare i 125 lavori di arte contemporanea in concorso, presentati in occasione di Opentour all’interno della sezione Giovani talenti in galleria in 24 gallerie e spazi espositivi differenti.

Le due opere vincitrici del ‘Premio dei Collezionisti’ e del ‘Premio per la Grafica/Illustrazione’, finanziati dalla Fondazione Carisbo, entreranno a far parte delle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione.

Per un’idea del colore

Mostra a cura del Prof. Luca Caccioni
con la collaborazione di Olivia Teglia e Luca Campestri

promossa da
Fondazione Carisbo
Accademia di Belle Arti di Bologna

Sede
Casa Saraceni (via Farini, 15 – Bologna)

Inaugurazione
giovedì 20 giugno ore 15-23

Periodo di apertura
Dal 21 giugno al 28 luglio 2024

Orari di apertura
martedì-venerdì ore 15-18
sabato, domenica ore 10-18
lunedì chiuso

Ingresso libero

Apertura straordinaria di Casa Saraceni per la Notte Europea dei Musei

Sabato 18 maggio 2024, dalle ore 10 fino alle 24, le sale espositive di Casa Saraceni aprono al pubblico in via straordinaria, con ingresso gratuito, in occasione della Notte Europea dei Musei 2024. Nella stessa giornata viene inoltre celebrata la Giornata Internazionale dei Musei, quest’anno dedicata al tema “Musei per l’Educazione e la Ricerca”.

Anche la sede della Fondazione è tra i 55 musei e gli spazi culturali di Bologna e della Città metropolitana aderenti alla 20° edizione della Notte Europea dei Musei, iniziativa nata in Francia e dal 2011 estesa a tutta la comunità europea, con il patrocinio di UNESCO, Consiglio d’Europa e ICOM e, in Italia, del Ministero della Cultura.

La Fondazione offre così ai visitatori l’opportunità di visitare la mostra Amintore Fanfani pittore. Uno stile ancora attuale, promossa in collaborazione con il Comitato per le Celebrazioni nel 25° anniversario della morte del Senatore Amintore Fanfani, un’esposizione dedicata alla figura di Fanfani che ha sempre saputo distinguere il se stesso artista dal politico, attraversando la fase dello spazialismo per arrivare alle prove evocative e molto prossime al simbolismo.

Durante questa speciale giornata e fino a tarda notte, i musei di Bologna e della Città metropolitana propongono un ricco programma coordinato di 105 appuntamenti, tra aperture straordinarie in fascia serale, speciali visite guidate, concerti, spettacoli teatrali e degustazioni, per esplorare le mostre dei vari musei cittadini e partecipare a iniziative speciali scoprendo il fascino dell’arte e della cultura.

>>> Programma completo

A Casa Saraceni la mostra “Amintore Fanfani pittore. Uno stile ancora attuale”

A Casa Saraceni la mostra promossa in collaborazione con il Comitato per le Celebrazioni nel 25° anniversario della morte del Senatore Amintore Fanfani

Inaugura venerdì 10 maggio alle ore 17, nelle sale espositive di Casa Saraceni, sede della Fondazione, la mostra promossa in collaborazione con il Comitato per le Celebrazioni nel 25° anniversario della morte del Senatore Amintore Fanfani.

Intervengono:

Patrizia Pasini
Presidente Fondazione Carisbo

Pier Ferdinando Casini
Senatore della Repubblica


Saranno inoltre presenti:

Massimo Bugani
Assessore all’Innovazione Digitale Comune di Bologna

Fiorenzo Silvestri
Studioso d’arte e collezionista

Franco Ciavattini
Presidente associazione Kairos

Liletta Fornasari 
Curatrice della mostra

Amintore Fanfani (Pieve Santo Stefano, 1908 – Roma, 1999)

Nel 1987 Carlo Ludovico Ragghianti, a proposito di Amintore Fanfani pittore, scrisse che costui dimostrava una vocazione sincera e che lavorava con convinzione e con coerenza. Ragghianti aveva conosciuto Fanfani quando ancora era molto giovane e, tracciandone in modo mirabile il profilo dell’artista, sottolineò come la “sua bene nota perspicacia” non gli consentisse “di prendere per oro colato apprezzamenti ed elogi”. Non essere oggi condizionati da eventuali forme di ossequio dettato dai ruoli istituzionali che Fanfani ha ricoperto, ma al contrario essere liberi di fare una lettura distaccata nella consapevolezza del valore della sua personalità, permette di esaminare il suo operato artistico alla luce della sua reale capacità.

È inevitabile verificare come il comune denominatore delle numerose fasi, che la sua arte ha attraversato, sia sempre stato il desiderio di sperimentare, creando uno stile eclettico e mutevole fondato sulla continua evoluzione delle sue ricerche. Partendo dall’uomo di cultura, che ha sempre dimostrato di essere, Fanfani non è stato un artista dilettante e non dipingeva per hobby, ma per l’esigenza di “fare qualcosa di necessario”. La caratteristica fondamentale dei suoi dipinti è quella di essere in ogni caso espressione di un’indagine interiore, che porta alla contemplazione del reale in immagini “aderenti” all’oggettività.

Affrontata con serio rigore, la pittura per Fanfani, che ha sempre distinto in se stesso l’artista dal politico, è il risultato di una ricerca iniziata da ragazzo in ambiente familiare. Dal figurativo iniziale all’astrazione degli ultimi anni, attraversando la fase dello spazialismo per arrivare alle prove definibili evocative e molto prossime al simbolismo. In quest’ultime, a partire dagli anni Settanta egli si avvale di simboli surreali attinti da un inconscio remoto e “bloccati nel loro attimo sorgivo”.

Grazie alla disponibilità di Fiorenzo Silvestri, cultore d’arte e appassionato collezionista di opere fanfaniane, e della famiglia Fanfani, è stato possibile creare un percorso dagli esordi fino agli anni Novanta, evidenziando tappe fondamentali, come il soggiorno a New York nel 1965.

A questa esperienza seguirono nuove sperimentazioni che hanno avuto seguito anche negli anni successivi. New York provocò nel pensiero e nella formulazione artistica di Fanfani la percezione di una “forma pura”, che poi non ha più abbandonato.

Fanfani è stato protagonista di mostre importanti tra il 1970 e il 1975 (Firenze, presso la Galleria Gradiva e Galleria Michaud, Roma presso Editalia, Beirut, Livorno e Firenze di nuovo presso la Galleria Pananti). Dopo il 1977 molte altre furono le mostre personali, dal Petit Palais di Ginevra, alla Galerie GZ di Berlino, alla Stadtgalerie di Vienna, a Lubiana, dove partecipa alla XII Biennale d’Arte Grafica, alla Galleria Il Traghetto di Venezia, a Caracas presso il Museo di Arte Moderna e a Los Angeles nel 1981 presso la Gregg Juarez Gallery.

In occasione del 750° anniversario della morte di San Francesco prese parte alla celebre collettiva organizzata ad Assisi. Numerose furono anche le mostre collettive che lo videro coinvolto, anche all’estero. A partire dal 1975 per Fanfani ebbe inizio una fase diversa, dovuta ad un nuovo soggiorno in Estremo Oriente, tra Cina e Giappone, che ha lasciato segni importanti nei suoi dipinti.

Liletta Fornasari
Curatrice della mostra

Informazioni sulla mostra

Amintore Fanfani pittore. Uno stile ancora attuale

A cura di Liletta Fornasari

Sede
Casa Saraceni (via Farini, 15 – Bologna)

Inaugurazione
10 maggio 2024 ore 17

Periodo di apertura
11 maggio – 16 giugno 2024

Orari di apertura
Martedì-venerdì ore 15-18
Sabato, domenica e festivi ore 10-18
Lunedì chiuso

Aperture straordinarie
Sabato 18 maggio in occasione della Notte Europea dei Musei, ore 10-24

Ingresso libero

Prorogata a Casa Saraceni la mostra “Francesco Giuliari. Immagini all’acquaforte”

In occasione delle festività pasquali mostra aperta con orario continuato 10-18

Prorogata fino al 1° maggio, nelle sale espositive di Casa Saraceni, sede della Fondazione Carisbo, la mostra che trae origine dalla generosa donazione di 24 dipinti e 45 incisioni di Francesco Giuliari da parte della moglie Laura Coppi Giuliari.

A distanza di oltre un anno dalla mostra Francesco Giuliari “Le cose non stanno che a ricordare” promossa dalla Fondazione nel 2022, questa che segue – Francesco Giuliari. Immagini all’acquaforte –, completa il progetto espositivo su una donazione motivata dai forti legami dell’artista con la città di Bologna, dove questi ha abitato a lungo e dove ha frequentato il Dams laureandosi nell’anno accademico 1975-76. Al catalogo a stampa sul complesso della donazione si aggiunge ora un secondo catalogo che documenta l’intera produzione incisoria dell’artista.

La mostra Francesco Giuliari. Immagini all’acquaforte

Francesco Giuliari si dedicò alla pittura e all’incisione. Artista colto e riflessivo, dialoga con il passato e attualizza modelli della tradizione. La grande tela dal titolo Natura morta con rivisitazione, da tempo esposta in una vetrina del portico di Casa Saraceni, colpisce per la moderna interpretazione della celebre Visitazione di Jacopo Pontormo, testo emblematico del Manierismo cinquecentesco. Il forte impatto iconico, la brillantezza dei colori, la nitida spazialità geometrica e la gestualità sospesa esercitano sul passante un’attrazione suggestiva, trattenendone lo sguardo.

Il corpus delle sue acqueforti si compone di poco più di centocinquanta opere eseguite nell’arco di tre decenni, dal 1975 al 2004. A queste si aggiunge una produzione ‘minore’ composta da ex libris, biglietti augurali e altri lavori d’occasione.

Le prime acqueforti presentano vedute di paese poeticamente silenziose e disabitate, regolate da un occhio prospettico che, nelle privilegiate visioni dei corsi di fiumi e delle superfici d’acqua, insiste sugli esiti del rispecchiamento e delle immagini doppie. In altre invece il sentimento della natura si sofferma sugli effetti luminosi dei tetti innevati, geometricamente ordinati. Il segno si infittisce in densi chiaroscuri, a volte con rinvii morandiani che modulano magistralmente la luce, dal bagliore alle ombre fonde.

Alla visione lirica e semplificata della natura succedono, a partire dal 1978-80, invenzioni più complesse in cui prendono il sopravvento vedute di interni con descrizioni analitiche di oggetti ordinati entro scaffali. In quelle griglie si incasellano, quasi ossessivamente, orologi, libri, chiavi, specchi, carte, animali in miniatura, scatole, giochi d’infanzia e altri oggetti di valenza simbolica dal suggestivo potere evocativo, alla cui decifrazione concorrono le iscrizioni; segno di una cultura letteraria e storico-artistica alquanto vasta.

Nello stesso tempo, così come nella pittura, la figura diviene protagonista. Il segno impeccabile dà luogo a serie memorabili, come quelle dedicate alle vedute di Verona o ai luoghi caratteristici di Bologna dietro un proscenio di oggetti allineati, oppure quella delle Professioni dove il protagonista è immerso tra allegorie e simboli di enigmatica interpretazione.

Francesco Giuliari (Verona, 1929 – Forlì, 2010)

Francesco Giuliari nasce a Verona nel 1929. Frequenta il collegio dei Salesiani e, ottenuta la maturità classica, parte come volontario nell’esercito per la Somalia. La guerra è da poco finita e presso il Protettorato italiano, insieme ad una banda di dubat, pattuglia gli ancora fragili confini somali. Rimane in Africa una decina d’anni, dove ha disegnato moltissimo; ma nulla è rimasto.

Al ritorno a Verona si iscrive al Liceo Artistico e frequenta lo studio del pittore Dino Lanaro. Apprende contemporaneamente la tecnica dell’incisione all’acquaforte. Ottiene la cattedra al Liceo Artistico e poi all’Accademia di Belle Arti ‘Cignaroli’ dove insegna per oltre vent’anni Storia dell’arte e tecniche pittoriche.

Nel 1971 torna studente: si iscrive al Dams appena fondato e si trasferisce a Bologna. Si laurea nel 1976 con una tesi sulla pittura caravaggesca a Verona condotta sotto la guida del professor Pier Giovanni Castagnoli. È un periodo felice, durante il quale mette a punto il linguaggio che caratterizza il suo stile pittorico. Estraneo al circuito ufficiale del mercato, dipinge ritratti e nature morte, disseminati di enigmi da decodificare, ricordi personali, citazioni e allusioni.

È socio fondatore dell’AIER, Associazione Incisori Emiliano Romagnoli (oggi ALI). Le sue opere nascono da una lunga gestazione, un periodo di riflessioni, letture e approfondimenti. L’esecuzione invece è rapida, realizzata di getto, senza un disegno preparatorio.

Nel 2001 si trasferisce a Forlì. Qui continua a dipingere e incidere fino al 2008 quando una malattia agli occhi lo conduce progressivamente alla cecità. “Post caecitatem” sono infatti sottoscritti i suoi ultimi lavori. Impossibilitato a dipingere si dedica alla poesia. Non amava le biografie, ricorda la moglie. A chi gliele chiedeva era solito rispondere con la poesia di un’amica, Daria Menicanti, che invita il lettore a non indugiare sui fatti privati, ma ad osservare le opere. Muore nel 2010.

Informazioni sulla mostra

Francesco Giuliari. Immagini all’acquaforte

A cura di Angelo Mazza
con la collaborazione di Benedetta Basevi e Mirko Nottoli

Sede
Casa Saraceni (via Farini, 15 – Bologna)

Periodo di apertura
20 dicembre 2023 – 1 maggio 2024 (termine prorogato)

Orari di apertura
Martedì-venerdì ore 15-18
Sabato, domenica ore 10-18
Festivi (Pasqua 31 marzo, Pasquetta 1 aprile, 25 aprile e 1 maggio 2024) ore 10-18
Lunedì chiuso

Ingresso libero

A Palazzo Fava la mostra “Da Felice Giani a Luigi Serra. L’Ottocento nelle Collezioni della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna”

Da Felice Giani a Luigi Serra. L’Ottocento nelle Collezioni della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna

La Fondazione Carisbo, in collaborazione con Genus Bononiae, presenta per la prima volta al pubblico una mostra con le principali opere dell’Ottocento bolognese presenti nelle proprie Collezioni d’arte e di storia.

A Palazzo Fava sarà possibile ammirare, con il grande gesso della Maddalena di Antonio Canova posto al centro del salone affrescato dai Carracci, opere di Felice Giani e di Pelagio Palagi, di Clemente Alberi e di Pietro Fancelli, di Antonio Basoli e Giacomo De Maria; proseguendo con Luigi Busi, Alessandro Guardassoni, Giovanni Masotti e Luigi Serra. Circa trenta artisti rappresentati da oltre cento opere, tra dipinti, disegni, acquerelli e sculture; per concludere con le maioliche della manifattura Minghetti appartenute al duca di Montpensier.

La mostra si inserisce nel progetto La pittura a Bologna nel lungo Ottocento | 1796-1915  promosso dal Settore Musei Civici Bologna | Museo Civico del Risorgimento, che coinvolge quattordici sedi espositive cittadine e delinea un percorso nella pittura bolognese dall’età napoleonica all’inizio della Grande Guerra.

Informazioni sulla mostra

Sede
Palazzo Fava
via Manzoni, 2 – Bologna

Periodo di apertura
21 marzo – 30 giugno 2024

Orari di apertura
martedì-domenica, ore 10.00-19 (ultimo ingresso ore 18.00)

Ulteriori informazioni e biglietti sul sito di Genus Bononiae

Figure in terracotta del presepio bolognese (secoli XVIII-XIX)

In occasione delle festività natalizie viene esposta in una delle vetrine di Casa Saraceni, affacciate sotto il portico di via Farini 15, una raccolta di statuette da presepio dei secoli XVIII-XIX, acquisite nel 2007 sul mercato antiquario dalla Fondazione che ne ha così scongiurato lo smembramento e la dispersione.

Le statuette, parte di un nucleo di settanta figure dei secoli XVIII-XIX, provengono da collezioni storiche bolognesi, in particolare da quelle della famiglia Baiesi e della famiglia Zacchia-Rondinini. In origine davano vita a diversi presepi, come indicano la varietà delle dimensioni, le differenti tecniche esecutive e l’oscillante profilo qualitativo.

Agli inizi del Novecento furono oggetto degli interventi critici pionieristici di Francesco Malaguzzi Valeri. Realizzate in terracotta da artisti bolognesi tra Settecento e Ottocento, sono rivestite da vivace e brillante policromia. Si sa che a questo genere di produzione, apparentemente minore, si applicarono anche importanti scultori e plasticatori, quali Giuseppe Maria Mazza, Angelo Piò e il figlio Domenico, Filippo Scandellari e Giacomo De Maria. A quest’ultimo, allievo di Antonio Canova a Roma, spetta la figura della Madonna posta di profilo che attira a sé il Bambino benedicente avvolgendolo circolarmente con le braccia.

Tra le caratteristiche presenze popolari del presepio conservato nelle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione – tra cui pastori, artigiani, contadini, massaie, angeli e zampognari, ma anche animali da cortile e bestie da soma – sono riconoscibili figure peculiari della tradizione bolognese, come il “dormiglione”.

L’esposizione temporanea delle statuette rimette straordinariamente in circolo un genere artistico nel quale si combinano brillantezze cromatiche, esotismi orientali ed eleganze settecentesche. Vi trovano inoltre rappresentazione i mestieri scomparsi dell’antico mondo contadino e pastorale, portati alla ribalta con inesauribile fantasia.