Elevazione spirituale in canto gregoriano e polifonia sacra Dominica Pentecostes
Un’esperienza che facciamo non di rado nella nostra vita è la coesistenza, talvolta in dialettica armonia e talaltra in reciproca tensione, tra ciò che è particolare e ciò che è più generale.
Qualcosa del genere accade anche nella liturgia cattolica, dove troviamo da una parte le linee di fondo e lo schema celebrativo delle diverse liturgie, che rimane sostanzialmente fisso, e dall’altra quegli aspetti particolari (orazioni, letture, antifone, inni e altri testi più o meno ampi) che si inseriscono nei diversi punti dello schema generale e danno il tono specifico a ciascuna celebrazione; e sono detti rispettivamente “l’ordinario” e “il proprio”.
Questa distinzione è tenuta presente anche dai compositori che lungo i secoli hanno musicato i testi per la liturgia, e che normalmente si interessano separatamente o dell’ordinario, per esempio le parti fisse della Messa, o di uno o più elementi del proprio, a volte anche di grande ampiezza come lo Stabat Mater. Solo più raramente vengono musicate insieme le parti dell’ordinario e del proprio di una medesima celebrazione, come accade per esempio – e per ragioni oggettive che non stiamo qui ad approfondire – per le Messe da requiem.
L’elevazione spirituale dell’8 giugno, prendendo spunto dalla solennità di Pentecoste che nel 2014 proprio in tale giorno ricorre, ci offre un esempio dell’articolazione tra ordinario e proprio, sia con riferimento alla celebrazione eucaristica, nell’alternarsi integrale dell’ordinario (Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus e Agnus Dei) e del proprio previsto per quella solennità (Introito, Graduale, Alleluia, Sequenza, Offertorio e Comunione), sia con riferimento alla liturgia delle ore (in questo caso solo con due esempi, riferiti a un salmo e al Magnificat); per poi concludere con due antifone mariane.
Proprio alla luce della dialettica tra generale e particolare, possiamo però notare una caratteristica solo apparentemente paradossale del programma della serata: i brani del proprio, cioè di quanto è specifico ed esclusivo della Pentecoste, sono tratti dal repertorio di musica liturgica più universale e antico che conosciamo, ovvero il repertorio gregoriano; invece i brani dell’ordinario, ovvero quelli aventi carattere più generale, sono tratti da un repertorio non solo più circoscritto e con caratteristiche peculiari, quale è quello della polifonia sei-settecentesca, ma addirittura con una provenienza geografica ben determinata perché espressione di quel laboratorio di eccezionale produzione musicale che fu la Cappella della Basilica di San Petronio a Bologna, il cui archivio continua a rivelare tesori di grande pregio. La multiforme e reciproca interazione tra ciò che è generale e ciò che è particolare di cui potremo fare esperienza nella serata ci conferma, se ce ne fosse bisogno, che è precisamente lì dove il generale si lascia interpellare e illuminare da ciò che è particolare, e il particolare accetta di lasciarsi orientare e in qualche misura arginare da ciò che è generale, che il contatto tra i due diventa veramente fruttuoso.
Mons. Massimo Mingardi
La Schola Gregoriana Bendetto XVI
Inaugurata nel giugno 2007 con il concerto della Cappella Musicale Pontificia Sistina, è un progetto volto a creare professionisti nel complesso registro musicale del canto gregoriano. La Schola riprende la vocazione musicale insita nella storia di Santa Cristina: nel Seicento, quando viene costruita la chiesa come la vediamo oggi, fioriscono a Bologna scuole di musica e nasce la prima cattedra universitaria ad lecturam musicae, mentre Papa Eugenio IV istituisce in Cattedrale un “magister cantus et gramaticae”. La particolare struttura della chiesa, strozzata nel presbiterio, ne fa una sorta di grande strumento musicale.
Dom Nicola M. Bellinazzo, monaco benedettino della Congregazione di S. Maria di Monte Oliveto. Gregorianista e direttore di coro, perfeziona la sua formazione musicale e approfondisce lo studio del Canto Gregoriano, frequentando i Corsi Internazionali di Cremona con L. Agustoni, N. Albarosa, J.B. Göschl, ed il Pontificio Istituto Ambrosiano di Musica sacra di Milano con il M° A. Turco, per il diploma in Canto Gregoriano. Ha studiato armonia con L. Molfino, contrappunto e direzione di coro con G. Bredolo, musicologia liturgica con V. Donella, armonizzazione del canto gregoriano con L. Migliavacca. Ha seguito diversi corsi di specializzazione in canto e direzione di coro tenuti tra gli altri da G. Acciai, Filippo M. Bressan, S. Woodbury, G. Mazzucato, M.A. Piovan; ha diretto dal ’93 al ’95 la formazione gregoriana del “Polifonico Città di Rovigo”, conseguendo il primo premio al Terzo Concorso Nazionale di Guastalla (RE).
Nel settembre del ’95 ha intrapreso la direzione della Schola Gregoriana “Ergo Cantemus”, che nel maggio del ’99 ha cambiato il nome in Schola Gregoriana “SCRIPTORIA”. Alla guida di quest’ultimo gruppo vocale ha tenuto numerosi concerti in tutta Italia ed ha inciso sei CD per l’etichetta TACTUS, due per l’etichetta BRILLIANT. In ambito musicologico si occupa con intenti filologici della ricostruzione di liturgie antiche e della presentazione di sacri cerimoniali d’epoca. Ha collaborato: con il M° Filippo M. Bressan nella ricostruzione filologica del Vespro della B.V. Maria e della Messa concertata a due cori di F. Cavalli; con Iuri Camisasca e la cantante Alice; con Franco Battiato. È stato docente di Canto Liturgico e Musicologia Liturgica presso l’Istituto Diocesano di Musica sacra di Modena. Con numerosi complessi corali, fra i quali Nova Schola Gregoriana diretta da A. Turco, ha tenuto molteplici concerti in Italia, in tutta Europa, negli Stati Uniti d’America e in Brasile. Ha inciso per ARES, NAXOS, BONGIOVANNI, TACTUS, ARTS, CHANDOS, ED. PAOLINE, LIBRERIA ED. VATICANA, SYNPHONIA, BRILLIANT.