A Casa Saraceni la mostra Un “occhio felice e solitario”. La donazione Mario Bonazzi

Ha inaugurato venerdì 26 ottobre 2018 l’esposizione a Casa Saraceni, sede della Fondazione Carisbo (via Farini, 15 – Bologna), dedicata alla vicenda artistica di Mario Bonazzi e al generoso lascito di Tiziano Bonazzi, figlio del pittore bolognese, di dieci dipinti che si aggiungono ai quattro già appartenenti alle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione.

La mostra a cura di Pierluca Nardoni e Angelo Mazza offre un’importante testimonianza della produzione bonazziana, in un contesto espositivo che si completa con una serie di opere provenienti da collezioni private, un fatto inedito per la Fondazione che intende con ciò sottolineare la rilevanza di un pittore a lungo ritenuto quasi invisibile, ma in realtà apprezzato in vita da critici come Francesco Arcangeli, Rezio Buscaroli, Ferruccio Giacomelli, Adriano Baccilieri.

I cinquanta lavori (tra dipinti e grafiche) della mostra raccontano un’evoluzione artistica che non conosce eccezionali variazioni, ma che invita, sotto la sua calma apparente, ad apprezzare una poetica in lenta e costante decantazione, tra la ritrattistica ‘novecentista’ degli esordi e la successiva assoluta dedizione al paesaggio e alla natura morta, coltivati nel solco del grande Giorgio Morandi.

Il lessico morandiano è infatti il punto di partenza per raffinate indagini pittoriche, la cui complessità viene sempre riscattata da un senso del colore ricco e vario guardando, di volta in volta, a un Morandi ‘novecentista’, o a quello “dei paesaggi senza cielo degli anni trenta” (Arcangeli) o ancora a quello degli oggetti riprodotti negli anni ’40 e ‘50 con problematica serialità. Morandi e altri riferimenti, dunque, si sommano e s’intrecciano in Bonazzi con un tempo lungo, mai interessato alle ‘oscillazioni del gusto’ e pronto, semmai, a modificare l’interpretazione di quei sedimenti in un modo sempre personale, visibile solo a chi sappia coglierne le sfumature.

 

La vita di Mario Bonazzi

Nasce nel 1911 a Bologna, dove frequenta l’Accademia di Belle Arti insieme ad alcuni artisti chiave della scena felsinea come Pompilio Mandelli, Ilario Rossi e Norma Mascellani. Nel 1935 vince il concorso Moy, dedicato ai giovani provenienti dall’Accademia, e inizia una serie di apparizioni espositive di rilievo alle mostre collettive provinciali e regionali, secondo le formule di partecipazione allora promosse dal regime fascista.

La seconda guerra mondiale lo costringe all’arruolamento e, in seguito, allo sfollamento e al trasferimento in provincia insieme alla famiglia, mentre l’attività di insegnante nelle scuole medie lo tiene lontano dalle liste della Repubblica Sociale. Nell’immediato dopoguerra riprende una fervida attività espositiva che lo conduce alla prima mostra personale del 1951, presentata alla bolognese Galleria del Voltone da Ferruccio Giacomelli. Nonostante il traguardo importante, Bonazzi a quel punto ha ormai deciso di assecondare fino in fondo la sua indole appartata e di non seguire gli infuocati dibattiti artistici di quegli anni, dal postcubismo ai neorealismi di varia natura fino all’Informale. Si tratta di una scelta senz’altro in linea con la poetica personale, ma la consacrazione a un ‘tempo’ proprio, lontano dalle scelte estetiche del secondo Novecento, lo conduce a un isolamento sempre maggiore.

Sebbene la sua partecipazione alle mostre continui anche fuori dall’Emilia-Romagna per tutto il corso degli anni Sessanta, ci vorrà l’interesse di Francesco Arcangeli perché si possa cogliere il valore dell’“occhio felice e solitario” di Bonazzi. L’espressione del critico, tratta dal testo per la personale del 1972 alla Galleria Sanvitale, evidenzia un’attitudine al tempo stesso caratteriale e poetica, dove l’“occhio” è anche quello dello stile che è solitario ma pure “felice”, nel senso di mobile, curioso, cromaticamente vivace.

Bonazzi muore a Bologna nel 1994 e l’ultima personale a lui dedicata è quella postuma del 2006, alla Galleria Giordani.

 

Informazioni sulla mostra

Un “occhio felice e solitario”. La donazione Mario Bonazzi
Catalogo a cura di Pierluca Nardoni, edito da Bononia University Press
Mostra a cura di Angelo Mazza

Sede
Casa Saraceni
via Farini, 15 – Bologna

Inaugurazione
Venerdì 26 ottobre 2018 alle ore 17

Periodo di apertura
Da sabato 27 ottobre a domenica 9 dicembre 2018

Ingresso gratuito

Orari di apertura
martedì – venerdì ore 15-18
sabato, domenica e festivi (1 novembre, 8 dicembre) ore 10-18
lunedì chiuso

>>> Scarica il pieghevole della mostra in formato PDF

 

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