A Palazzo Fava la mostra “Da Felice Giani a Luigi Serra. L’Ottocento nelle Collezioni della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna”

Da Felice Giani a Luigi Serra. L’Ottocento nelle Collezioni della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna

La Fondazione Carisbo, in collaborazione con Genus Bononiae, presenta per la prima volta al pubblico una mostra con le principali opere dell’Ottocento bolognese presenti nelle proprie Collezioni d’arte e di storia.

A Palazzo Fava sarà possibile ammirare, con il grande gesso della Maddalena di Antonio Canova posto al centro del salone affrescato dai Carracci, opere di Felice Giani e di Pelagio Palagi, di Clemente Alberi e di Pietro Fancelli, di Antonio Basoli e Giacomo De Maria; proseguendo con Luigi Busi, Alessandro Guardassoni, Giovanni Masotti e Luigi Serra. Circa trenta artisti rappresentati da oltre cento opere, tra dipinti, disegni, acquerelli e sculture; per concludere con le maioliche della manifattura Minghetti appartenute al duca di Montpensier.

La mostra si inserisce nel progetto La pittura a Bologna nel lungo Ottocento | 1796-1915  promosso dal Settore Musei Civici Bologna | Museo Civico del Risorgimento, che coinvolge quattordici sedi espositive cittadine e delinea un percorso nella pittura bolognese dall’età napoleonica all’inizio della Grande Guerra.

Informazioni sulla mostra

Sede
Palazzo Fava
via Manzoni, 2 – Bologna

Periodo di apertura
21 marzo – 30 giugno 2024

Orari di apertura
martedì-domenica, ore 10.00-19 (ultimo ingresso ore 18.00)

Ulteriori informazioni e biglietti sul sito di Genus Bononiae

Figure in terracotta del presepio bolognese (secoli XVIII-XIX)

In occasione delle festività natalizie viene esposta in una delle vetrine di Casa Saraceni, affacciate sotto il portico di via Farini 15, una raccolta di statuette da presepio dei secoli XVIII-XIX, acquisite nel 2007 sul mercato antiquario dalla Fondazione che ne ha così scongiurato lo smembramento e la dispersione.

Le statuette, parte di un nucleo di settanta figure dei secoli XVIII-XIX, provengono da collezioni storiche bolognesi, in particolare da quelle della famiglia Baiesi e della famiglia Zacchia-Rondinini. In origine davano vita a diversi presepi, come indicano la varietà delle dimensioni, le differenti tecniche esecutive e l’oscillante profilo qualitativo.

Agli inizi del Novecento furono oggetto degli interventi critici pionieristici di Francesco Malaguzzi Valeri. Realizzate in terracotta da artisti bolognesi tra Settecento e Ottocento, sono rivestite da vivace e brillante policromia. Si sa che a questo genere di produzione, apparentemente minore, si applicarono anche importanti scultori e plasticatori, quali Giuseppe Maria Mazza, Angelo Piò e il figlio Domenico, Filippo Scandellari e Giacomo De Maria. A quest’ultimo, allievo di Antonio Canova a Roma, spetta la figura della Madonna posta di profilo che attira a sé il Bambino benedicente avvolgendolo circolarmente con le braccia.

Tra le caratteristiche presenze popolari del presepio conservato nelle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione – tra cui pastori, artigiani, contadini, massaie, angeli e zampognari, ma anche animali da cortile e bestie da soma – sono riconoscibili figure peculiari della tradizione bolognese, come il “dormiglione”.

L’esposizione temporanea delle statuette rimette straordinariamente in circolo un genere artistico nel quale si combinano brillantezze cromatiche, esotismi orientali ed eleganze settecentesche. Vi trovano inoltre rappresentazione i mestieri scomparsi dell’antico mondo contadino e pastorale, portati alla ribalta con inesauribile fantasia.

A Casa Saraceni la mostra “Francesco Giuliari. Immagini all’acquaforte”

A Casa Saraceni la nuova mostra nata dalla donazione alla Fondazione Carisbo di 24 dipinti e 45 incisioni da parte di Laura Coppi Giuliari

Aperta al pubblico dal 20 dicembre, nelle sale espositive di Casa Saraceni, sede della Fondazione Carisbo (via Farini 15, Bologna), la nuova mostra che trae origine dalla generosa donazione alla Fondazione di 24 dipinti e 45 incisioni di Francesco Giuliari da parte della moglie Laura Coppi Giuliari.

A distanza di oltre un anno dalla mostra Francesco Giuliari “Le cose non stanno che a ricordare” promossa dalla Fondazione nel 2022, questa che inaugura – Francesco Giuliari. Immagini all’acquaforte –, completa il progetto espositivo su una donazione motivata dai forti legami dell’artista con la città di Bologna, dove questi ha abitato a lungo e dove ha frequentato il Dams laureandosi nell’anno accademico 1975-76. Al catalogo a stampa sul complesso della donazione si aggiunge ora un secondo catalogo che documenta l’intera produzione incisoria dell’artista.

La mostra Francesco Giuliari. Immagini all’acquaforte

Francesco Giuliari si dedicò alla pittura e all’incisione. Artista colto e riflessivo, dialoga con il passato e attualizza modelli della tradizione. La grande tela dal titolo Natura morta con rivisitazione, da tempo esposta in una vetrina del portico di Casa Saraceni, colpisce per la moderna interpretazione della celebre Visitazione di Jacopo Pontormo, testo emblematico del Manierismo cinquecentesco. Il forte impatto iconico, la brillantezza dei colori, la nitida spazialità geometrica e la gestualità sospesa esercitano sul passante un’attrazione suggestiva, trattenendone lo sguardo.

Il corpus delle sue acqueforti si compone di poco più di centocinquanta opere eseguite nell’arco di tre decenni, dal 1975 al 2004. A queste si aggiunge una produzione ‘minore’ composta da ex libris, biglietti augurali e altri lavori d’occasione.

Le prime acqueforti presentano vedute di paese poeticamente silenziose e disabitate, regolate da un occhio prospettico che, nelle privilegiate visioni dei corsi di fiumi e delle superfici d’acqua, insiste sugli esiti del rispecchiamento e delle immagini doppie. In altre invece il sentimento della natura si sofferma sugli effetti luminosi dei tetti innevati, geometricamente ordinati. Il segno si infittisce in densi chiaroscuri, a volte con rinvii morandiani che modulano magistralmente la luce, dal bagliore alle ombre fonde.

Alla visione lirica e semplificata della natura succedono, a partire dal 1978-80, invenzioni più complesse in cui prendono il sopravvento vedute di interni con descrizioni analitiche di oggetti ordinati entro scaffali. In quelle griglie si incasellano, quasi ossessivamente, orologi, libri, chiavi, specchi, carte, animali in miniatura, scatole, giochi d’infanzia e altri oggetti di valenza simbolica dal suggestivo potere evocativo, alla cui decifrazione concorrono le iscrizioni; segno di una cultura letteraria e storico-artistica alquanto vasta.

Nello stesso tempo, così come nella pittura, la figura diviene protagonista. Il segno impeccabile dà luogo a serie memorabili, come quelle dedicate alle vedute di Verona o ai luoghi caratteristici di Bologna dietro un proscenio di oggetti allineati, oppure quella delle Professioni dove il protagonista è immerso tra allegorie e simboli di enigmatica interpretazione.

Francesco Giuliari (Verona, 1929 – Forlì, 2010)

Francesco Giuliari nasce a Verona nel 1929. Frequenta il collegio dei Salesiani e, ottenuta la maturità classica, parte come volontario nell’esercito per la Somalia. La guerra è da poco finita e presso il Protettorato italiano, insieme ad una banda di dubat, pattuglia gli ancora fragili confini somali. Rimane in Africa una decina d’anni, dove ha disegnato moltissimo; ma nulla è rimasto.

Al ritorno a Verona si iscrive al Liceo Artistico e frequenta lo studio del pittore Dino Lanaro. Apprende contemporaneamente la tecnica dell’incisione all’acquaforte. Ottiene la cattedra al Liceo Artistico e poi all’Accademia di Belle Arti ‘Cignaroli’ dove insegna per oltre vent’anni Storia dell’arte e tecniche pittoriche.

Nel 1971 torna studente: si iscrive al Dams appena fondato e si trasferisce a Bologna. Si laurea nel 1976 con una tesi sulla pittura caravaggesca a Verona condotta sotto la guida del professor Pier Giovanni Castagnoli. È un periodo felice, durante il quale mette a punto il linguaggio che caratterizza il suo stile pittorico. Estraneo al circuito ufficiale del mercato, dipinge ritratti e nature morte, disseminati di enigmi da decodificare, ricordi personali, citazioni e allusioni.

È socio fondatore dell’AIER, Associazione Incisori Emiliano Romagnoli (oggi ALI). Le sue opere nascono da una lunga gestazione, un periodo di riflessioni, letture e approfondimenti. L’esecuzione invece è rapida, realizzata di getto, senza un disegno preparatorio.

Nel 2001 si trasferisce a Forlì. Qui continua a dipingere e incidere fino al 2008 quando una malattia agli occhi lo conduce progressivamente alla cecità. “Post caecitatem” sono infatti sottoscritti i suoi ultimi lavori. Impossibilitato a dipingere si dedica alla poesia. Non amava le biografie, ricorda la moglie. A chi gliele chiedeva era solito rispondere con la poesia di un’amica, Daria Menicanti, che invita il lettore a non indugiare sui fatti privati, ma ad osservare le opere. Muore nel 2010.

Informazioni sulla mostra

Francesco Giuliari. Immagini all’acquaforte

A cura di Angelo Mazza
con la collaborazione di Benedetta Basevi e Mirko Nottoli

Sede
Casa Saraceni (via Farini, 15 – Bologna)

Inaugurazione
20 dicembre 2023 ore 15

Periodo di apertura
20 dicembre 2023 – 1 aprile 2024

Orari di apertura
Martedì-venerdì ore 15-18
Sabato, domenica ore 10-18
Festivi (25, 26 dicembre 2023; 1, 6 gennaio, 31 marzo, 1 aprile 2024) ore 10-18
Lunedì chiuso

Aperture straordinarie nell’ambito di ART CITY Bologna 2024 in occasione di ARTEFIERA
1, 2 e 4 febbraio ore 10-19
3 febbraio ART CITY White Night ore 10-23

Ingresso libero

Prorogata fino all’8 dicembre a Casa Saraceni la mostra “Berlin Funfair” di Heinrich Zille per Foto/Industria 2023

Foto/Industria 2023

Si svolge a Bologna dal 18 ottobre al 26 novembre (termine prorogato all’8 dicembre) la sesta edizione di Foto/Industria, l’unica biennale al mondo di fotografia dell’industria e del lavoro, promossa da Fondazione MAST sotto la direzione artistica di Francesco Zanot.

L’industria del gioco, GAME, è il tema del percorso fotografico di quest’anno ed è declinato in dodici mostre, di cui undici personali e una collettiva, allestite al MAST, con le opere di grande formato dell’artista Andreas Gursky, e in 10 sedi del centro storico.

Fondazione Carisbo ospita a Casa Saraceni la mostra dedicata a Heinrich Zille (Germania, 1858-1929) “Berlin funfair”, a cura di Katia Reich e Francesco Zanot, organizzata in collaborazione con Berlinische Galerie – Landesmuseum für Moderne Kunst, Fotografie und Architektur.

“Berlin funfair”

Divertenti, allegre e folli: le fiere berlinesi degli anni intorno al 1900 assicuravano intrattenimento agli abitanti di una città in rapida espansione e industrializzazione, offrendo una possibilità di svago dalla realtà di un lavoro estenuante e spesso ripetitivo. Heinrich Zille (1858-1929), molto noto come illustratore e grafico, scatta le sue fotografie nel cuore di questa ridda di contrasti: le giostre sfavillanti di luci e di colori, le insegne vistose, le facciate dei teatri piene di manifesti, l’immondizia, le vetture dei giostrai fuori dal perimetro della fiera. Solo nel 1966, 37 anni dopo la sua morte, viene scoperta nel suo vecchio appartamento di Berlino-Charlottenburg la sua straordinaria collezione di stampe d’epoca e negativi su vetro, e la sua opera fotografica, fino a quel momento del tutto sconosciuta, ha cominciato a ricevere attenzione in tutto il mondo. Nel 1988-1989 il celebre fotografo tedesco Michael Schmidt realizza gli ingrandimenti di quei negativi, esposti in questa occasione.

Heinrich Zille

Heinrich Zille (1858-1929) nasce a Radeburg, vicino a Dresda, Germania. Nel 1867 si trasferisce con la famiglia a Berlino e comincia un apprendistato come litografo. Al volgere del secolo ritrae la vita quotidiana dei berlinesi, realizzando disegni e caricature molto popolari che oggi sono considerate documenti di valore storico, culturale e sociale. Nel 1903 partecipa alla Secessione Berlinese e fino al 1907 lavora per la Photographische Gesellschaft, dove ha modo di utilizzare le macchine fotografiche e le attrezzature di laboratorio dell’azienda. Nel 1966, cioè 37 anni dopo la sua morte, viene scoperta nel suo vecchio appartamento di Berlino una collezione di stampe d’epoca e negativi su vetro: la sua opera fotografica, fino a quel momento sconosciuta, ottiene riconoscimento anche a livello internazionale. Importante da questo punto di vista è la compilazione del catalogo delle sue fotografie, realizzata nel 1993 da Enno Kaufhold, a cui è seguita la mostra itinerante “Heinrich Zille: Photograph der Moderne”.

Informazioni sulla mostra

Sede
Casa Saraceni
via Farini, 15 – Bologna

Periodo di apertura
18 ottobre – 26 novembre 2023 (termine prorogato all’8 dicembre 2023)

Orari di apertura
martedì-domenica, ore 10.00-19.00;
lunedì chiuso.

Ingresso libero previo ritiro gratuito del badge, tutte le info sul sito di Foto/Industria

A Santa Maria della Vita la mostra “Ilario Rossi unico movimento”

Ilario Rossi unico movimento

Proseguendo l’impegno di divulgazione e promozione degli artisti bolognesi, Fondazione Carisbo e Genus Bononiae presentano a Santa Maria della Vita, dal 10 novembre 2023 al 4 febbraio 2024, una antologica di Ilario Rossi.

Vengono esposte in mostra una settantina di opere, per la maggior parte appartenenti alla raccolta della famiglia Rossi, che coprono l’intera vicenda dell’artista, dall’Autoritratto del 1929 a una Natura morta con fiori del 1994, anno della sua scomparsa. Attivo per oltre sessant’anni, nella Bologna del dopo Morandi, Ilario Rossi è uno dei protagonisti indiscussi e indiscutibili.

Rossi dipinge paesaggi, nature morte, ma anche ritratti e figure, tutti temi da lui interpretati attraverso una personalissima vena intimistica.

Nella pittura di paesaggio Ilario Rossi esprime al meglio questa sua poetica; nelle sue nature morte ritroviamo invece un vero e proprio memento mori, mentre la figura umana – corpi senza volto, non riconoscibili, non identificabili – è rappresentata come concepita e generata dalla natura tanto quanto gli alberi, il cielo, gli astri, gli animali.

La mostra cerca di indagare proprio questo aspetto della produzione dell’artista, rintracciando in essa, ben evidenti, i segni che lo identificano come un pittore dell’esistente, un pittore della vita e della morte.

Informazioni sulla mostra

Sede
Santa Maria della Vita
via Clavature, 8 – Bologna

Periodo di apertura
10 novembre 2023 – 4 febbraio 2024

Orari di apertura
lunedì-domenica, ore 10.00-18.30 (ultimo ingresso ore 18.00)

Ulteriori informazioni e biglietti sul sito di Genus Bononiae

A Palazzo Fava la mostra “Concetto Pozzati XXL”

Concetto Pozzati XXL

Fondazione Carisbo e Genus Bononiae presentano a Palazzo Fava, dal 27 ottobre 2023 all’11 febbraio 2024, Concetto Pozzati XXL, la prima grande mostra antologica dell’artista realizzata in una sede museale dopo la sua scomparsa nel 2017.

A cura di Maura Pozzati, critica d’arte e docente, curatrice e direttrice dell’Archivio Concetto Pozzati, l’esposizione presenta circa cinquanta opere – alcune inedite o non più esposte da tempo – tra dipinti di grande formato, lavori tridimensionali e opere su carta, tutte provenienti dall’Archivio.

Un percorso non cronologico ma suddiviso per temi, che suggerisce un dialogo intimo tra i quadri del pittore, gli affreschi e gli elementi architettonici e decorativi di Palazzo Fava, attraverso le principali fasi della sua carriera, dal clima informale della fine degli anni ’50, passando per le opere iconiche della metà degli anni ’60, riconducibili al periodo “Pop”, fino alla produzione degli anni ’70 – la meno conosciuta – che risentì del clima concettuale e sperimentatore del tempo, per giungere alla pittura densa e carnosa degli anni ’80, ’90 e 2000, che registra l’interesse dell’artista per gli oggetti del quotidiano e d’affezione, fino all’ultima folgorante serie, Vulvare, del 2016.

Informazioni sulla mostra

Sede
Palazzo Fava. Palazzo delle Esposizioni
via Manzoni, 2 – Bologna

Periodo di apertura
27 ottobre 2023 – 11 febbraio 2024

Orari di apertura
martedì-domenica, ore 10.00-19.00 (ultimo ingresso ore 18.00);
lunedì chiuso.

Ulteriori informazioni sul sito di Genus Bononiae

Biglietti acquistabili sul sito di Ticketlandia

Presentata a Bruxelles la mostra “Stati d’infanzia – Viaggio nel Paese che cresce”

È stato presentato a Bruxelles il 17 ottobre il progetto multimediale “Stati d’Infanzia. Viaggio nel Paese che cresce” realizzato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile con il patrocinio di Rai per la sostenibilità Esg.

L’inaugurazione si è tenuta presso la Philantropy House, sede di Philea – Philanthropy Europe Association in Rue Royale 94. Nel corso dell’evento, dopo i saluti di Marco Rossi Doria presidente di Con i Bambini e Delphine Moralis CEO di Philea, sono intervenuti il fotografo Riccardo Venturi che ha realizzato gli scatti, due volte Word Press Photo, Arianna Massimi che ha realizzato il documentario e Ilaria Prili che ha curato l’esposizione.

Quella di Bruxelles è la sesta tappa della mostra, dopo Roma, Biella, Bergamo, Cuneo e Torino e sarà aperta al pubblico fino al 12 gennaio 2024.

Le immagini e il docu-film sono il frutto di un lungo viaggio durato due anni, da Nord a Sud dell’Italia, attraverso decine di “cantieri educativi” tra gli oltre 600 selezionati da Con i Bambini nell’ambito del Fondo, con l’obiettivo di mettere in luce la complessità e le difficoltà del crescere nella povertà e le possibilità di cambiamento grazie alle opportunità date a migliaia di bambini e le relative famiglie.

La mostra ha inoltre ricevuto la medaglia del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha voluto mostrare vicinanza all’iniziativa. La mostra è stata presentata anche a Papa Francesco dal Presidente di Con I Bambini, Marco Rossi-Doria, dal Presidente dell’Acri Francesco Profumo e dagli artisti.

Dopo le diverse tappe italiane, a partire dall’anteprima nazionale al Museo di Roma in Trastevere, con oltre 15 mila visitatori, la mostra arriva a Bruxelles grazie alla collaborazione di Philea – Philanthropy Europe Association, associazione europea che riunisce oltre 10.000 fondazioni di pubblica utilità presenti in più di 30 paesi.

La mostra è visitabile dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 17, con ingresso libero e gratuito, fino al 12 gennaio 2024.

A Casa Saraceni la mostra “Crogiolo” in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Bologna per Opentour 2023

Crogiolo

Casa Saraceni ospita per Opentour 2023 alcuni studenti del Biennio Arti Visive – Pittura del Prof. Luca Caccioni e del Prof. Massimo Pulini

Carlotta Amanzi, Alessandro Aprile, Samuele Bartolini, Sisay Bozzola, Filippo Bolognini, Lucia Chiancone, Angelica Diacci, Daniele Latini, Francesco Levoni, Marco Mandorlini, Aleksandr Vladimirovich Nuss, Anna Orlandini, Martina Pozzobon, Uriel Schmid Téllez, Marco Sisto, Jonathan Soliman Awadalla, Ludovico Tartarotti, Gaia Terranova

L’idea di Crogiolo evoca un intruglio ribollente, un insieme eterogeneo di componenti organiche, erbe officinali e particelle di animali, ricette misteriose, pozioni magiche, che streghette vivaci e alchimisti barbuti creano per cambiare il corso delle cose ed aprire al cambiamento.

Ecco, l’artista è un po’ così: pieno di idee, che a volte mette in pratica, a volte no, lasciandole fluttuare e intravvedere.

E comunque, sempre, e soprattutto quando è giovane, quando ancora è forte il senso aurorale della scoperta, crea instancabilmente con un irresistibile senso di necessità e vede il mondo con occhi nuovi e così – diverso dal solito – ce lo presenta.

Questa mostra, che costituisce il risultato di un anno di lavoro degli studenti nell’Accademia di Belle Arti di Bologna, si presenta come un crogiolo di pratiche diverse, pensieri, idee ed esperienze maturate nel confronto tra gli studenti e tra loro e i professori.

Opentour 2023 – Art is coming out

Dal 20 al 25 giugno, l’Accademia di Belle Arti di Bologna presenta la nona edizione di Opentour, curata, per il secondo anno consecutivo, da Carmen Lorenzetti e Giuseppe Lufrano.

Martedì 20 giugno dalle ore 10.00 alle 18.30 si aprono le porte della storica istituzione bolognese con Openshow, poliedrica fucina della creatività che si articola in un ampio percorso espositivo con opere di oltre 400 studentesse e studenti dei Dipartimenti di Arti Visive e di Progettazione e arti applicate, visite guidate e progetti curatoriali a cura del Dipartimento di Comunicazione e didattica dell’arte.

Oltre le sue antiche mura, giovedì 22 giugno dalle ore 15.00 alle 23.00 tra le strade e le piazze della città, inaugura il grande evento diffuso Giovani talenti in galleria, organizzato dall’Accademia di Belle Arti con la collaborazione dell’Associazione Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea Confcommercio Ascom Bologna: 28 tra gallerie e spazi privati, ognuno dei quali proporrà una mostra specifica: protagoniste assolute, le opere di studentesse e studenti dei corsi biennali specialistici e dell’ultimo anno dei corsi triennali.

>>> mappa online

>>> programma completo

Opentour fa parte di Bologna Estate 2023, il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune di Bologna e dalla Città metropolitana di Bologna – Territorio Turistico Bologna-Modena.

Art Up | Premio della Critica e dei Collezionisti

Sabato 24 giugno alle ore 18.30, all’interno della Corte del Terribilia dell’Accademia di Belle Arti, verrà assegnato Art Up 2023 | Premio della Critica, dei Collezionisti, degli Artisti e della Grafica/Illustrazione, ideato nel 2018 da Fondazione Zucchelli e realizzato con il sostegno economico di Banca di Bologna, di Fondazione Carisbo e della Collezione Falconi Leidi.

La giuria presieduta da Lorenzo Balbi, Direttore Artistico del MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, avrà il compito di vagliare i lavori di arte contemporanea in concorso esposti in città e di assegnare quattro distinti premi. Le opere vincitrici saranno acquisite nelle importanti collezioni dei finanziatori.

Crogiolo

Informazioni sulla mostra

a cura di Carmen Lorenzetti e Giuseppe Lufrano
con la collaborazione di Cecilia Mascia

promossa da
Fondazione Carisbo
Accademia di Belle Arti di Bologna

Sede
Casa Saraceni (via Farini, 15 – Bologna)

Inaugurazione
giovedì 22 giugno ore 15-23

Periodo di apertura
Dal 23 giugno al 30 luglio 2023

Orari di apertura
martedì-venerdì ore 15-18
sabato, domenica ore 10-18
lunedì chiuso

Ingresso libero

A Palazzo Fava la mostra “Viaggio verso l’ignoto. Lucio Saffaro tra Arte e Scienza”

La mostra

Dal 26 maggio al 24 settembre 2023, a Palazzo Fava. Palazzo delle Esposizioni sarà possibile scoprire l’arte di Lucio Saffaro (Trieste 1929 – Bologna 1998): pittore, scrittore, poeta e matematico che dagli anni Sessanta si è affermato come una delle figure più originali e inconsuete della cultura italiana, ricevendo ampi riconoscimenti in ciascuno dei campi in cui ha operato.

La mostra Viaggio verso l’ignoto, curata da Claudio Cerritelli e Gisella Vismara, è un progetto della Fondazione Lucio Saffaro, promosso da Genus Bononiae, che traccia un percorso nell’arte di questa poliedrica figura, presentando circa un centinaio di opere tra dipinti, grafiche e libri.

Il percorso espositivo offre una panoramica esaustiva sulla sua ricerca (1954-1997), a partire dalla fase giovanile – la meno conosciuta – fino alla maturità, simbolizzata dalle forme eleganti e poliedriche che rendono unico il suo lavoro.

Completerà la rassegna una sezione composta da alcune fotografie inedite di Nino Migliori, ritrovate di recente, le quali ritraggono l’artista, e amico, negli anni Settanta. Verrà infine presentato il documentario Lucio Saffaro. Le forme del pensiero, realizzato nel 2014 dal regista Giosuè Boetto Cohen, con le narrazioni di amici e studiosi: Maurizio Calvesi, Flavio Caroli, Federico Carpi, Claudio Cerritelli, Bruno D’Amore, Michele Emmer, Piergiorgio Odifreddi, Riccardo Sanchini, Luigi Ferdinando Tagliavini, Walter Tega e Gisella Vismara. A questi contributi si aggiungono i preziosi film di famiglia che permettono di entrare nella dimensione intima e privata dell’autore.

In occasione del giorno di apertura della mostra, venerdì 26 maggio alle ore 18.00, alla Biblioteca di San Giorgio in Poggiale (via Nazario Sauro 20/2 – Bologna) si terrà una conferenza dello storico dell’arte Flavio Caroli. Ripercorrendo le tracce del suo ultimo libro, I sette pilastri dell’arte di oggi. Da Pollock alle bufere del nuovo millennio (Mondadori, 2021), Caroli illustrerà le linee principali dell’arte del secondo dopoguerra, riflettendo sul fatto che Lucio Saffaro ha tracciato con la sua arte e il suo pensiero uno dei grandi percorsi dell’arte contemporanea; per prenotare un posto cliccare qui. Giovedì 15 giugno, invece, sempre alle ore 18.00, ci sarà l’incontro con il matematico Piergiorgio Odifreddi.

Catalogo di mostra pubblicato dalla casa editrice BUP – Bologna University Press con i contributi critici di Gisella Vismara (consulente scientifica della Fondazione Saffaro), Bruno D’Amore (critico d’arte e matematico) e di Claudio Cerritelli (già docente di storia dell’arte presso l’Accademia di Belle Arti di Brera).

Informazioni sulla mostra

Viaggio verso l’ignoto. Lucio Saffaro tra arte e scienza

a cura di Claudio Cerritelli e Gisella Vismara

Sede
Palazzo Fava. Palazzo delle Esposizioni (via Manzoni, 2 – Bologna)

Periodo di apertura
26 maggio – 24 settembre 2023

Orari di apertura
martedì-domenica, ore 10.00-19.00; giovedì ore 10-21.30. Chiuso lunedì

Ulteriori informazioni sul sito di Genus Bononiae

Biglietti acquistabili sul sito di Ticketlandia (biglietto intero di ingresso € 6; ingresso gratuito il giovedì dalle ore 19 alle 21.30)

A Casa Saraceni la mostra “arte al femminile”

“arte al femminile”
Artiste a Bologna nel Novecento

dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione

Da anni le mostre sulle donne artiste sono di moda. Ma per lo più insistono su alcune figure eccellenti che la critica ha da tempo riscoperto, sia dell’età antica sia dei tempi più vicini a noi. Mai sono state radunate, come in quest’occasione, quasi sessanta opere appartenenti a oltre venti pittrici attive a Bologna nel corso del Novecento, che contribuirono in misura significativa allo sviluppo dell’arte in Emilia e alla vitalità delle Accademie.

Il quadro antico di Elisabetta Sirani

Nel percorso della mostra si incontra un unico quadro antico, esposto in ragione del suo valore doppiamente emblematico, per l’autrice e per il soggetto rappresentato. È stato eseguito da Elisabetta Sirani che vi appose firma e data nel 1664, all’età di 26 anni, un anno prima della morte, e raffigura un’eroina romana dell’età repubblicana, Porzia, moglie di Bruto, che si colpisce più volte alla gamba con il pugnale dando dimostrazione al marito, che le tiene segreta la congiura contro Cesare, sia di impavido coraggio sia della capacità di resistere al dolore controllando le stesse espressioni del volto. Elisabetta Sirani è figlia d’arte, essendosi formata nella bottega del padre Giovanni Andrea Sirani, allievo di Guido Reni, così come Lavinia Fontana nel secolo precedente aveva appreso il mestiere da Prospero Fontana.

Maestri e carriere delle artiste

Nel Novecento le artiste qui rappresentate frequentano liberamente gli istituti pubblici e gli ateliers dei maestri e avviano una carriera autonoma. A seconda della personale sensibilità aderiscono al tradizionalismo dell’Accademia di Belle Arti di Bologna dove insegnano – oltre a Giorgio Morandi, Virgilio Guidi e Augusto Majani – anche Alfredo Protti, Ferruccio Giacomelli e Giovanni Romagnoli all’insegna di un postimpressionismo intimo e raffinato, oppure partecipano con passione alle nuove tendenze dell’Informale e infine alla corrente dell’Ultimo Naturalismo che vede l’ideologo in Francesco Arcangeli.

Dalle Collezioni della Fondazione: Dina Pagan de’ Paganis, Lea Colliva, Lidia Puglioli e Maria Petroni

Attingendo alle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione, si va dall’indipendente Dina Pagan de’ Paganis, allieva di Domenico Ferri e autrice del Canton dei fiori esposto nel 1943 alla mostra dell’“Associazione Donne artiste e laureate”, a una pittrice come Lea Colliva, sostanzialmente autodidatta per quanto amica di Nino Bertocchi, Corrado Nino Corazza e Ferruccio Giacomelli, la quale nel 1939 fu tra i fondatori della rivista “L’Orto” ed è qui rappresentata da tre dipinti in cui si intravede qualche assonanza con la poetica dell’Informale.

Aderisce invece con convinzione a questa corrente, mostrandosi nel tempo tenacemente fedele, Lidia Puglioli, allieva di Roberto Longhi e inizialmente in bilico tra Accademia e Università, che si unì a Pompilio Mandelli, l’artista più rappresentativo, insieme al “grande lombardo Morlotti”, dell’Ultimo Naturalismo arcangeliano.

Partecipa all’Informale, con delicato sentimento poetico, anche Maria Petroni allieva di Virgilio Guidi, che entrò in sintonia con Vasco Bendini a lungo frequentato a partire dai tempi dell’Accademia. Della pittrice, presente nelle Collezioni d’Arte della Fondazione grazie alla donazione di venti dipinti da parte del nipote Giovanni Barducci, si espongono cinque opere realizzate tra il 1955 e il 1962.

Norma Mascellani, Bianca Rosa Arcangeli, Maria Ogier e Gina Negrini

Attraversa quasi l’intero secolo Norma Mascellani, scomparsa centenaria nel 2009, personalità indipendente benché allieva prediletta di Giorgio Morandi, la cui formazione si svolse tra l’Accademia Regazzi accanto a Luciano Minguzzi e Pompilio Mandelli, il Liceo artistico e infine l’Accademia di Belle Arti sotto la guida di Augusto Majani, Alfredo Protti e Ferruccio Giacomelli. Con le vedute poetiche di San Luca, le brumose ‘Venezie’ e le silenti nature morte, oltre che con i sensibili ritratti, “è entrata di diritto nella storia dell’arte”, come ha affermato Franco Solmi.

Sotto lo pseudonimo di Rosalba si presenta Bianca Rosa Arcangeli, sorella del noto storico e critico d’arte, con un nucleo significativo di opere della sua produzione, ambivalente tra il chiarismo di alcuni paesaggi e dei numerosi acquerelli e le cupe visioni notturne di alberi con riverberi di luce sulle fronde.

Colpiscono inoltre le connotazioni plastiche della produzione di Maria Ogier sensibile al tema religioso, mentre spicca per la vivacità dei colori e per la saturazione decorativa della superficie dipinta, nella tematica naturalista, la tela naïf con l’Eco della giungla di Gina Negrini, artista impegnata socialmente, che fu staffetta partigiana all’età di diciotto anni, poi scrittrice e bibliotecaria dell’Istituto Gramsci.

Letizia Lucchetti e Giulia Mantasia, vincitrici di Art Up | Premio della Critica e dei Collezionisti

Chiudono la mostra due opere di giovani allieve dell’Accademia di Belle Arti, Letizia Lucchetti e Giulia Mantasia vincitrici nell’ambito di Opentour 2022, rispettivamente nella sezione Dipinti e nella sezione Grafica, disegno e illustrazione, di Art Up | Premio della Critica e dei Collezionisti, il riconoscimento ideato dalla Fondazione Zucchelli con il sostegno della Fondazione Carisbo.

Informazioni sulla mostra

“arte al femminile”
Artiste a Bologna nel Novecento
dalle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione

a cura di Angelo Mazza con la collaborazione di Benedetta Basevi e Mirko Nottoli

Sede
Casa Saraceni (via Farini, 15 – Bologna)

Periodo di apertura
23 febbraio – 11 giugno 2023

Orari di apertura
martedì-venerdì ore 15-18
sabato, domenica ore 10-18
festivi ore 10-18
(Pasqua, Lunedì dell’Angelo, 25 aprile, 1 maggio, 2 giugno) ore 10-18
lunedì chiuso

Ingresso libero