Il 30 novembre riapre Palazzo Pepoli e diventa luogo di incontro dei saperi

Dal 30 novembre oltre al Museo della Storia di Bologna, al via un palinsesto di iniziative per cittadini e visitatori con visite guidate, concerti, spettacoli, cicli di conferenze e tanto altro per arricchire l’offerta culturale della città

Tutto pronto per la riapertura di Palazzo Pepoli. Il taglio del nastro è in programma sabato 30 novembre alle 12 alla presenza di Matteo Lepore, Sindaco di Bologna; Patrizia Pasini, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Daniele Ravaglia, Presidente della Fondazione Bologna Welcome.

Palazzo Pepoli torna in una nuova veste grazie alla collaborazione tra il Comune e la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna che ha concesso questo sito museale per consentire un arricchimento del circuito culturale cittadino con la prospettiva di nuove valorizzazioni anche sul futuro Museo Morandi. Oltre al percorso espositivo del Museo della Storia di Bologna promosso e realizzato nel tempo dalla Fondazione, apre un vero e proprio spazio culturale dedicato alla storia di Bologna nelle sue diverse espressioni, intesa come qualcosa di presente e fecondo nel sapere e nel saper fare dell’oggi e del futuro. Un luogo dove la memoria del passato, oltre a essere conservata e divulgata, viene mantenuta viva e vitale grazie a un ricco programma di iniziative rivolte a cittadini e visitatori, organizzate in collaborazione con le diverse realtà del territorio.

La riapertura dell’esposizione che racconta la storia di Bologna dalla Felsina etrusca fino ai nostri giorni completa il sistema museale cittadino, ma vuole segnare anche l’avvio di un nuovo progetto culturale condiviso che presenta un format articolato in cui all’interno di Palazzo Pepoli convergeranno voci, visioni ed esperienze, felice espressione del ricchissimo tessuto culturale bolognese.

La storia della città sarà lo spunto per riflettere sul presente e punto di partenza per immaginare i possibili scenari futuri della città, con un ciclo di conferenze e incontri curati da Roberto Grandi. Inoltre seminari, laboratori, momenti musicali, approfondimenti tematici sulla cultura popolare organizzati dalle principali realtà della città, reading e talk prenderanno vita sia nella suggestiva Sala della Cultura al primo piano dell’edificio sia nell’accogliente Piazza coperta al piano terra, con entrata a ingresso libero, dove sarà aperto al pubblico anche un confortevole punto ristoro.

Con questa nuova configurazione il polo museale di Palazzo Pepoli Vecchio si consolida come un punto di riferimento per la vita culturale bolognese, nonché come imperdibile tappa di ogni itinerario turistico grazie alla peculiare natura delle collezioni del museo, indissolubilmente legate a qualsiasi punto di interesse della città. In virtù di questo, per permettere ai turisti di avere così una panoramica quanto più possibile completa dell’offerta culturale cittadina, il biglietto di ingresso al Museo della Storia di Bologna sarà proposto anche in combinazione, a un prezzo speciale, con altre esperienze turistiche, come ad esempio il tour a piedi Discover Bologna e la Torre dell’Orologio.

In questa nuova veste di hub culturale, Palazzo Pepoli Vecchio si dota di canali di comunicazione online dedicati che ne raccontano le diverse sfaccettature: contestualmente all’inaugurazione, verranno infatti lanciati il nuovo sito web (www.palazzopepoli.it) e i canali Facebook, Instagram e LinkedIn.

Orari

Palazzo Pepoli è aperto da mercoledì a lunedì.

Lunedì, mercoledì e giovedì apertura dalle 10 alle 19.

Venerdì, sabato e domenica apertura dalle 11 alle 20.

Nel mese di dicembre il bar sarà aperto il venerdì, sabato e domenica.

Il programma del primo fine settimana di apertura

Sabato 30 novembre

Nella giornata di apertura il Museo è aperto a tutti con ingresso libero e gratuito, dalle ore 12 per l’intera giornata, fino a esaurimento capienza.

ore 12 Taglio del nastro e apertura porte

ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (partecipazione prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Franco Farinelli, Mesopolis – Bologna città di frontiera, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla storia della città a cura di Roberto Grandi (Sala della Cultura, ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Domenica 1 dicembre

Ingresso al Museo a pagamento.

ore 11 Visita guidata al Museo e ore 12 Concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Teatro Comunale (Sala della Cultura, prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 14, ore 15 e ore 16 Visite guidate al Museo (prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

ore 17 Il dialetto bolognese, dialogo tra Andrea Mingardi e Roberto Serra, primo appuntamento del ciclo di incontri dedicati alla cultura popolare bolognese (Piazza Coperta – ingresso libero con prenotazione sul sito www.palazzopepoli.it a partire da martedì 26 novembre)

Dal 5 al 12 ottobre la seconda edizione del festival “è cultura!”

Da sabato 5 ottobre e per una settimana, fino al 12 ottobre, su tutto il territorio nazionale eventi, appuntamenti, presentazioni di libri, concerti, ingressi gratuiti e visite guidate nelle sedi che partecipano all’iniziativa

Dal 5 al 12 ottobre al via la nuova edizione di è cultura! la manifestazione nazionale promossa dall’ABI (Associazione Bancaria Italiana) e dall’Acri (Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio),  in collaborazione con FEdUF (Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio). È prevista la partecipazione della Banca d’Italia. Il festival è inclusivo e intergenerazionale e ha l’obbiettivo di promuovere lo sviluppo socioculturale del Paese.

Tutti gli appuntamenti in costante aggiornamento e l’elenco delle sedi che partecipano all’iniziativa sono sul sito https://eculturadavivere.it/.

Eventi, appuntamenti, presentazioni di libri, concerti, a partire da sabato 5 per una settimana. Non mancano ingressi e visite guidate nelle sedi che partecipano alla manifestazione. Fino a sabato 12 ottobre l’esperienza continuerà con un’ampia gamma di iniziative, dal vivo e da remoto, anche dedicate ai ragazzi. A disposizione di cittadini e turisti appuntamenti in tutta Italia. Inoltre, iniziative di educazione finanziaria con numerosi eventi.

La manifestazione si svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, con il patrocinio del Ministero del Turismo e della Commissione Italiana Nazionale per l’Unesco. L’importanza del festival è testimoniata anche dalla Media Partnership di Rai Cultura e del TGR. L’organizzazione è di ABIServizi. Partecipa FEdUF, la Fondazione per l’educazione finanziaria e al risparmio.

Aperture straordinarie di Palazzo Saraceni con visite guidate sabato 5 ottobre

  • Sabato 5 ottobre e sabato 12 ottobre Palazzo Saraceni, sede della Fondazione (via Farini 15), sarà aperto al pubblico con orario continuato 10-19
  • Sabato 5 ottobre, alle ore 10.30 e alle ore 16, sono in programma visite guidate (senza prenotazione) al Palazzo a cura di Angelo Mazza, Conservatore delle Raccolte d’Arte e di Storia della Fondazione, con introduzione alla mostra “I pittori di Francesco Arcangeli” che nella ricorrenza dei cinquant’anni dalla scomparsa di Francesco Arcangeli (1915-1974) – il maggiore critico d’arte bolognese del Novecento, allievo di Roberto Longhi – espone un’ottantina di dipinti della sua collezione donati alla Fondazione dalla sorella Bianca Rosa, in arte “Rosalba”.

Ritenuto uno degli edifici più interessanti del Rinascimento bolognese tra XV e XVI secolo, Palazzo Saraceni testimonia nel disegno della facciata l’incontro della tradizione bolognese con le novità architettoniche provenienti da Firenze. Risalta la ricca decorazione in terracotta che si alterna all’arenaria dei capitelli del portico. Dimora di Antonio Saraceni agli inizi del ‘500, vide tra i suoi ospiti illustri due ambasciatori veneti al seguito di papa Giulio II. Passato nel 1930 alla Cassa di Risparmio in Bologna, fu internamente restaurato e arredato nell’adeguamento al gusto neorinascimentale. Lo scalone è decorato a “grottesche” da Roberto Franzoni, autore anche dei riquadri allegorici nel salone d’onore al piano nobile. Le sale ospitano dipinti del Sei e del Settecento bolognese appartenenti alle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione. Spicca, entro finissime cornici, la serie delle tempere settecentesche con paesaggi eseguite dal paesista Vincenzo Martinelli e dal figurista Nicola Bertuzzi, un tempo nella villa “La Sampiera” sui colli bolognesi.

Aperture straordinarie della mostra “I pittori di Francesco Arcangeli” per le Giornate Europee del Patrimonio

Anche la Fondazione insieme a numerosi musei, spazi espositivi e luoghi della cultura di Bologna e area metropolitana aderisce sabato 28 e domenica 29 settembre alle Giornate Europee del Patrimonio 2024, dopo la prima positiva sperimentazione avviata nel 2023, con una progettualità e una comunicazione condivise.

L’attività è realizzata con il coordinamento del Settore Musei Civici Bologna e dalla Città metropolitana di Bologna, in un’ottica di rafforzamento del sistema museale metropolitano e di integrazione tra le sue diverse articolazioni.

“Patrimonio in cammino” è il tema italiano scelto per l’edizione 2024 della più estesa e partecipata manifestazione culturale in Europa, che dal 1999 viene organizzata congiuntamente dal Consiglio d’Europa e dalla Commissione europea per celebrare la ricchezza e la diversità del patrimonio culturale europeo, promuovendo al contempo il dialogo, l’inclusione e la cooperazione transfrontaliera.

Nell’occasione sarà aperta al pubblico in via straordinaria la mostra “I pittori di Francesco Arcangeli nelle donazioni di Rosalba alle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo” che nella ricorrenza dei cinquant’anni dalla scomparsa di Francesco Arcangeli (1915-1974) – il maggiore critico d’arte bolognese del Novecento, allievo di Roberto Longhi – espone un’ottantina di dipinti della sua collezione donati alla Fondazione dalla sorella Bianca Rosa, in arte “Rosalba”:

  • sabato 28 settembre ore 10-23 apertura straordinaria (ingresso libero)
  • sabato 28 settembre, ore 18, visita guidata alla mostra (senza prenotazione)
  • domenica 29 settembre ore 10-19 apertura straordinaria (ingresso libero)

Il programma completo con tutte le sedi e istituzioni aderenti alle Giornate Europee del Patrimonio è consultabile sul sito della Città metropolitana di Bologna.

A Casa Saraceni la mostra “I pittori di Francesco Arcangeli”

I pittori di Francesco Arcangeli nelle donazioni di Rosalba alle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna

Nella ricorrenza dei cinquant’anni dalla scomparsa di Francesco Arcangeli (1915-1974) – il maggiore critico d’arte bolognese del Novecento, allievo di Roberto Longhi, docente universitario e direttore della Galleria Comunale d’Arte moderna, attivo tanto nel campo dell’arte antica quanto nel contemporaneo – si espongono un’ottantina di dipinti della sua collezione che furono donati alle Collezioni d’arte della Fondazione dalla sorella Bianca Rosa, in arte “Rosalba”.

Sono opere di artisti apprezzati da Francesco Arcangeli e da lui presentati nelle diverse mostre, molti dei quali formatisi nell’Accademia di Belle Arti di Bologna; in particolare gli esponenti dell’Ultimo naturalismo, edizione bolognese dell’Informale, a dimostrazione della vitalità della cultura figurativa cittadina tradizionalmente identificata nell’esclusiva figura di Giorgio Morandi: artisti quali Vasco Bendini, Aldo Borgonzoni, Maurizio Bottarelli, Giovanni Ciangottini, Carlo Corsi, Pompilio Mandelli, Luciano Minguzzi, Ennio Morlotti, Maria Luisa Petroni, Giovanni Poggeschi e Sergio Vacchi.

L’esposizione delle loro opere è accompagnata dalla selezione di brani critici di Francesco Arcangeli e dal documentario Le Notti di Rosalba, vincitore del Premio Migliore Biografia d’Artista della 26esima edizione dell’AsoloArtFilmFestival nel 2007.

I pittori di Francesco Arcangeli nelle donazioni di Rosalba alle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna

A cura di Angelo Mazza

Sede
Casa Saraceni (via Farini, 15 – Bologna)

Inaugurazione
26 settembre 2024 ore 15

Periodo di apertura
26 settembre – 1 dicembre 2024

Orari di apertura
Martedì-venerdì ore 15-18
Sabato, domenica ore 10-18
Festivi (4 ottobre, 1 novembre) ore 10-18
Lunedì chiuso

Aperture straordinarie e visita guidata in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2024

  • sabato 28 settembre ore 10-23 apertura straordinaria
  • sabato 28 settembre, ore 18, visita guidata alla mostra (senza prenotazione)
  • domenica 29 settembre ore 10-19 apertura straordinaria

Aperture straordinarie e visite guidate in occasione del festival è cultura! 2024

  • sabato 5 e 12 ottobre ore 10-19 aperture straordinarie
  • sabato 5 ottobre, ore 10.30 e 16, visite guidate (senza prenotazione) a Casa Saraceni, ritenuto uno degli edifici più interessanti del Rinascimento bolognese tra XV e XVI secolo, e introduzione alla mostra con il curatore Angelo Mazza, Conservatore delle Raccolte d’Arte della Fondazione

Ingresso libero

Rocchetta Mattei, tutte le aperture straordinarie nel mese di agosto

Nel periodo estivo, oltre alle consuete aperture del weekend, sarà possibile visitare la Rocchetta Mattei anche grazie a un programma di aperture straordinarie nelle seguenti giornate:

  • Venerdì 2 agosto ore 9-13
  • Venerdì 9 agosto ore 9-13
  • Giovedì 15 agosto ore 9.30-13 e 14-17.30
  • Venerdì 16 agosto ore 9-13
  • Venerdì 23 agosto ore 9-13
  • Venerdì 30 agosto ore 9-13

La Rocchetta Mattei, dimora storica edificata dal Conte Cesare Mattei (1809-1896), è uno straordinario castello di proprietà della Fondazione gestito dal Comune di Grizzana Morandi, in sinergia con la Città metropolitana di Bologna e l’Unione dei Comuni dell’Appennino bolognese.

La visita alla Rocchetta è solo su prenotazione, da effettuare online collegandosi al sito ufficiale www.rocchetta-mattei.it.

A Palazzo Fava prorogata la mostra “Da Felice Giani a Luigi Serra. L’Ottocento nelle Collezioni della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna

La Fondazione annuncia la proroga fino a domenica 28 luglio della mostra Da Felice Giani a Luigi Serra – L’Ottocento nelle collezioni della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, a cura di Angelo Mazza.

L’iniziativa, organizzata nell’ambito della rassegna La pittura a Bologna nel lungo Ottocento | 1796 – 1915 promossa dal Settore Musei Civici Bologna | Museo Civico del Risorgimento, presenta per la prima volta al pubblico un’accurata selezione delle principali opere dell’Ottocento bolognese appartenenti alle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione.

In occasione del posticipo di chiusura e in ragione dell’interesse riscosso dalla mostra in questi mesi, saranno organizzate tre visite guidate speciali. Le visite sono rivolte a un pubblico di visitatori adulti, dureranno un’ora e mezzo circa e sono prenotabili sul sito www.genusbononiae.it:

  • sabato 29 giugno, ore 17, visita guidata standard per adulti a cura del Dipartimento Educazione di Palazzo Fava;
  • giovedì 11 luglio, ore 18, visita guidata con Roberto Martorelli, curatore dell’iniziativa La pittura a Bologna nel lungo Ottocento | 1796 – 1915;
  • giovedì 25 luglio, ore 18, visita guidata con Angelo Mazza, curatore della mostra.

La mostra Da Felice Giani a Luigi Serra costituisce un affascinante viaggio alla scoperta delle opere più importanti delle collezioni della Cassa di Risparmio in Bologna realizzate tra gli ultimi anni del Settecento e i primissimi del Novecento. Trenta artisti e oltre cento opere, suddivise in sei sezioni tematiche, tra dipinti, sculture, disegni, acquerelli, incisioni e le preziose maioliche della manifattura Minghetti appartenute al duca di Montpensier.

La mostra

Il percorso espositivo inizia al Piano Nobile di Palazzo Fava, nella Sala di Giasone, dove sono esposti i dipinti di figura realizzati da diversi artisti attivi a Bologna a cavallo tra Settecento e Ottocento, al tempo del crollo dell’Ancien Régime e formatisi presso l’Accademia Clementina, per arrivare alle opere dei decenni della Restaurazione e dell’Italia unita con i maestri legati all’Accademia di Belle Arti e al Collegio Venturoli.

Nella Sala Albani viene presentata la produzione della manifattura Minghetti, che inizia a partire dal 1860 circa ad opera di Angelo Minghetti e dei figli Gennaro e Arturo. Tra i pezzi esposti spicca il celebre servizio da tavola commissionato da Antonio Maria Luigi Filippo di Borbone-Orléans, duca di Montpensier e infante di Spagna per Palazzo Caprara.

La Sala di Enea è dedicata alle opere di Antonio Basoli e di Giuseppe Badiali. Il primo fu un celebre ornatista, scenografo e vedutista, esponente della vita artistica bolognese nei decenni tra la fine dell’Ancien Régime, l’età napoleonica e la Restaurazione; il secondo fu in contatto con i maggiori autori del melodramma ottocentesco; in mostra è rappresentato da un gruppo di bozzetti per scene teatrali recentemente acquisiti dalla Fondazione. L’esposizione presenta anche un nucleo di modelli in terracotta di Giacomo De Maria, artista che può essere considerato il punto di contatto tra la scultura bolognese d’epoca neoclassica e quella ottocentesca.

Nella Sala Rubbianesca sono presenti alcuni abbozzi in terracotta concepiti per le grandi statue disposte nell’atrio e nello scalone di Palazzo Hercolani in Strada Maggiore, mentre la pittura di paesaggio, da sempre considerata un genere minore rispetto a quella di storia e a quella di figura, trova collocazione nella Sala Cesi. Una panoramica delle opere di questa sezione è dedicata all’immagine della città di Bologna e mette in luce come nell’arco di poco tempo si passi da una pittura di paesaggio ancora legata ai valori della classicità a una più moderna rappresentazione del reale.

Nella Sala Allievi dei Carracci sono documentate molte opere di artisti acquistate dalla Fondazione che restituiscono un’immagine precisa della Bologna ai tempi di Giosuè Carducci, quando la città stava iniziando a modernizzarsi in seguito all’introduzione del nuovo piano regolatore. Chiudono il percorso alcune opere che parlano oramai un linguaggio nuovo, come una rarissima veduta bolognese di Giovanni Boldini, fino a quelle che commemorano il sommo poeta morto nel 1907.

Sede
Palazzo Fava
via Manzoni, 2 – Bologna

Periodo di apertura
21 marzo – 28 luglio 2024

Orari di apertura
martedì-domenica, ore 10.00-19 (ultimo ingresso ore 18.00)

Ulteriori informazioni e biglietti sul sito di Genus Bononiae

Dal 7 al 14 ottobre “è cultura!” La nuova manifestazione diffusa in tutta Italia promossa da ABI e Acri

Per dialogare con territori, società civile e persone di ogni età mettendo al centro la cultura, è cultura! fonde due esperienze di successo: Invito a Palazzo e Festival della Cultura creativa.

Dal 7 al 14 ottobre è cultura! è la nuova manifestazione diffusa in tutta Italia e aperta a tutti, promossa da ABI (Associazione Bancaria Italiana) e ACRI (Associazione delle Fondazioni e di Casse di Risparmio) con la collaborazione di FEDuF (Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio).

All’iniziativa, con il patrocinio della Commissione nazionale italiana per l’UNESCO, partecipano la Banca d’Italia e l’IVASS. Sono partner 17 banche e 25 fondazioni di origine bancaria, tra cui la nostra. 

E dunque, da sabato 7 a sabato 14 ottobre 2023, nel mese dell’educazione finanziaria, oltre all’apertura di tante sedi storiche e moderne, sono in calendario appuntamenti speciali e conferenze, inclusi laboratori per le scuole, per un percorso di scoperte che collega tutta Italia, da nord a sud, offrendo molteplici occasioni di incontro e conoscenza.

Le banche e le fondazioni sono da sempre operatori culturali, grazie alla vicinanza ai territori, al legame con le imprese e le famiglie, all’opportunità di cogliere le migliori energie.

è cultura! è una occasione per far scoprire anche la bellezza più inaspettata, aprendo al pubblico in via straordinaria le sedi di banche, fondazioni e organizzando anche incontri su eccellenze e talenti ancora da scoprire, insieme alle tante tradizioni che rendono unico il nostro Paese.

Scopri tutte le date in programma visitando il sito https://eculturadavivere.it/

Apertura straordinaria di Palazzo Saraceni con visite guidate il 7 e 14 ottobre

Sabato 7 e sabato 14 ottobre, alle ore 10.30 e alle ore 15, la nostra sede di Palazzo Saraceni aprirà al pubblico con visite guidate (senza prenotazione) a cura del Dott. Angelo Mazza, Conservatore delle Raccolte d’Arte e di Storia della Fondazione.

Ritenuto uno degli edifici più interessanti del Rinascimento tra XV e XVI secolo, Palazzo Saraceni testimonia nel disegno della facciata l’incontro della tradizione bolognese con le novità architettoniche provenienti da Firenze. Risalta la ricca decorazione in terracotta che si alterna all’arenaria dei capitelli del portico. Dimora di Antonio Saraceni agli inizi del ‘500, vide tra i suoi ospiti illustri due ambasciatori veneti al seguito di papa Giulio II. Passato nel 1930 alla Cassa di Risparmio in Bologna, fu internamente restaurato e arredato nell’adeguamento al gusto neorinascimentale. Lo scalone è decorato a “grottesche” da Roberto Franzoni, autore anche dei riquadri allegorici nel salone d’onore al piano nobile. Le sale ospitano dipinti del Sei e del Settecento bolognese appartenenti alle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione. Spicca, entro finissime cornici, la serie delle tempere settecentesche con paesaggi eseguite dal paesista Vincenzo Martinelli e dal figurista Nicola Bertuzzi, un tempo nella villa “La Sampiera” sui colli bolognesi.

Apertura straordinaria con visite guidate di Casa Saraceni per l’undicesima edizione delle Giornate FAI d’Autunno

Sabato 15 e domenica 16 ottobre 2022 tornano, per l’undicesima edizione, le Giornate FAI d’Autunno, il grande evento di piazza che il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS dedica ogni anno, d’autunno, al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese, animato e promosso dai Gruppi FAI Giovani, con la partecipazione di tutte le Delegazioni, i Gruppi FAI e i Gruppi FAI Ponte tra culture diffusi e attivi in tutta Italia.

A Bologna la Delegazione FAI aprirà le porte di alcuni luoghi unici per bellezza e valore sul territorio, tra cui la nostra sede di Casa Saraceni (Via Farini 15, orari di apertura: sabato 15 e domenica 16, dalle ore 10 alle ore 18 – ultimo turno visita 17,30; sabato 15 alle ore 14 visita riservata agli abbonati Card Cultura con prenotazione obbligatoria). Palazzo collocato nel pieno centro storico di Bologna, è considerato uno fra gli edifici di maggiore interesse che il Rinascimento cittadino abbia prodotto verso la fine del secolo XV. La storica residenza fu edificata per volere della nobile famiglia Saraceni e ospita oggi la sede della Fondazione. La visita del Palazzo permetterà di scoprire un edificio giunto, nella sua composizione architettonica complessiva, pressoché intatto dal 1500.

Da non perdere la possibilità di visitare anche Palazzo Vassè Pietramellara (Via Farini 14, orari di apertura: sabato 15 e domenica 16, dalle ore 10,00 alle ore 18,00 – ultimo turno visita 17,30) che si trova accanto all’attuale Galleria Cavour e ospita splendidi salone affrescati e una particolare quanto rara Meridiana interna. Per la sua eccezionalità l’apertura di questo palazzo è stata riservata agli iscritti FAI come segno di ringraziamento speciale al loro sostegno fondamentale.

Ancora, Palazzo Lambertini Taruffi edificio cinquecentesco di grande rilievo storico e artistico che ospita dal 1908 lo storico Liceo Classico M. Minghetti e racchiude secoli di storia patrizia e borghese della nostra città (Via N. Sauro 18, orari di apertura: sabato 15 dalle 15,00 alle 18,00 e domenica 16 dalle 10,00 alle 18,00 – ultimo turno visita 17,30).

Per consentire la massima partecipazione a questo speciale evento di piazza la Delegazione FAI di Bologna ha deciso di consentire, come è sempre avvenuto storicamente nelle Giornate del FAI, l’accesso a questi tre beni senza previa prenotazione ma con la possibilità di mettersi in fila e partecipare alle visite in gruppi di visita gestiti dai volontari del FAI e dagli studenti coinvolti nel progetto Apprendisti Ciceroni (come accade nello specifico a Palazzo Lambertini Taruffi dove saranno gli studenti del Liceo Minghetti a narrare la storia del palazzo che quotidianamente li ospita nel loro percorso di formazione scolastica).

Sempre a Bologna si segnala una apertura molto speciale: la Chiesa ortodossa di San Basilio il Grande. In questo luogo il Gruppo FAI Ponte tra Culture di Bologna accoglierà i visitatori alla scoperta un piccolo scrigno di tesori che coniuga al suo interno elementi della tradizione orientale ortodossa ed elementi della tradizione barocca occidentale. Visite su prenotazione agli orari indicati sul sito di Giornate FAI d’Autunno 2022.

Tantissime sono inoltre le aperture che coinvolgono tutto il territorio della Città Metropolitana di Bologna.

Non solo splendidi palazzi ma anche itinerari naturalistici unici per le loro caratteristiche: è il caso delle Grotte di Labante a Castel D’Aiano, apertura a cura del Gruppo FAI Appennino Bolognese che prevede un vero e proprio viaggio nella natura: una bellissima cascata e il suo laghetto nascondono 2 grotte, la “Grotta dei Tedeschi” e la “Grotta di Labante”, la grotta primaria nei travertini più grande in Italia (orari: sabato 15 e domenica 16, dalle 9:30 alle 16:30 senza necessità di prenotazione).

Dall’appennino si passa poi alla pianura con due importanti aperture nel territorio del Comune di San Giovanni in Persiceto a cura del Gruppo FAI Pieve di Cento: la Chiesa della Madonna della Cintura a San Giovanni in Persiceto, con visita delle Chiese della Madonna della Cintura e, a seguire, del Crocifisso (orari: domenica 16, dalle 11:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 18:00 su prenotazione dal sito di Giornate FAI d’Autunno 2022) e il Museo d’Arte Sacra e Quadreria Civica di San Giovanni in Persiceto, ospitato nell’edificio seicentesco della Canonica della Collegiata e che raccoglie incredibili opere pittoriche della Scuola Bolognese, prodotti tra il XV e XIX secolo (Orari: sabato 15, dalle ore 14:30 alle ore 17:30 e domenica 16, dalle ore 10:30 alle ore 13:00 e dalle ore 14:00 alle ore 18:30 su prenotazione dal sito di Giornate FAI d’Autunno 2022).

Spostandoci a Imola troviamo un’altra apertura eccezionale a cura del Gruppo FAI Imola Dozza e Valle del Santerno. Si tratta del Palazzo comunale della città di Imola, molto noto anche per gli interventi dell’Arch. Cosimo Morelli, luogo che per eccellenza rappresenta la partecipazione dei cittadini alla vita della comunità e che si svela al pubblico in tutta la sua bellezza (orari: sabato 15, dalle ore 14:30 alle ore 18:30 e domenica 16, dalle ore 8:30 alle ore 18:30 senza prenotazione). Proprio in considerazione dell’importanza dell’apertura una delle visite sarà curata proprio dal Sindaco di Imola (su prenotazione, disponibilità sul sito di Giornate FAI d’Autunno 2022).

Sono ben tre, e tutte di grande interesse, le aperture a cura del Gruppo FAI Savena Idice Sillaro che vanno a completare l’ampio programma di queste Giornate FAI d’Autunno 2022. Nel Comune di Medicina potranno essere oggetto di visita (su prenotazione dal sito di Giornate FAI d’Autunno 2022) l’Osservatorio astronomico che ospita due importanti radiotelescopi: la grande Croce del Nord, in funzione dal 1964, e una antenna parabolica da 32 metri di diametro, aggiunta al sistema nel 1983 (orari: sabato 15 e domenica 16, dalle ore 10,00 alle ore 13:00 e dalle ore 15:00 alle ore 18,00) e le Ville Simoni Pasi e Modoni Gennari, che vi faranno conoscere il progetto di urbanizzazione tardo settecentesca di Medicina (orari: sabato 15 e domenica 16, dalle ore 15:00 alle ore 18,00). A Castel San Pietro è invece aperta la splendida Villa La Riniera, edificio di impianto cinquecentesco del quale sarà possibile ammirare anche l’incredibile circostante parco storico con essenze arboree ad alto fusto (Orari: sabato 15 e domenica 16 dalle ore 10,00 alle ore 13:00 e dalle ore 15:00 alle ore 18,00 senza necessità di prenotazione).

Le Giornate FAI d’Autunno si svolgono nell’ambito della campagna di raccolta fondi Ricordiamoci di salvare l’Italia che il FAI organizza nel mese di ottobre e si inquadrano nell’ambito delle iniziative di raccolta pubblica di fondi occasionale (Art 143, c 3, lett a), DPR 917/86 e art 2, c 2, D Lgs 460/97). A coloro che decideranno di partecipare verrà suggerito un contributo non obbligatorio a partire da 3 euro, utile a sostenere la missione di cura e tutela del patrimonio culturale italiano della Fondazione. Sarà possibile inoltre sostenere la Fondazione con l’iscrizione annuale, online o in piazza in occasione dell’evento, un gesto concreto in difesa del patrimonio d’arte e natura italiano. Gli iscritti al FAI o chi si iscriverà in occasione dell’evento potranno beneficiare dell’accesso prioritario in tutte le aperture e di aperture e visite straordinarie in molte città e altre agevolazioni e iniziative speciali.

Per l’elenco completo dei luoghi visitabili e le modalità di partecipazione consultare il sito di Giornate FAI d’Autunno 2022.

A Casa Saraceni la mostra “Settanta opere di Ugo Guidi”. La donazione Barbara Buldrini

Settanta opere di Ugo Guidi

Aperta al pubblico la mostra che prende origine dalla donazione di settanta opere di Ugo Guidi, tutte esposte nelle sale espositive di Casa Saraceni, sede della Fondazione Carisbo, da parte di Barbara Buldrini, nipote dell’artista.

Donazione avvenuta nel 2021 e composta da dipinti ad olio, sculture, fusioni in bronzo, pastelli, acquerelli, chine acquerellate e incisioni che documentano l’intero arco produttivo di Ugo Guidi, dal 1940 (Bambinetta seduta, olio su tavola) al 2003 (Nudino seduto, gessetto su carta).

Il 1° ottobre apertura straordinaria in occasione di Invito a Palazzo

Sabato 1° ottobre Casa Saraceni ha aperto al pubblico in via straordinaria, in occasione della XXI edizione di Invito a Palazzo, manifestazione annuale promossa e organizzata dall’Abi – Associazione Bancaria Italiana, in collaborazione con Acri – Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio, che prevede ogni primo sabato del mese di ottobre l’apertura delle sedi storiche degli Istituti associati, offrendo la possibilità di visitare i palazzi generalmente non aperti al pubblico e trasformati, nell’occasione, in spazi museali liberamente aperti ai cittadini, agli appassionati e ai turisti. Angelo Mazza, curatore della mostra e Conservatore delle Collezioni d’Arte della Fondazione, ha accompagnato il pubblico con visite guidate alle ore 10.30 e alle ore 17 (senza prenotazione) nei diversi ambienti del palazzo, ritenuto uno degli edifici più interessanti del Rinascimento a Bologna tra XV e XVI secolo, illustrando le decorazioni murali e le più importanti opere d’arte alle pareti, di epoche diverse.

Ugo Guidi
(Comacchio, 1923 – Bologna, 2007)

È lo stesso Guidi a ricordare come fosse stato conquistato dalla pittura in giovane età seguendo il padre che per diletto andava a dipingere alla Darsena di Ferrara e al parco del Montagnone, sulle mura, insieme ad un amico con il quale poi si ritrovava nella propria abitazione di via Frescobaldi a Ferrara.

Con il trasferimento della famiglia a Bologna, il ragazzo fece ingresso nel Liceo artistico. Fu quindi ammesso al corso di decorazione nell’Accademia di Belle Arti dove incontrò maestri che incisero sulla sua formazione: Alfredo Protti, Cleto Tomba, Nino Bertocchi, Ercole Drei e altri invece estranei all’ambiente accademico, come Alessandro Cervellati, frequentati al Caffè San Pietro in via Indipedenza, animato ritrovo di artisti. La guerra interruppe gli studi e lo allontanò da Bologna. Ma il giovane non abbandonò la pratica del disegno e in quel periodo realizzò qualche “appunto a pastello e a matita”; “modesti saggi”, a suo dire, che, sottoposti a Giovanni Romagnoli e a Giorgio Morandi negli sporadici contatti bolognesi, gli procurarono “passaggi ad honorem”. Il ritorno a Bologna rinsaldò i rapporti con Alfredo Protti che sarebbe scomparso poco dopo, nel 1949, e soprattutto con Giovanni Romagnoli, suoi autentici maestri.

Conseguito il diploma, restò in Accademia come assistente volontario fino al 1952, quando ottenne la cattedra al Liceo artistico. Si dedicò ininterrottamente all’insegnamento, che abbandonò solo nel 1982, alla soglia dei sessant’anni.

La sua produzione fu notevole, caratterizzata da straordinaria versatilità; così come assoluta fu la sua fedeltà alla tradizione figurativa nel solco della pittura di Alfredo Protti, di Guglielmo Pizzirani e di Giovanni Romagnoli, grazie ai solidi studi accademici e all’assidua pratica del disegno con i quali acquisì il pieno dominio degli strumenti della professione.

Nel 1952 ricevette l’incarico di decorare il palazzo delle Poste di Reggio Emilia con due pitture murali che lo impegnarono per un paio di anni. A quel decennio risalgono le due pale d’altare per la chiesa di Cristo Re di Bolzano, la Santa Teresa della chiesa di San Martino a Bologna e altre opere di destinazione ecclesiastica, tra le quali cartoni per mosaici.

Virtuoso del pennello grazie a un talento innato che lo predispose alla “bella pittura”, sperimentò diverse tecniche e si dedicò per tutta la vita al disegno esercitandosi nell’uso dei pastelli e dei gessetti. La prodigiosa serie degli acquerelli mostra una speciale abilità nella costruzione della figura attraverso liquide stesure di luci e ombre di immediata naturalezza.

Celebri sono i potenti nudi femminili impostati in arditi scorci accademici, moderne Veneri della tradizione classica. Consapevole degli esiti mirabili della sua pittura nella resa mimetica della realtà, si dedicò con passione anche al paesaggio e alla natura morta con esiti atmosferici di sapienza barocca, così come si specializzò nel ritratto sovrapponendo alla scontata riconoscibilità del modello la studiata caratterizzazione psicologica. Così è, tra gli altri, nel Ritratto del padre del 1947 e nel Ritratto di bimbo in costume degli anni Sessanta. Né l’artista tralasciò la grafica, facendo uso delle diverse espressioni (in più occasioni ebbe a dire: “matrici e stampe sono tutte di mia personale esecuzione”).

Informazioni sulla mostra

Settanta opere di Ugo Guidi
Figure, ritratti, paesaggi, nature morte
La donazione Barbara Buldrini

a cura di Angelo Mazza con la collaborazione di Benedetta Basevi e Mirko Nottoli

Sede
Casa Saraceni (via Farini, 15 – Bologna)

Periodo di apertura
22 settembre – 11 dicembre 2022
20 dicembre 2022 – 5 febbraio 2023

Orari di apertura
martedì-venerdì ore 15-18
sabato, domenica ore 10-18
Festivi (4 ottobre; 1 novembre; 8, 25 e 26 dicembre 2022; 1 e 6 gennaio 2023) ore 10-18
lunedì chiuso

Ingresso libero

A Casa Saraceni la mostra Luigi Vignali e Santo Stefano “qui dicitur Sancta Hjerusalem”. Iconografia del complesso delle ‘Sette chiese’

Si deve alla sensibilità di Catia Mantovan la donazione alla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, nel 2020, di ventisette grandi acquerelli dell’architetto Luigi Vignali dedicati al complesso bolognese di Santo Stefano detto delle Sette Chiese; rilevamenti architettonici con piante, sezioni trasversali e prospetti di quei suggestivi edifici, accompagnati dall’attenta descrizione di dettagli decorativi a volte estrapolati dal contesto e oggetto di specifica analisi formale.

Caratterizza i grandi pannelli il singolare connubio tra l’indagine tecnico-scientifica e una coltivata vena artistica che mette in luce la personalità di Luigi Vignali, studioso dell’architettura sacra bolognese, oltre che progettista di nuove chiese, e autore di scritti sul complesso stefaniano, sulla perduta cattedrale di San Pietro, sulla basilica di San Petronio di cui era Fabbriciere e sulle chiese di San Francesco e di Santa Maria dei Servi.

Alla genesi dei rilievi qui esposti sono sottesi tempi lunghi di riflessione che sfociarono nel volume Santo Stefano. Sanctum Stephanum qui dicitur santa Hjerusalem dato alle stampe dall’architetto nel 1991 per i tipi delle Edizioni Luigi Parma. Gli acquerelli e le piante vi sono illustrati a corredo del testo nel suggestivo itinerario sacro, tra chiese, cortile e chiostro, del complesso di Santo Stefano denso di enigmi e rinvii simbolici, nell’alternanza di spazi chiusi e aperti, penombre e improvvisi spiragli di luce.

I grandi pannelli costituiscono inoltre un’originale pagina critica, dal momento che Luigi Vignali se ne servì a sostegno della tesi che vede nel complesso stefaniano (nella sequenza caratterizzante della chiesa di Santo Stefano o del Santo Sepolcro a pianta centrale, voluta originariamente da san Petronio e ricostruita dall’abate Martino agli inizi dell’XI secolo, dell’annesso cortile di Pilato e infine della cappella della Croce, posti in rigoroso allineamento) la riproposizione intenzionale del modello gerosolimitano dell’Anastasis, dell’Atrium/Calvarium e del Martyrium, quanto meno a partire dai tempi dell’abate Martino.
E ciò in forza del confronto con le planimetrie dei luoghi santi di Gerusalemme.

Nel percorso della mostra i grandi pannelli di Vignali dialogano con la folta documentazione visiva sui radicali mutamenti che il complesso di Santo Stefano ha subìto nei secoli, in particolare con gli arditi restauri eseguiti negli anni Settanta e Ottanta dell’Ottocento, sotto la direzione dell’archeologo Giovanni Gozzadini affiancato da Raffaele Faccioli, e nei primi decenni del Novecento per iniziativa di Giulio Belvederi e di Edoardo Collamarini; demolizioni e stravolgimenti di inquietante rilevanza documentati grazie a dipinti e incisioni di Antonio Basoli, fotografie storiche di Pietro Poppi, disegni, acquerelli e stampe risalenti ai decenni tra Otto e Novecento, tutti appartenenti alle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.

Luigi Vignali
(Bologna 1914-2008)

Il consiglio del noto architetto e decoratore Achille Casanova, dato al padre di Luigi Vignali ispettore delle ferrovie, salvò il giovane dall’iscrizione alle scuole tecnico-scientifiche cui sembrava destinato per decisione familiare. Questi poté quindi coltivare le proprie inclinazioni e frequentare l’Istituto Artistico allora unito all’Accademia di Belle Arti. Ebbe, tra i vari maestri, Giorgio Morandi, Silverio Montaguti, Cleto Tomba, Ferruccio Giacomelli, Giovanni Romagnoli.

Conseguita la maturità, passò al Biennio Speciale di Architettura presso la stessa Accademia e partecipò assiduamente agli incontri presso il Caffè San Pietro, luogo di ritrovo di architetti e artisti. Concluse gli studi a Firenze laureandosi in Architettura nell’anno accademico 1939-40, una volta superato il triennio di applicazione.

L’attività professionale svolta nell’arco di mezzo secolo decollò alla conclusione del secondo conflitto mondiale. A Bologna, selezionando tra i numerosi incarichi, si ricordano di sua progettazione il santuario di Borgo San Pietro, il complesso dell’Autostazione in collaborazione con Luigi Riguzzi, la Facoltà di Scienze Economiche in collaborazione con Enea Trenti e l’Istituto Enrico Fermi; cui si aggiunse, tra il 1981 e il 1987, la ristrutturazione del mengoniano palazzo di residenza della Cassa di Risparmio in Bologna.

Parallelamente svolse un’intensa attività didattica, fino al 1980, dapprima presso l’Istituto Tecnico Industriale Aldini Valeriani quindi presso l’Accademia di Belle Arti dove ricoprì anche la carica di Presidente.

È stato aggregato all’Accademia Clementina di Bologna e all’Accademia Nazionale di San Luca a Roma.

Le sue ricerche approdarono numerose alle stampe. Si ricordano il volumetto Ricordi d’Accademia (1989) e le pubblicazioni sull’architettura religiosa bolognese, dal volume sul complesso di Santo Stefano (1991) a quelli sulle chiese di San Francesco (1996), di San Petronio (1996), di San Pietro (1997) e di Santa Maria dei Servi (1998); infine lo studio Dall’antica perduta cattedrale al San Petronio: l’evoluzione dell’architettura sacra a Bologna (2002).

Concluse l’esistenza nel 2008.

Vignali e i restauri storici del complesso di Santo Stefano detto delle ‘Sette chiese’

Le Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna conservano materiali iconografici unici, capaci di raccontare più di due secoli di trasformazioni del complesso di Santo Stefano, uno dei luoghi più antichi e venerati di Bologna.

Tra i materiali più significativi vi sono senza dubbio le stampe provenienti dal volume Cento vedute pittoresche della città di Bologna tratte dai quadri a olio dipinti dal vero da Antonio Basoli, pubblicato nel 1833. Raffrontando queste acquetinte con le fotografie degli interni, realizzate allo scadere del XIX secolo da Pietro Poppi, è possibile ricostruire la complessità del monumento, quando la sua origine tardo antica era ancora celata da altari, dipinti, paramenti e decorazioni barocche.

È nel fermento post-unitario, dominato dal desiderio di restituire ai principali monumenti cittadini l’aspetto che essi dovevano avere in epoca comunale, che l’attenzione di diverse istituzioni locali, tra cui la Regia Deputazione di Storia Patria presieduta dal conte archeologo Giovanni Gozzadini, si concentra sul complesso di Santo Stefano dando avvio, tra il 1876 e il 1894, alla prima grande campagna di restauri, condotta dall’ingegnere Raffaele Faccioli, che riguarderà principalmente la chiesa del Santo Sepolcro e quella dei Santi Vitale e Agricola, oltre al cortile di Pilato.

Le fotografie realizzate da Pietro Poppi tra il 1870 e i primi decenni del secolo successivo rendono evidente il progredire di una pratica di restauro che, smantellando e demolendo sistematicamente tutte le addizioni e le superfetazioni cinque-sei-settecentesche, non si esimeva anche dall’inventare ex novo, per analogia, desumendoli da modelli simili, elementi architettonici e decorativi precedentemente inesistenti.

A partire dagli inizi del XX secolo il complesso abbaziale è al centro di un rinnovato interesse conservativo che si concretizza nella seconda campagna di restauri, svoltasi tra il 1919 e il 1927, sotto la direzione di Edoardo Collamarini, affiancato da monsignor Giulio Belvederi. I restauri – o per meglio dire la “riprogettazione” – giunsero progressivamente a investire l’intero complesso abbaziale coinvolgendo la chiesa della Trinità, quella della Croce con sottostante la cripta e infine il chiostro benedettino.

Anche le ardite trasformazioni avvenute in seguito a questa campagna sono ricostruibili grazie al supporto iconografico di cui si dispone: dipinti, acquerelli, chine e fotografie eseguiti da artisti più o meno noti. A questi materiali si aggiungono ora le ventisette grandi tavole dell’architetto Luigi Vignali, recentemente entrate a fare parte delle Collezioni. Nate in seguito ad una campagna di studi pluridecennali condotti sulle Sette chiese per dimostrarne l’originaria similitudine col Santo Sepolcro realizzato a Gerusalemme, giungono a colmare una lacuna sull’aspetto attuale del santuario.

Informazioni sulla mostra

Luigi Vignali e Santo Stefano “qui dicitur Sancta Hjerusalem”
Iconografia del complesso delle ‘Sette chiese’

a cura di Angelo Mazza, Conservatore delle Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Carisbo
con la collaborazione di Benedetta Basevi e Mirko Nottoli

Sede
Casa Saraceni (via Farini, 15 – Bologna)

Periodo di apertura
Da venerdì 22 ottobre a domenica 12 dicembre 2021

Orari di apertura
martedì-venerdì ore 15-18
sabato, domenica ore 10-18
Festivi: 1 novembre e 8 dicembre ore 10-18
lunedì chiuso

Ingresso libero

Modalità di visita

Si raccomanda di igienizzare le mani con l’apposito gel disinfettante

È obbligatorio essere in possesso del Green pass, la Certificazione verde Covid-19
Il Green pass non è richiesto per le persone escluse per età dalla campagna vaccinale (fino a 12 anni) oppure esenti sulla base di motivazioni mediche certificate.
La Certificazione verde, rilasciata dal Ministero della Salute, si può ottenere:
– dopo essere guariti dal Covid-19 negli ultimi sei mesi;
– dopo aver fatto la vaccinazione anti Covid-19 (viene emessa sia alla prima dose, sia al completamento del ciclo vaccinale);
– dopo essere risultati negativi a un test molecolare o antigenico rapido nelle ultime 48 ore.
Maggiori informazioni sono disponibili all’indirizzo https://www.dgc.gov.it

È obbligatorio indossare la mascherina per tutti i visitatori dai 6 anni in su